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Natale, il monito di papa Francesco: ‘Pochi banchettano lautamente, troppi non hanno pane per vivere’

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Una forte denuncia sull’iniqua distribuzione delle ricchezze ha caratterizzato l’omelia della messa della notte di Natale celebrata da Papa Francesco in San Pietro. “Un’insaziabile ingordigia attraversa la storia umana, fino ai paradossi di oggi, quando pochi banchettano lautamente e troppi non hanno pane per vivere”, ha detto il Pontefice nella Basilica gremita da 5mila fedeli che partecipano al rito presieduto da Francesco e concelebrato da vescovi e cardinali. “Betlemme – ha sottolineato – e’ la svolta per cambiare il corso della storia. Li’ Dio, nella casa del pane, nasce in una mangiatoia. Come a dirci: eccomi a voi, come vostro cibo. Non prende, offre da mangiare; non da’ qualcosa, ma se stesso. A Betlemme scopriamo che Dio non e’ qualcuno che prende la vita, ma Colui che dona la vita”. “Il corpicino del Bambino di Betlemme – ha scandito il Papa – lancia un nuovo modello di vita: non divorare e accaparrare, ma condividere e donare. Dio si fa piccolo per essere nostro cibo. Nutrendoci di Lui, Pane di vita, possiamo rinascere nell’amore e spezzare la spirale dell’avidita’ e dell’ingordigia. Dalla ‘casa del pane’, Gesu’ riporta l’uomo a casa, perche’ diventi familiare del suo Dio e fratello del suo prossimo. Davanti alla mangiatoia, capiamo che ad alimentare la vita non sono i beni, ma l’amore; non la voracita’, ma la carita’; non l’abbondanza da ostentare, ma la semplicita’ da custodire”. Chiediamoci: a Natale spezzo il mio pane con chi ne e’ privo?”, ha poi esortato il Papa ricordando che il nome Betlemme significa “casa del pane”. “In questa casa il Signore da’ oggi appuntamento all’umanita’. Egli sa che abbiamo bisogno di cibo per vivere. Ma sa anche che i nutrimenti del mondo non saziano il cuore”. “A Natale – ha spiegato Francesco – riceviamo in terra Gesu’, Pane del cielo: e’ un cibo che non scade mai, ma ci fa assaporare gia’ ora la vita eterna. A Betlemme scopriamo che la vita di Dio scorre nelle vene dell’umanita’”. Se la accogliamo – ha quindi assicurato il Papa – la storia cambia a partire da ciascuno di noi. Perche’ quando Gesu’ cambia il cuore, il centro della vita non e’ piu’ il mio io affamato ed egoista, ma Lui, che nasce e vive per amore”. “Chiamati stanotte a salire a Betlemme, casa del pane, chiediamoci: qual e’ il cibo della mia vita, di cui non posso fare a meno? E’ il Signore o e’ altro? Poi, entrando nella grotta, scorgendo nella tenera poverta’ del Bambino una nuova fragranza di vita, quella della semplicita’, chiediamoci: ho davvero bisogno di molte cose, di ricette complicate per vivere? Riesco a fare a meno di tanti contorni superflui, per scegliere una vita piu’ semplice?”, ha infine concluso il Papa ricordando che “Gesu’ e’ il Pane del cammino. Non gradisce digestioni pigre, lunghe e sedentarie, ma chiede di alzarsi svelti da tavola per servire, come pani spezzati per gli altri”.



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