Scafati, Aliberti sui social: ”Fatemi difendere in un processo”

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“Datemi la possibilita’ di difendermi in un processo”. Cosi’ Pasquale Aliberti, scrive sui social network dopo aver appreso “con profondo rammarico ma anche animato dal coraggio e dalla forza della mia famiglia e dei miei figli della decisione del Tribunale del Riesame di Salerno“. L’ex consigliere regionale e sindaco di Scafati non andra’ in carcere perche’ bisognera’ attendere che si pronunci anche la Cassazione, che gia’ aveva annullato la misura cautelare in carcere. E attraverso il social, Aliberti critica anche le motivazioni addotte dal Riesame che lo definisce “un soggetto pericoloso” poiche’ risulta che “Aliberti abbia aperto un profilo Facebook… attraverso tale social egli continua ad interagire con la cittadinanza di Scafati in modo da mantenere viva l’attenzione politica sulla sua figura ed a imprimere la convinzione della sua perdurante influenza nelle scelte politiche che interessano il governo della citta'”. “Addirittura influenzerei le scelte dei commissari. – commenta l’ex sindaco di Scafati – Pensavo di essere un uomo che avesse la possibilita’ di esprimere i propri convincimenti personali, le sue opinioni e le proprie critiche in un paese Italia che I padri fondatori hanno detto di essere libero e democratico nella Costituzione”. “E’ vero sono indagato per reati gravi – riconosce Aliberti – da oltre 2 anni e mezzo in attesa si chiudano le indagini e di poter essere giudicato su fatti di cui non ho neppure conoscenza in un confronto che si fondi su prove e non solo denunce o presunzioni. Questo per dimostrare che non solo non ho mai avuto rapporti con la camorra ma che un popolo, formato da liberi cittadini, mi ha dato il proprio consenso in liberta'”. “E’ e rimane il momento piu’ difficile della mia vita. -prosegue il post di Aliberti, che ringrazia la sua famiglia e quanti gli hanno testimoniato affetto e vicinanza, ribadendo di credere ancora nella giustizia e nella sua comunita’ – Ai miei amici, ai miei avversari, ai miei nemici, a chi mi odia o mi ama, a chi ha brindato il mio arresto, dico continuate a criticare, a scuotere le coscienze, a marciare, ad invadere le strade del nostro paese, a pretendere i vostri diritti e a rispettare i vostri doveri, anche attraverso le vostre discussioni, a volte animate sui social a cui continuero’ a partecipare, – conclude Aliberti – nonostante tutto, da libero cittadino che ama la sua terra, a meno che non vogliano costringerci a vivere nella societa’ immaginata da Orwell nel romanzo ‘1984’”. 


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