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Coronavirus, impennata di suicidi nel periodo del lockdown: sono 25

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Il suicidio dell’imprenditore Antonio Nogara, di Napoli, perché attanagliato dalle preoccupazioni e dalle difficoltà di una crisi che in questi mesi di “stop” non aveva certo risparmiato la sua impresa, i dipendenti e le sue responsabilità come titolare d’azienda e solo uno dei tanti che si sono registrati in questo periodo di lockdown.

Imprenditori, disoccupati, dipendenti hanno dovuto fare i conti con gli effetti devastanti e non preventivati del blocco totale delle attività e della produzione dovuto all’emergenza Coronavirus. L’Osservatorio “Suicidi per motivazioni economiche” della Link Campus University – Osservatorio permanente sul fenomeno delle morti legate alla crisi e alle difficoltà economiche avviato nel 2012 – pubblica oggi i dati aggiornati lanciando un severo allarme per il dramma che si sta consumando nel nostro Paese: “quella che osserviamo – dichiara Nicola Ferrigni, professore associato di Sociologia generale e direttore dell’Osservatorio “Suicidi per motivazioni economiche” – è una tragedia nella tragedia in cui alle già tante vittime del Coronavirus occorre sommare i tanti, troppi suicidi legati agli effetti economici dell’emergenza sanitaria. I dati – prosegue il sociologo Ferrigni – sono impietosi: dall’inizio dell’anno sono già 42 i suicidi, di cui 25 quelli registrati durante le settimane del lockdown forzato; 16 nel solo mese di aprile. Questa “impennata” risulta ancor più preoccupante se confrontiamo il dato 2020 con quello rilevato appena un anno fa: nei mesi di marzo-aprile 2019, il numero delle vittime si attestava infatti a 14, e il fenomeno dei suicidi registrava la prima vera battuta d’arresto dopo anni di costante crescita”.

A questi numeri, di per sé già significativi, vanno poi aggiunti anche quelli relativi ai tentati suicidi: 36 da inizio anno, 21 nelle sole settimane di lockdown. Proprio pochi giorni fa un 60enne di Baone in provincia di Padova è stato salvato dal suo tentativo di farla finita dovuto alla sospensione – causa Coronavirus – del lavoro appena iniziato e all’assenza di altre forme di reddito. Le vittime, secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio, sono perlopiù imprenditori: 14, sul totale dei 25 casi registrati nel periodo del blocco. Un numero importante che sottolinea, ancora una volta, e oggi con maggiore forza, la necessità di intervenire con misure e interventi a sostegno del tessuto imprenditoriale. “Pochi mesi fa – conclude Nicola Ferrigni – il nostro Osservatorio rimarcava – in un contesto di fiducia dato dal generalizzato calo del numero dei suicidi, soprattutto tra disoccupati e precari – l’esigenza di un programma di politiche economiche più ampio e strutturato, capace di guardare in modo particolare alle imprese e agli imprenditori. Oggi più che mai questa esigenza diventa stringente, non solo per ricostruire il nostro Paese e per far ripartire l’economia, ma anche per prevenire quella che si sta delineando come una strage silenziosa, di cui le principali vittime sono gli imprenditori in difficoltà”. Gli ultimi dati diffusi dall’Osservatorio “suicidi per motivazioni economiche” alzano così a 1.128 il totale dei suicidi legati a motivazioni economiche in Italia dal 2012 a oggi, e a 860 i tentati suicidi.

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