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Fine pena mai per il boss Fabbrocino: fece uccidere il figlio di Cutolo

E' in carcere da 12 annie oggi a 74 anni suonati è venuto a conoscenza che lui dal carcere non uscirà più: fine pena mai. Il boss dell'area vesuviana, Mario Fabbrocino, detto o' gravunaro, nativo di San Giuseppe Vesuviano ma uomo del vertice di quella che era la Nuova famiglia guidata dall'ex padrino pentito Carmine Alfieri, è stato condannato in via defintiva dalla Cassazione perché ritenuto il mandante dell'omicidio di Roberto Cutolo, figlio si raffaele, il "professore di Ottaviano".I giudici della prima sezione penale della Suprema (presidente Maria Stefania Di Tommasi)  hanno respinto la richiesta del boss di ridetermi­nare la pena, già definitiva. I legali di Fabbrocino infatti avevano presentato un ricorso per trasformare la condanna al carcere a vita incassata dal­la Corte d’Assise d’Appello del Tribunale di Milano nel 2006, in una più “mite” sen­tenza a 30 anni di reclusione.

Il boss aveva proposto un incidente di esecuzione per rideterminare al ribasso la condanna. Una possibilità concessa dal codice di proce­dura penale. Alla base del ricorso una sentenza della Cor­te Europea dei Diritti Umani e un altro verdetto emesso dalla Corte Costituzionale. Interpretazioni e riferimenti normativi che però non hanno convinto i giudici. Secondo la Cassazio­ne, infatti, i magistrati che hanno condannato il boss al carcere a vita non hanno commesso errori procedurali e le sentenze richiamate non possono essere applicate al caso specifico. Fine pena mai dunque. Ad uccidere raffaele Curolo fu il killer Antonio Schettini che poi si è pentito accusandosi di ben 37 omicidi tra cui quello di Roberto Cutolo su mandato del "Graunaro", per l'anagrafe Mario Fabbrocino.  Il killer pentito quest'anno tornerà in libertà dopo aver scontato tutti i suoi anni di carcere che gli sono stati inflitti.Roberto Cutolo fu massacrato con 10 col­pi di pistola,  il 19 dicembre del 1990, da un commando armato nei pressi di un bar a Tradate, paesino della provincia di Varese, dove il rampollo del super boss di Ottaviano era stato confina­to al soggiorno obbligato. Secondo g li inquirenti, il padrino di San Gennaro Vesuviano decise di eliminare Roberto Cutolo per colpire al cuore ciò che restava del clan. Nell’ambito dell’inda­gine sono però emersi anche legami con la malavita del Nord Italia, nel cui ambiente il delitto di Cutolo jr. servì forse da merce di scambio.

(nella foto di repertorio un giovanissimo Roberto Cutolo insieme con il padre Raffaele e nel riqadro Mario Fabbrocino)

Processo Cesaro, il giudice Cioffi presenta la richiesta di astensione

Caserta. Finisce il braccio di ferro mediatico: il giudice che avrebbe dovuto giudicare i fratelli Cesaro, presenta la richiesta di astensione, dopo il clamore della sua vicenda e l'apertura di un procedimento disciplinare al Csm. "Non voglio fare nessun braccio di ferro, la mia vita e la mia carriera sono case di vetro" ha detto Giuseppe Cioffi commentando all'Ansa la sua decisione.  "Ora naturalmente sulla mia istanza deciderà la dottoressa Garzo, presidente del tribunale di Napoli nord. Non ho fatto nulla per cui dovessi astenermi, ma a questo punto il clamore sollevato dalla vicenda mi fa preferire un passo indietro. La campagna mediatica nazionale su questo caso può creare turbamento nei giovani colleghi che sono con me nel collegio. E lo faccio anche per lo scompiglio che si è venuto a creare nella mia famiglia".

La polemica era nata dopo la pubblicazione di una foto in cui veniva ritratto a Ischia sotto le bandiere di Forza Italia che aveva tenuto una convention con Berlusconi sull'isola.

