Consip, il pm Woodcock dinanzi al Csm: “il mio operato nell’inchiesta è stato corretto”

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Consip, il pm Woodcock rivendica la correttezza del suo operato nell’inchiesta sui grandi appalti del Ministero. Oggi il sostituto procuratore, in servizio alla Procura di Napoli, è stato sentito dalla commissione del Consiglio superiore della Magistratura che sta valutando il suo operato: “Ho sempre cercato di accogliere le parti private delle vicende processuali con il sorriso: ho sempre immaginato che il potere legato a questo mestiere vada esercitato con responsabilità. Ho sempre immaginato il senso di angoscia che prova l’estraneo che entra nel Palazzo di giustizia”. Woodcock è sotto processo disciplinare insieme alla collega Celestina Carrano per l’interrogatorio dell’ex consigliere di Palazzo Chigi Filippo Vannoni, che secondo l’accusa venne sentito come testimone e dunque senza difensore, anche se avrebbe dovuto in realtà essere indagato. E gli vengono contestate anche le modalità con cui avvenne quell’interrogatorio, vissute dallo stesso Vannoni come lesive della sua dignità. A quell’interrogatorio “Vannoni arrivò già sconvolto e trafelato” ha detto Woodcock, spiegando che per metterlo a suo agio sia lui che la collega Carrano gli chiesero se voleva un bicchiere d’acqua o andare in bagno, ed evidenziando che il contesto delle domande fu “ordinario”. Al pm vengono contestate anche alcuni giudizi sull’inchiesta che vennero pubblicati da Repubblica: “il colloquio con Liana Milella (ndr l’autrice dell’articolo) fu salottiero, cioè tra due amici che si conoscono da più di 20 anni, e si chiuse la conversazione con il giuramento solenne da parte sua che non avrebbe pubblicato nulla”, ha spiegato Woodcock, ma quell’impegno fu “tradito” dalla giornalista.




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