Sentenze pilotate per gli amici: slitta all’11 gennaio la decisione per il giudice Mario Pagano e la cricca dei 22

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E’ slittata all’11 gennaio prossimo la decisione del gip di napoli per il giudice salernitano Mario Pagano e gli altri 22 complici accusati di corruzione in atti giu­diziari e corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio. Nell’elenco compaiono due nomi in più, quelli del giudice Mario Pagano (magistrato del Tribunale di Salerno e Potenza e, fino all’arresto ai domiciliari, in servizio a Reggio Cala­bria) e del funzionario di cancelleria Nicola Montone (suo cognato), per completezza del capo di imputazione rispetto agli altri indagati. Gli avvo­cati hanno chiesto per i loro assistiti la revoca dei provvedimenti cautelari con il parere favorevole dei Pm.
I ventuno indagati che rispondono in concorso sono invece Carmine Pa­gano (fratello del giudice e sindaco di Roccapiemonte), gli imprenditori della sanità privata Luigi Celestre Angrisani (ritenuto il titolare di fatto della casa di cura Angrisani-Villa dei Fiori) e la compagna Irene Miceli; Gio­vanni Di Giura e Riccardo De Falco (soci e comproprietari delle case di cura Silba-Villa Silvia e Materdomini), Roberto Leone (rappresentante legale della Royal Trophy) e, ancora, Eugenio Rainone, Renato Coppola (dipendente pubblico ritenuto factotum di Mario Pagano), Luigi Grimaldi, Assunta In­genito, Filippo Romano, Peppino Sa­batino, Gennaro Saviano, Giovanni Scarano, Giacomo Sessa, Gerarda To­rino ed Ermelinda Aliberti. Indagini chiuse anche per il got Augusta Vil­lani e il giudice di pace Davide Pailadino, l’avvocato Giovanni Pagano. Procedimento mosso nei confronti dei seguenti enti:
Casa di cura Angrisani – Villa dei Fiori S.r.l., Raffaele; Silba s.p.a. Casa di cura “Villa Silvia”, nella persona di Russo Giovanni, Royal Trophy Srl, Costruzioni Generali Rainone srl. Secondo la ricostruzione della procura di Napoli, che è stata riassunta nelle circa trenta pagine del provvedi­mento di conclusione delle indagini preliminari, Mario Pagano avrebbe garantito «esito favorevole nelle cause civili in cui erano coinvolti imprendi­tori ai quali era legato da consolidati rapporti di amicizia».
Per gli inquirenti, il giudice – in cam­bio del suo impegno affinchè le cause relative ad imprenditori amici fossero assegnate a lui e garantire così un esito favorevole a questi ultimi – avrebbe ricevuto regali (orologi come Rolex, Submariner, Breguet) e somme di denaro a beneficio della società Po­lisportiva Rocchese, della quale Pa­gano sarebbe responsabile diretto e tramite congiunti (come il fratello Carmine). E, ancora, in altri casi, for­niture varie (cucine e climatizzatori) a beneficio di un agriturismo di Roccapiemone riferibile allo stesso magi­strato, ritenuto quale contitolare di fatto della “Eremo” proprietaria della struttura.” La società in questione avrebbe ricevuto un finanziamento di 300mila euro a fondo perduto. I pm giudicano l’operazione come truffaldina, in quanto sarebbero emerse operazioni fittizie con l’apparente co­stituzione del capitale sociale e false fatture relative all’acquisto di mate­riali e forniture.
Per le sentenze “pilotate”, invece, molte sarebbero state quelle a favore di Angrisani e la compagna Miceli (in cui era parte in causa la casa di cura Angrisani – Villa dei Fiori srl e di cui Angrisani è il titolare di fatto e la com­pagna Miceli socia con quota aziona­ria pari al 33,33%); e, ancora, le pronunce in favore di De Falco e Di Giura in cui era parte la Silba Spa, casa di cura Villa Silvia e la Materdo­mini. E, ancora, per Leone della Royal Trophy (fornitrice del materiale spor­tivo della Rocchese) e per l’ammini­stratore unico della “Natura Mediterranea srl”, Grimaldi. Tra gli amici del giudice Pagano, figura anche l’imprenditore Rainone, che per la procura sarebbe stato favorito in un contenzioso in cui era parte la Costruzioni Generali Rainone.




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