Sessa Aurunca, sorvegliato speciale del clan dei Muzzoni arrestato per spaccio

Caserta. I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Sessa Aurunca, in provincia di Caserta, in quel centro, hanno dato esecuzione all'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, emessa dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, sezione Gip, nei confronti di Giuseppe Andreoli, 48 anni, affiliato al locale clan Esposito detto dei "muzzoni". Il provvedimento cautelare è stato emesso a seguito dell'attività investigativa condotta da militari dell'Arma e che ha permesso di documentare come l'arrestato, tra settembre 2016 e febbraio 2017, pur essendo sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale, abbia ceduto, in più occasioni, sostanza stupefacente tipo hashish a numerosi assuntori locali.

Capri, nuovo collegamento elettrico sottomarino tra Sorrento e Capri

Capri. Un nuovo cavo elettrico sottomarino sarà posizionato tra Sorrento e Capri. La società Prysmian ha acquisito, in seguito a una gara con bando europeo, un nuovo contratto del valore di circa 40 milioni per la realizzazione del nuovo collegamento tra l'isola di Capri e Sorrento da Terna Rete Italia, controllata dell'operatore del sistema di trasmissione nazionale italiano Terna. Il progetto prevede l'installazione 'chiavi in mano' di un sistema in cavo ad alta tensione in corrente alternata da 150 kV dalla Stazione di Sorrento alla stazione elettrica posizionata nell'isola Ecologica di Gasto a Capri, lungo un tracciato che include circa 16 km di rotta sottomarina e 3 km sulla terraferma. I cavi per il collegamento Capri-Sorrento saranno prodotti nel centro di eccellenza produttiva e tecnologica per cavi sottomarini del Gruppo di Arco Felice in provincia di Napoli. Prysmian sarà responsabile della posa del cavo sottomarino e dei relativi componenti di rete ed opere civili specialistiche. Il completamento del progetto è previsto nel 2019.

Baby gang, controlli al rione Sanità: denunciato un giovane armato di coltello

Napoli. Baby gang: continua l'azione di monitoraggio delle forze dell'ordine a Napoli per contrastare il fenomeno. Nel rione Sanità, i carabinieri della compagnia Stella e del reggimento Campania hanno controllato in corso Amedeo di Savoia un gruppo di ragazzi. Uno di loro, un 18enne residente nella zona di via Tribunali, studente e incensurato, è stato trovato in possesso di un coltello "butterfly" dalla lama lunga 10 centimetri. Il ragazzo è stato denunciato per detenzione e porto illegale di arma bianca.

Sequestrati cosmetici falsi, erano destinati ai mercati rionali: due cinesi denunciati a Napoli

Napoli. Cosmetici contraffatti: la guardia di Finanza sequestra 50mila prodotti cinesi destinati ai mercati rionali. Due cittadini extracomunitari sono stati denunciati. I militari hanno sequestrato pennelli, lucida labbra, rossetti, fondotinta e mascara riportanti marchi contraffatti di noti brand acquistabili esclusivamente presso concessionari autorizzati e relativi siti web di e-commerce. Secondo quanto accertato dai militari i prodotti sarebbero stati rivenduti nei mercati rionali. I prodotti erano in un deposito ad Afragola. Al termine dell’operazione, 2 cittadini extracomunitari, responsabili delle attività commerciali ispezionate, sono stati denunciati all’autorità giudiziaria competente, mentre i prodotti falsi, dal valore di mercato stimato intorno al milione di euro, sono stati sequestrati. I responsabili non hanno fornito alcun documento fiscale comprovante l’acquisto né indicazioni riguardo al paese di produzione, per cui, non è da escludersi che, in assenza di certificazioni e test clinici documentati, le sostanze contenute nei cosmetici, a contatto con alcune parti del corpo, possano risultare dannosi per la salute o comunque generare irritazioni e reazioni allergiche agli ignari consumatori.

Vende hashish ai ragazzini dalla finestra di casa: arrestato

Salerno. Vendeva droga da casa affacciandosi alla finestra della propria abitazione in via Raffaele De Martino nella zona popolare del Carmine. Un via vai di ragazzini, alcuni minorenni, che ha insospettito gli agenti della polizia che hanno approfondito quei comportamenti e in un servizio di osservazione hanno bloccato lo spacciatore e l’hanno arrestato. E’ successo mercoledì pomeriggio quando i poliziotti hanno notato due ragazzini minorenni avvicinarsi a quella finestra e scambiarsi cenni di intesa con un giovane I.A. I due ragazzini una volta usciti dal portone sono stati bloccati e controllati dalla polizia che hanno trovato alcuni pezzetti di hashish. I due minorenni, spaventati, hanno raccontato tutto prima ai poliziotti in strada e poi in commissariato. La casa dello spacciatore è stata perquisita. Gli agenti hanno trovato droga pronta ad essere venduta e contanti. Per lui è scattato l’arresto ed è stato trasferito nel carcere di Fuorni. Gli investigatori non gli hanno contestato lo spaccio semplice ma gli hanno riconosciuto un aggravamento del titolo di reato vista l'età minore dei due clienti fermati e segnalati alla Prefettura.

