Dalle 4 regioni più colpite dal Coronavirus ‘buco’ per l’Erario fino a 4 miliardi di euro per mancate entrate dalle aziende di gioco

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L’emergenza Coronavirus, che ha imposto la chiusura di tutte le attività commerciali, comprese quelle legate al gioco, mette a serio rischio gli introiti erariali che il comparto del gioco pubblico assicura ogni anno allo Stato. Secondo gli ultimi dati ufficiali dei Monopoli di Stato, nel 2018 i giochi distribuiti sulla rete fisica hanno contribuito alle casse erariali per 10,3 miliardi di euro.
In termini assoluti, la Lombardia – la regione più colpita e che proprio a causa dell’emergenza sanitaria sarà probabilmente tra le ultime a poter riaprire le proprie attività – è il maggiore ‘contribuente’ per l’erario italiano, con quasi 1,8 miliardi l’anno derivante dal settore dei giochi, pari al 18% del totale nazionale, secondo elaborazioni dell’agenzia Agimeg su dati ADM. In questa speciale classifica il Lazio è in seconda posizione con oltre 926 milioni di euro (9,3%del totale), seguito dalla Campania che sfiora 821 milioni (8,3%). Le altre due regioni maggiormente colpite dal coronavirus, Veneto ed Emilia Romagna – per le quali molto probabilmente i tempi di apertura saranno più lunghi, così come per la Lombardia – si trovano nella top five delle regioni che più contribuiscono alle casse erariali, rispettivamente con 760 e 748 milioni di euro. Subito dopo – riporta l’Agenzia Agimeg – troviamo altre due regioni duramente colpite dal Covid-19, Toscana e Piemonte, che annualmente destinato oltre mezzo miliardo di euro allo Stato (rispettivamente 573 e 557 milioni di euro). Oltre mezzo miliardo assicurato allo Stato anche da Puglia (530 milioni) e da Sicilia (519 milioni). Abruzzo e Marche ‘pesano’ nell’economia dello Stato in materia di giochi per 234 e 227 milioni di euro, ma con oltre 200 milioni di euro di entrate erariali si segnalano anche Liguria (223 mln), Calabria (216 mln) e Sardegna (207 mln). Chiudono la classifica Friuli Venezia Giulia (172 mln), Trentino Alto Adige (147 mln), Umbria (129 mln), Basilicata (61 mln), Molise (42 mln) e Valle d’Aosta (15 mln). Dal conto delle singole Regioni sono esclusi i 350 milioni di euro di entrate erariali derivanti dal gioco online, in quanto non riconducibili ai singoli territori. Da segnalare che le quattro regioni più colpite dall’emergenza coronavirus – Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Piemonte – che da sole inglobano circa il 70% dei contagi totali avuti in Italia, potrebbero creare un buco all’erario, derivante dal settore del gioco pubblico, per un totale di quasi 4 miliardi di euro visto che tutte le attività di gioco (sale scommesse, sale bingo, sale slot/vlt, esercizi con slot) sono chiuse. Anche se dovessero ripartire in tempi breve (sempre ammesso che tutte abbiano la forza economica per ripartire), ci vorranno mesi per almeno riavvicinarsi agli incassi pre-emergenza e questo comporterà perdite erariali comunque importanti. Ricordiamo che Confindustria di Lombardia Emilia Romagna, Piemonte e Veneto hanno sottoscritto un agenda per la riapertura delle imprese e la difesa dei luoghi di lavoro e fronteggiare l’emergenza coronavirus.

Se le quattro principali regioni del Nord che rappresentano il 45% del Pil italiano non riusciranno a ripartire nel breve periodo il Paese rischia di spegnere definitivamente il proprio motore e ogni giorno che passa rappresenta un rischio in più di non riuscire più a rimetterlo in marcia. La prima a rimettersi in moto potrebbe essere il Veneto. Sono oltre 10mila le imprese della regione che hanno richiesto di riaprire attraverso la deroga. Il Governatore Zaia, oltre all’attenzione ai dati sanitari, ha più volte dichiarato la necessità di una rapida riapertura delle aziende venete per i gravi danni che sta subendo l’economia locale. Il Veneto quindi potrebbe essere in prima linea già dopo Pasqua, ma soprattutto potrebbe essere tra le regioni con il più alto numero di riaperture a partire dal 4 maggio, data ipotizzata per la partenza della Fase 2. Più complicato il percorso della Lombardia, la regione più colpita dall’emergenza Coronavirus, anche se girano voci di possibili riaperture riguardanti le aziende lombarde. Stesso discorso per Emilia Romagna e Piemonte, che insieme alle due regioni sopra citate vantano il triste record di zone dove il Covid-19 ha avuto il maggiore impatto. Tralasciando le poche aperture che probabilmente saranno autorizzate dal 14 aprile, a maggio potrebbero vedere aperte più attività regioni dove l’impatto dell’emergenza sanitaria è stato meno forte, come Umbria e Basilicata. C’è molta attesa per come verranno trattate le imprese di gioco. A quanto appreso da Agimeg i giochi che vedranno prima la luce potrebbero essere Lotto e SuperEnalotto, visto che sono distribuiti dalla rete dei tabaccai già aperta. Successivamente possibilità per le sale scommesse con entrate contingentate e divieto di assembramento, a seguire il settore del Bingo e delle slot.

VALORE PER L’ERARIO DAL SETTORE DEL GIOCO PUBBLICO PER SINGOLA REGIONE:



    REGIONE VERSAMENTI ALL’ERARIO
    LOMBARDIA 1.775,4
    LAZIO 926,2
    CAMPANIA 820,9
    VENETO 760,6
    EMILIA ROMAGNA 748,0
    TOSCANA 573,6
    PIEMONTE 557,0
    PUGLIA 530,0
    SICILIA 519,2
    ABRUZZO 234,6
    MARCHE 227,7
    LIGURIA 223,4
    CALABRIA 216,1
    SARDEGNA 207,0
    FRIULI VENEZIA GIULIA 172,1
    TRENTINO ALTO ADIGE 146,9
    UMBRIA 129,0
    BASILICATA 61,8
    MOLISE 42,0
    VAL D’AOSTA 15,2
    TOTALE 9.886,7
    (*) dati in milioni di euro


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