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Il dado Knorr lascia l’Italia e licenzia 85 dipendenti. Di Maio: ‘Finanziati dai governi precedenti’

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 Il più famoso dei dadi da cucina lascia l’Italia. La Unilever, una delle più grandi multinazionali del mondo, proprietaria del marchio Knorr dal 2000, ha infatti deciso di lasciare lo stabilimento di Sanguinetto, in provincia di Verona e di delocalizzare la produzione in Portogallo. Immediatamente è scattata la protesta dei lavoratori che, proprio a seguito di questa operazione, saranno di fatto più che dimezzati passando dagli attuali 161 a 76 e per questo hanno proclamato lo sciopero. La Unilever Italia ha spiegato che la decisione è stata presa alla luce delle difficoltà a livello italiano ed europeo del settore dei dadi da brodo tradizionali. Difficoltà che hanno portato ad una riduzione superiore al 10% in due anni. Allo stesso tempo l’azienda ha smentito in modo categorico la chiusura dello stabilimento veronese l’abbandono dell’Italia da parte di Knorr. Nella sede veneta si continuerà infatti a lavorare con altre produzioni che consistono in “jelly” (dadi gelatinosi), nei risotti in busta e nelle marmellate (queste ultime per conto terzi). “La razionalizzazione – ha precisato in una nota Unilever – riguarda infatti esclusivamente l’area dello stabilimento relativa ai dadi da brodo tradizionali e non le altre produzioni alimentari”. L’intervento, ha infine concluso Unilever, “è necessario per garantire la sostenibilità futura dello stabilimento, consentire il prosieguo delle altre produzioni attualmente presenti e mettere il sito nelle condizioni di poter cogliere le eventuali opportunità future”. I licenziamenti annunciati da Unilever nello stabilimento del dado Knorr nel veronese? “Ha preso i fondi prima che io facessi il decreto dignità, prima che io arrivassi come ministro”. Così il vicepremier Luigi Di Maio su Radio1


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