Torre Annunziata, proiettile nel campetto dell'oratorio

Torre Annunziata. Un proiettile inesploso è stato ritrovato abbandonato nei pressi di un campetto dell’oratorio dei Salesiani. Un altro allarme che viene dalla zona sud di Torre Annunziata, un’area disagiata. Non si sa chi abbia perso quel proiettile, negli ultimi giorni l’oratorio ha visto una grande affluenza di persone e ragazzini per la festa di San Giovanni Bosco. Probabilmente un ragazzino, le impronte di chi l’ha ritrovato ha cancellato quelle del proprietario. I carabinieri della compagnia di Torre Annunziata hanno repertato il proiettile calibro 38 special per una pistola a tamburo. Il colpo era inesploso e quindi non uscito da un’arma. Era nei pressi di un campo di pallavolo dove centinaia di ragazzini prima avevano calpestato il suolo. Difficile da capire il proprietario, l’oratorio è frequentato soprattutto dai ragazzini della zona che vivono in condizioni disagiate, con storie difficili.

L'alunno accoltella la prof a scuola e il sindaco vuole fare una petizione contro Gomorra

L'alunno accoltella la prof a scuola e il sindaco vuole fare una petizione contro Gomorra. Ecco l'ultima "novità"  sociale sul tema della violenza tra i giovani. A Santa Maria a Vico, comune della provincia di Caserta, impera lo sgomento e l'incredulità per quanto accaduto alla professoressa dell'Istituto Bachelet Majorana, ferita al volto da un coltello per mano di un suo alunno. Il sindaco del comune nel casertano, Andrea Pirozzi, ha voluto vederci chiaro sulla dinamica dei fatti e, per avere un quadro completo, dopo essere stato avvisato da alcuni collaboratori scolastici, si è recato presso l'Istituto dove ha sostenuto un intenso colloquio con la preside Maria Giuseppa Sgambato anche Consigliere comunale.
Il racconto della preside, comeriporta Il Mattino, è stato molto preciso rispetto al ferimento della professoressa Franca Di Blasio alla quale il sindaco Pirozzi esprime tutta la sua vicinanza e solidarietà anche a nome della intera comunità di Santa Maria a Vico.Nessun colloquio invece con la famiglia del ragazzo o con il ragazzo stesso, residenti nel comune di Acerra. Una brutta vicenda per la quale il sindaco non risparmia moniti e commenti, ritenendo che in Italia debba essere applicata la certezza della pena aldilà dell'età di chi ha commesso il reato.
Ma non finisce qua. Il sindaco Pirozzi non usa di certo il fioretto per esprimere la sua opinione rispetto alla serie tv Gomorra che ritiene diffondere messaggi non educativi né formativi ma che anzi crea scompiglio tra i giovani, soprattutto i più deboli. A tal proposito i sindaco lancia una proposta a tutte le istituzioni del territorio provinciale casertano per una petizione popolare che possa abolire la serie tv incriminata. Secondo il sindaco infatti, i ragazzi, non sono dotati di una solida struttura per affrontare certi temi, si esaltano e tendono ad emulare i loro idoli senza rendersi assolutamente conto dei danni che possono arrecare alla società.

Napoli, funziona il piano 'Sicurezza giovani' contro le baby gang. I DATI

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Napoli. Il contrasto al fenomeno della baby gang sembra funzionare dopo l'entrata in vigori  da 15 giorni del piano piano "Sicurezza Giovani" a Napoli voluto dal ministro degli Interni, marco Minniti. Cento uomini: 40 agenti della Polizia di Stato; 40 militari dell'Arma dei carabinieri e venti finanzieri. Per un totale di circa 40 pattuglie aggiuntive che integrano l'ordinaria attività svolta dalle Volanti dell'Upg, dalle Gazzelle del Radiomobile, dai nuclei delle fiamme gialle e che vengono impiegate nell'arco di un orario che va dalle sette del mattino alle tre della notte. Il dislocamento sul territorio delle pattuglie viene di giorno in giorno modulato in base alle esigenze, agli allarmi e alla pianificazione congiunta decisa dai comandi di polizia e carabinieri. Sono incoraggianti i dati, come riporta Il Mattino, del lavoro svolto  dal 19 gennaio a ieri.

