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Calcio, Gravina, finire il campionato oppure playoff

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E sulle chance di salvare il campionato Gravina precisa. ”Beh, io mi accontenterei di salvare la salute di tutti gli uomini di sport, anzitutto. Poi ho fiducia di salvare anche i campionati. Abbiamo una dead line. È il 30 giugno. Scadono contratti, assicurazioni, licenze. Finisce l’anno calcistico. Andare oltre significa introdurre modifiche regolamentari del tutto eccezionali”. E sui giorni necessari per concludere la stagione chiarisce. ”Dai 45 ai 60 giorni. In due mesi portiamo tutto a termine con certezza. Se pure iniziamo a maggio, si può fare. Credo che aprile sarà ancora in parte un mese di accompagnamento alla ripresa delle attività. Ma non ho la sfera di cristallo -evidenzia-. Tutti pensano che l’unico problema sia quello di assegnare lo scudetto. Ma noi dobbiamo stabilire chi va in Champions e in Europa League, chi retrocede in B, chi sale in A, chi retrocede in C e chi sale in B”. E sull’assegnazione dello scudetto aggiunge. ”In via teorica si potrebbe anche non assegnare il titolo, ma tutto il resto si deve stabilire. Rinunciare a promozioni e retrocessioni sarebbe una violazione degli interessi soggettivi di tante società”.

E sull’ipotesi classifica congelata Gravina spiega. ”Non vorrei dover rispondere a questa domanda. Perché penso che congelare una classifica sia un errore da evitare. Il valore della competizione va salvaguardato. Dobbiamo dare delle chance a chi ha investito tanto su un obiettivo sportivo. Vuol dire giocare il più possibile. Portarci avanti col campionato e finirlo, se possibile. E se non lo fosse? Trovare una formula che salvi la competizione. Playoff e playout”. Alla replica che non tutti sono d’accordo su questa formula, il presidente Federale risponde. ”Mi pare normale. Chi punta a vincere o a salvarsi preferirebbe giocarle tutte. E ha ragione. Ma in questo momento nessuno ha la certezza di poter fare una cosa piuttosto che un’altra. Allora ho detto a tutte le Leghe: fate le vostre proposte, discutiamo. Ma le regole vanno fissate subito, prima di ricominciare a giocare. E l’ultima parola spetta alla Federazione, non ad altri”.

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