Sub e ragazzina morti annegati a Ischia: chiesto il processo per tre istruttori

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Il pm Francesca De Renzis della Procura della Repubblica di Napoli ha chiesto il rinvio a giudizio per tre persone che sarebbero i responsabili della morte per annegamento  dell’istruttore subacqueo  Antonio Emanato (che da un anno aveva il patentino scaduto) e della tredicenne Lara Scamardella. Oltre all’istruttore e capo del diving center anche due suoi stretti collaboratori, che quel giorno organizzarono una escursione nelle acque della baia delle formiche rischiano di finire sotto processo nell’inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto di napoli, Nunzio Fragliasso.

 La tragedia si consumò nell’agosto dello scorso anno in fondo alla grotte delle Formiche nelle acque di Ischia. Tonino Emanato  fu trovato da un suo amico in fondo alla grotta delle Formiche ed era senza bombole. Le aveva prestato in un gesto di estrema generosità alla piccola Lara per cercare di farla salvare. Ma purtroppo neanche la 13enne figlio di un noto commerciante di Bacoli e suo amico riuscì a salvarsi e ad uscire da quel buio pesto li a 20 metri di profondità. La drammatica testimonianza  fu ornita agli inquirenti e ai giornalisti da parte di Paolo Ardizio, un operatore tecnico subacqueo che insieme al suo collega Pietro Sorvino aveva recuperato  il corpo senza vita di Antonio Emanato all’imbocco di una delle grotte della Secca.

Ha raccontato Paolo Ardizio: “Quando sono entrato nel buio della grotta e l’ho visto cadavere mi sono raggelato. È una scena che non dimenticherò più per il resto della mia vita.Dalla capitaneria di porto mi hanno allertato per intervenire nella Secca delle Formiche, ma non sapevo chi fossero i sub dispersi. Sono entrato nella grotta sotto le Formiche ed era tutto buio pesto. Mi muovevo a tentoni, tastando a mani nude le rocce perché era impossibile orientarsi altrimenti e quando ho scorto nella penombra un corpo ho visto che era Tonino. Il mio amico sub Tonino Emanato che ormai era morto e ho pianto disperatamenteLì sotto era tutto buio pesto per colpa della melma che ha intorbidito il fondale. Ho riportato in superficie il corpo di Tonino Emanato e poi sono scesi i sub dei vigili del fuoco e quelli del gruppo sub-speleologi. Non sono riuscito a vedere altro, anche se ho tentato di fare tutto il possibile”. 


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