Polizia di Stato. A Napoli sono stati controllati 1454 giovanissimi, 91 dei quali minori di 14 anni: 48 hanno precedenti di polizia. Nove i minori arrestati dalla Questura. I carabinieri hanno, dal canto loro, identificato e controllato 977 minorenni, 63 quali con età inferiore ai 14 anni (21 risultano avere precedenti). L'attenzione degli investigatori si è concentrato molto sugli scooter visto che i giovani si muovono con quel mezzo di locomozione. La sola Questura ha monitorato 572 moto, sequestrandone ben 72, mentre i militari del comando provinciale hanno proceduto a oltre una quarantina di sequestri. Una ventina i coltelli trovati indosso ai giovanissimi, e sottratti da agenti e carabinieri.
Polizia municipale. Nel progetto "Sicurezza giovani" un ruolo importante è anche quello affidato ai vigili urbani. In questo ultimo mese i caschi bianchi hanno realizzato una cinquantina di posti di blocco nelle aree più "calde" della città: soprattutto tra piazza Carlo III, via Foria, Rione Traiano e lungo il tratto che va da piazza Carità a piazza Trieste e Trento, notificando 2851 verbali per infrazioni al codice della strada. Solo da tre giorni però il Comando di via de Giaxa è riuscito a poter utilizzare  lo spazio della "Stella Polare", che si trova tra via Marina e il corso Arnaldo Lucci destinato a ospitare soprattutto gli scooter sequestrati visto che con la saturazione degli altri spazi si era stati costretti a ridare in custodia ai proprietari gli scooter sequestrati.

Condannata la banda dei rumeni che riduceva i bimbi in schiavitù

Pesanti condanne per il gruppo di rumeni che gestiva il business dei giovani "schiavi" ma anche l'immigrazione clandestina nell'agro nocerino sarnese con minorenni costretti a chiedere l'elemosina e pestati e ridotti alla fame in caso non portassero i profitti che i capi si aspettavano. Otto anni di carcere sono stati inflitti al capo Zoltan Kozak e alla moglie Cornel Coaniciu , sei anni invece all'altro capo Mihaly Matyas e alle altre due donne rumene che collaboravano nel traffico di schiavi. La scoperta era stata fatta  nel 2016 quando i carabinieri di Nocera arrestarono tra l'agro e Caivano cinque cittadini della Romania in due diverse operazioni. Dalle indagini era emerso che il gruppo aveva fatto giungere clandestinamente in Italia oltre 30 persone. La banda operava in un campo abbandonato, alle spalle dello stadio di Nocera Inferiore. Dalle indagini condotte dai carabinieri era venuto fuori uno scenario inquietante: ragazzini minorenni "schiavi" costretti a chiedere l'elemosina in tutti i comuni dell'Agro. Come ai vecchi tempi venivano accompagnati ovunque: vicino ai semafori, supermercati, chiese, ospedali strutture pubbliche, banche.Chi tra i ragazzini osava ribellarsi o tornava a casa a mani vuote, veniva picchiato o peggio, non gli si concedeva neanche di mangiare.

Gli schiavi dovevano versare ai capi dell’organizzazione dai 10 ai 15 euro al giorno per estinguere il debito di viaggio e alloggio offerto dalla gang. I tre in concorso con altri tre connazionali, tra i quali anche il figlio minore di Kozak – secondo l’accusa – erano un gruppo criminale che reclutavano connazionali in Romania per portarli in Italia e indurli a mendicare. Quando le povere vittime provavano a ribellarsi venivano picchiate e costrette a ritornare in strada per fornire ai capi la paga quotidiana. A occuparsi del trasporto in Italia dei connazionali Cornel Comaniciu che prendeva dai paesini più poveri del paese, diseredati ai quali paventava la possibilità di una vita migliore. Ma giunti in Italia, i rumeni – donne e uomini – venivano assegnati a una zona nella quale dovevano chiedere l’elemosina per pagare il viaggio in Italia e fornire al gruppo criminale lauti guadagni.Le vittime venivano ospitate in un campo nei pressi dello Stadio San Francesco, costretti all’accattonaggio e a vivere in una situazione di degrado e povertà. L’ospitalità e il viaggio in Italia dovevano essere pagati con turni estenuanti dinanzi ai semafori, o davanti ai luoghi di culto e negozi qualsiasi fossero le condizioni meteorologiche. Il debito non si estingueva mai e i ragazzini schiavi erano costretti per anni a sottostare alle richieste del gruppo criminale. Fino a febbraio scorso, quando i carabinieri arrestarono i tre.

