‘Solfatara, una tragedia troppo grande per capire’, il dolore della famiglia Carrer un anno dopo

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“Vogliamo ringraziare tutta la comunità di Pozzuoli per la vicinanza, ma preferiamo vivere in famiglia e in forma strettamente privata quest’anniversario di dolore”. A parlare è Elisabetta, la sorella di Massimiliano Carrer, il 45enne di Meolo, in provincia di Venezia, rimasto vittima, con la moglie Tiziana Zaramella ed il figlio Lorenzo della tragedia della Solfatara, il 12 settembre del 2017. Con quella delicatezza che li ha sempre contraddistinti, i familiari delle vittime hanno quindi declinato l’invito a pelisabetta carrer

albereartecipare alle celebrazioni in memoria dei loro cari, tra cui una funzione religiosa nella chiesa del convento dei frati cappuccini di San Gennaro, in programma oggi nella città flegrea. E li ricorderanno, in modo più riservato, durante la messa di domenica, alle 7.30, nella chiesa di Fossalta di Piave.Com’è tristemente noto, quella “maledetta” giornata la famiglia Carrer stava visitando il celebre sito naturalistico per ammirare uno spettacolo unico al mondo che però, purtroppo, si è trasformato in una trappola fatale. Lorenzo precipitò in una voragine del terreno che si aprì all’improvviso sotto i suoi piedi e che inghiottì, stordendoli con i gas del sottosuolo, anche il papà e la mamma, precipitatisi uno dopo l’altro nel vano tentativo di salvare il figlio. Una strage da cui scampò solo il figlio più piccolo dei Carrer, che oggi ha nove anni.

“E’ dura per noi familiari – continua Elsabetta Carrer, che con il compagno ha accolto in casa il bambino unico superstite, lo sta crescendo con tanto amore, come e più di un figlio, proteggendolo anche dal clamore mediatico della vicenda – La realtà è che ciò che è successo è troppo grande, a un anno di distanza non riusciamo ancora a rendercene conto e a focalizzarlo del tutto. Abbiamo imparato che la vita è fugace. Oggi siamo tutti concentrati su nostro nipote, che piano piano, nella normalità di tutti i giorni, sta ritrovando la serenità, e su un’infinita serie di questioni, personali e burocratiche, legate al decesso improvviso di tre persone con ancora una vita davanti”. I Carrer, per essere assistiti e ottenere giustizia, attraverso il consulente personale Riccardo Vizzi, si sono affidati a Studio 3A, società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità in ogni tipologia di sinistro, a tutela dei diritti dei cittadini, che non sta solo seguendo gli aspetti risarcitori della vicenda ma sta sostenendo la famiglia anche nel delicato processo di elaborazione del lutto del piccolo, per fargli tornare, per quanto possibile, il sorriso.



    Studio 3A collabora da vicino anche con i due penalisti dei familiari, gli avvocati Alberto Berardi e Vincenzo Cortellessa, che si dicono soddisfatti di come stanno proseguendo le indagini: sono indagati per il reato di disastro colposo Giorgio Angarano, amministratore della Vulcano Solfatara srl, e altri cinque soci della società che gestisce l’area, dove le indagini hanno portato alla luce gravissime carenze di sicurezza. “La Procura di Napoli ha fatto e sta facendo un ottimo lavoro per la completa ricostruzione della filiera delle responsabilità e per evitare che tragedie così immense e assurde abbiano a ripetersi” commenta il professor avvocato Berardi, del Foro di Padova, che ovviamente concorda sul perdurante provvedimento di sequestro del sito, che gli operatori economici e anche esponenti del mondo scientifico vorrebbero rendere nuovamente fruibile ai visitatori. “Nella Solfatara sono risultate violate innumerevoli normative di sicurezza per i lavoratori e per il pubblico – conclude Alberto Berardi -: mi sembra evidente che, finché permarranno tutti questi elementi di estrema pericolosità, il sito non potrà che restare chiuso. La nuova superperizia con incidente probatorio richiesta dai pubblici ministeri partenopei, del resto, è funzionale anche e proprio a determinare i requisiti di sicurezza necessari per poterlo riaprire”.




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