Cuba: suicida il figlio maggiore di Fidel Castro, era depresso

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Fidel Castro Diaz-Balart, il figlio maggiore dell'ex presidente cubano Fidel Castro, si e' suicidato. Lo ha reso noto la tv di stato cubana aggiungendo che 'Fidelito' (cosi' veniva chiamato), 69 anni, "da mesi soffriva di una grave depressione". Fidel Castro Diaz-Balart era l'unico figlio nato dal primo matrimonio del padre della rivoluzione cubana, con Mirtha Diaz-Balart, sorella aristocratica di un suo compagno di universita' sposata nel 1948 quando la ragazza aveva 22 anni. 'Fidelito', nato un anno dopo e poco prima dell'inizio della rivoluzione, cosi' chiamato a causa della grande somiglianza con il padre, secondo la tv era stato ricoverato in ospedale per i traumi seguiti alla depressione, e successivamente era stato assistito a livello ambulatoriale da una equipe di medici. Fisico nucleare (aveva studiato in Russia) e consigliere scientifico del Consiglio di Stato (il massimo organo di governo cubano), era anche vicepresidente dell'Accademia delle Scienze. Una delle ultime occasioni in cui Fidel Jr era stato visto in pubblico, i funerali del padre nel novembre 2016, e l'investitura dello scienziato americano Peter Agre, premio Nobel 2003 per la chimica, come membro dell'Accademia delle Scienze di cuba, nell'agosto dell'anno scorso all'Avana. Tra il 1980 e il 1992 e' stato il responsabile del programma nucleare cubano e del progetto di costruzione della prima centrale nucleare, Jaragua, a Cienfuegos, nel centro dell'isola, poi interrotto negli anni '90 per mancanza di fondi.

Acerra, il padre dell'alunno che ha accoltellato la prof: 'Mio figlio ha fatto una schiocchezza'

Il Pm del Tribunale dei minori Miraglia del Giudice ha questa sera disposto il fermo dell'alunno 17enne studente dell'Istituto Bachelet di Santa Maria a Vico, in provincia di Caserta, che questa mattina, durante una lezione, si è scagliato contro la sua insegnante di italiano provocandole una ferita alla guancia sinistra, con un coltello. Il minore è ritenuto responsabile di lesioni aggravate e porto illegale di oggetti atti ad offendere. Il giovane verrà accompagnato presso il Centro di Prima Accoglienza minorile di Napoli Colli Aminei. L'alunno avrebbe reagito a una nota messa dalla professoressa di italiano sul registro di classe per scarso rendimento. La professoressa, Franca Di Blasio di 54 anni, e' stata ferita alla guancia sinistra, ed e' finita in ospedale con una prognosi di 15 giorni e parecchi punti di sutura. Poco dopo sul posto sono giunti i carabinieri della locale stazione che hanno bloccato l'adolescente. Dopo averlo ascoltato, il pm del Tribunale dei Minori ha disposto il fermo per lesioni aggravate e porto illegale di oggetti atti ad offendere a carico del minore, che e' stato condotto a Napoli al centro di prima accoglienza minorile dei Colli Aminei. L'episodio ha provocato numerose reazioni. Il ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli, ha espresso "ferma condanna" del fatto, e ha contattato l'insegnante ferita al volto, alla quale ha espresso "piena solidarieta' e vicinanza a lei, alla dirigente, a tutto il corpo docente". "E' inaccettabile - ha dichiarato il ministro - il fatto stesso che lo studente sia andato a scuola portando con se' un coltellino". Anche gli studenti dell'istituto, con una nota pubblicata sulla pagina Facebook della scuola, hanno condannato l'episodio. "Intendiamo assolutamente dissociarci e condannare l'atto di violenza di cui si e' reso protagonista uno studente del nostro istituto" hanno scritto nel post; "il gesto - hanno proseguito - ci lascia amareggiati e stupiti. Esprimiamo il nostro affetto alla professoressa e all'intero corpo docente che quotidianamente si prende cura di noi, non solo istruendoci, ma soprattutto educandoci al rispetto delle regole e delle persone". Sul caso e' intervenuto anche il consigliere regionale nonche' presidente del Pd campano, Stefano Graziano, secondo cui "non si puo' restare in silenzio di fronte a questo gravissimo episodio che va contro qualsiasi principio educativo e formativo". "Conosco - ha detto - l'impegno e la dedizione di chi guida l'istituto, diventato un punto di riferimento per la Valle di Sessuola". Sui social sono decine i post di professori atterriti per quanto successo. Tutti invitano a fermarsi e a riflettere. Non ha riflettuto un attimo invece il 17enne aggressore, residente ad Acerra. Quando e' entrato a scuola aveva con se' un coltello a serramanico; al pm e al capitano dei carabinieri Stefano Scollato, lo studente ha raccontato di averlo trovato al di fuori della scuola. In classe, tutto sarebbe nato dalla decisione della docente di interrogare il 17enne; proposito da cui la docente avrebbe desistito dopo le lamentele del 17enne. "A quel punto - ha riferito lo studente - le ho chiesto di andare in bagno ma lei non ha voluto, e mi ha messo una nota; le ho chiesto di togliermela, abbiamo litigato e ho preso il coltello. Non volevo colpirla". Il padre del giovane alunno, che non ha mai avuto problemi con la giustizia, si e' detto sorpreso. "Mio figlio ha fatto una stupidaggine". L'assessore all'Istruzione Lucia Fortini esprime, anche a nome di tutta la giunta regionale della Campania, piena solidarieta' e vicinanza alla professoressa Franca Di Blasio dell'Istituto Ettore Majorana di Santa Maria a Vico per l'aggressione subita. "Quanto e' accaduto oggi - commenta l'assessore Fortini - lascia davvero senza parole, ma e' l'ulteriore segnale che proprio sulla scuola bisogna investire per affrontare il malessere e il disagio giovanile, partendo dagli insegnanti che, soprattutto in tanti istituti e territori di frontiera, sono in prima linea in questa difficile battaglia, spesso, purtroppo, rischiando in prima persona. Noi dobbiamo fare in modo che episodi terribili, come quello di oggi in provincia di Caserta, non si ripetano piu'". "Serve per questo - conclude Fortini - anche molto dialogo con le famiglie, soprattutto con quelle che vivono situazioni difficili, e che non possono essere lasciate sole. Dall'educazione dei figli, dal tipo di persone che saranno domani, dipende molto del futuro della nostra regione".

L'Ala non vola più: verdiniani "sedotti e abbandonati" da Renzi

L' Ala non vola più: verdiniani "sedotti e abbandonati" da Renzi. Da stampella del governo a indesiderati, da compagni di viaggio a zavorra. O, se preferite, parafrasando dal titolo di un celebre film: "sedotti e abbandonati". E' quanto il destino, triste e amaro, ha riservato in dote al gruppo parlamentare dei Verdiniani, l'agguerrita pattuglia di senatori capitanata dall'ex plenipotenziario del Cavaliere, lasciata letteralmente a piedi in questa tornata elettorale e consegnata, brutalmente, al ruolo di mera spettatrice mentre tutto intorno infuria la battaglia per accaparrarsi un seggio in Parlamento. Tutta colpa del buon Matteo Renzi, asseriscono i soliti beninformati. Sì, proprio lui. Perché a voler dare retta alle solite "voci di dentro", svestiti (da un pezzo!) i panni del "picconatore", il leader del Pd avrebbe pensato bene di indossare quelli del "cacciatore" tirando una bella schioppettata sull'Ala (Alleanza LiberalPopolare Autonomie) volante del vecchio Denis, dopo averla utilizzata, nell'ultimo scorcio di legislatura, per puntellare una maggioranza - la sua - messa sempre più alle corde dai ricorrenti mal di pancia dei bersaniani. Alla faccia dell'ingratitudine! sbotta qualcuno nei corridoi ormai semi-deserti di Palazzo Giustiniani (dove ancora ha sede ciò che resta del gruppo Ala). Cosa ne sarebbe stato della legge sulle "Unioni Civili" senza l'apporto salvifico dei verdiniani e quante volte l'esecutivo sarebbe finito sotto se non fosse accorso in suo aiuto la schiera soccorritrice di Denis?
Un apparentamento. Non cercavano altro i verdiniani. Entrare a far parte della coalizione di centrosinistra dopo averla sostenuta tante e tante volte in Parlamento, contro tutto e contro tutti. Farne semplicemente parte, così come la squadra del ministro Beatrice Lorenzin, anche lei, tutto sommato, con un passato berlusconiano alle spalle eppure non sgradita, anzi, ben accolta con tanto di tappeto rosso.
Verdini, si sussurra, ci ha provato fino all'ultimo a traghettare il suo neonato Partito Repubblicano (pensate: l'ex fedelissimo del Cav è stato uno dei primi a depositare il rispolverato logo dell'edera al Viminale) nell'orbita della coalizione capitanata dal leader dem. Era convinto che, in fondo, gli toccasse un po' di diritto dopo aver già masticato amaro, una volta, in epoca di rimpasto (col passaggio da Renzi a Gentiloni), quando si vide costretto ad incassare lo "zero spaccato" nella casella degli incarichi di governo. Erano o non erano stati quelli di Ala la stampella dell'esecutivo? E allora perché nessuna poltrona? Perché manco lo straccio di un sottosegretariato? Ma ora no.
Archiviato il passato, messaci una bella pietra sopra, ora bisognava solo apporre il sigillo ad un patto, è vero, mai scritto ufficialmente, ma tutto sommato evidente, palese. Dato e ratificato decine e decine di volte nelle innumerevoli votazioni che si erano succedute nell'Aula di Palazzo Madama.
Che male ci sarebbe stato a correre insieme, a continuare un percorso che li aveva visti, spesso e volentieri, procede a braccetto?
E allora giù, di riffa e di raffa, con i tavoli delle trattative, gli incontri e i "faccia a faccia" tirati fino a notte tarda.
Il leader di Ala, nelle ultime settimane, ha riunito più volte i suoi. Ha incontrato i "vertici" del Pd. Ha rassicurato, stilato mappe e piani di battaglia. Qua il collegio a tal dei tali, là la casella del proporzionale. Tu corri di qua, tu ti schieri di là. Tutto sembrava fatto, l'accordo dato addirittura per imminente. Si trattava veramente di smussare gli angoli (almeno questa era la sensazione che trapelava all'esterno). Ma poi, in extremis, quando ormai era già troppo tardi per stilare un "Piano B", ecco arrivare il redde rationem, quello che non t'aspetti. La classica doccia fredda.
Il buon Matteo spiazza tutti. Rompe con la minoranza interna di Orlando ed Emiliano (il governatore pugliese, punto nel vivo, già parla di rifondazione post voto) e, peggio ancora, dà il benservito agli scomodi "alleati".
Verdini? No grazie. Chi si allea con il "mostro cattivo", il plurinquisito, l'ex berlusconiano di ferro, l'indesiderabile? Sai poi la stampa che ci combina se perdiamo? No, meglio ballare da solo.
Una mazzata che ha azzoppato una vasta pattuglia di senatori tra cui spiccavano anche quattro campani non proprio di primo pelo come Ciro Falanga e Antonio Milo (entrambi con più di una legislatura alle spalle), ma anche Pietro Langella ed Eva Longo (radicatissimi sui territori). E che, si narra, avrebbe fatto versare addirittura lacrime di dolore a più di un escluso che già accarezzava la riconferma e che ora proprio non riesce a darsi pace.
"Renzi è un ingrato. Con lui avevo un patto" si sarebbe giustificato Denis (lo rivela un retroscena pubblicato da Fabrizio D’Esposito sul Fatto Quotidiano). "Quest'estate - avrebbe detto - mi ha cercato Berlusconi, era agosto, e mi ha chiesto di organizzargli la quarta gamba di centro". Ma Denis avrebbe raccontato di aver rifiutato la proposta perché, è l'accusa: "Matteo mi aveva assicurato al 100% che saremmo andati nel centrosinistra".
Altro che rassicurazione! Altro che centrosinistra! E dire che più di uno tra i verdiniani, in particolare a Sud del Garigliano, aveva ricevuto lusinghe ed avances anche da parte di altri schieramenti politici. Ma loro no: fedeli all'Ala, fedeli al percorso fatto finora, fedeli alla parola data, avevano rispedito, gentilmente, le richieste al mittente aspettando fino all'ultimo l'aprirsi di un miracoloso spiraglio. Una correttezza, evidentemente, pagata a caro prezzo, con il siluramento più amaro e inaspettato.
"Il tradimento non è una categoria valida in politica. È vero, ma dovrebbe esserlo la lealtà di mantenere gli impegni assunti" si affretta a spiegare il vulcanico senatore Vincenzo D'Anna, uno dei più carismatici esponenti della pattuglia parlamentare di Ala. Uno che nella legislatura da poco consegnata agli annali, non le ha di certo mandate a dire e che, già ad ottobre, aveva preferito tirarsi fuori dai giochi (annunciando che non si sarebbe ricandidato) per potersi dedicare all'Ordine dei Biologi (di cui è stato eletto recentemente presidente).
Fu proprio D'Anna d'altronde, qualche settimana prima di Natale, a "bacchettare" bonariamente Verdini profetizzandogli, alla bouvette di Palazzo Madama, davanti a una nutrita schiera di persone, quel che poi sarebbe puntualmente accaduto. "Da Renzi non mi sono mai aspettato niente - ammette lui - d'altronde lo si doveva capire quando non fummo accolti all'interno della maggioranza, pur avendola sostenuta in maniera leale in tante situazioni. Si sarebbe dovuto capire che Renzi, uno che pensa di essere De Gasperi, ma in realtà, è solo un bulletto di periferia, era uno che non voleva perdere nulla del suo e tutto gli andava bene solo finché riceveva qualcosa dagli altri". "Vedrete - profetizza ancora D'Anna - se non ci saranno maggioranze uscite dalle urne, il governo di larghe intese sarà tra Renzi e Berlusconi. Per similitudine caratteriale". Ci avrà azzeccato anche stavolta?

Superenalotto, nessun 6 ne 5+, il Jackpot sale a 94,3 milioni di euro

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Anche con il Concorso Superenalotto/SuperStar n.14 di oggi:nessun '6' né '5+' al concorso di oggi del Superenalotto. Realizzati quattro '5' che vincono 45.212 euro ciascuno. Il jackpot stimato per il prossimo concorso sale a 94,3 milioni di euro.

Questa la Combinazione Vincente: 20,45,51,63,85,89 Numero Jolly: 2, Numero SuperStar: 48

Queste invece le quote del Concorso Superenalotto/SuperStar n.14 di oggi:

Superenalotto Punti 6: NESSUNO

Punti 5+: NESSUNO

Punti 5: 4 totalizzano Euro: 45.212,36

Punti 4: 382 totalizzano Euro: 506,20

Punti 3: 16.925 totalizzano Euro: 33,30

Punti 2: 283.591 totalizzano Euro: 6,07

SUPERSTAR

Punti 6SB: NESSUNO

Punti 5+SB: NESSUNO

Punti 5SS: NESSUNO

Punti 4SS: 5 totalizzano Euro: 50.620,00

Punti 3SS: 99 totalizzano Euro: 3.330,00

Punti 2SS: 1.806 totalizzano Euro: 100,00

Punti 1SS: 12.717 totalizzano Euro: 10,00

Punti 0SS: 29.424 totalizzano Euro: 5,00

Vincite Immediate: 13.248 totalizzano Euro: 331.200,00

 

Stesa di camorra a Barra nel quartiere generale degli Aprea-Cuccaro

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E' stato un attacco violento, inaspettato ma soprattutto clamoroso perhè questa volta, ed è la prima volta dopo tanti anni, che una stesa di camorra colpisce il cuore di Barra. Poco dopo le 20 infatti due pistoleri in sella a una moto di gorssa cilindrata e con il capo coperto da caschi integrali sono penetrati in via Mastellone a Barra scaricando una ventina di proiettili contro i palazzoni che sono il quartiere generale del clan Aprea-Cuccaro. Alla scena hanno assistito numerosi passanti che impauriti hanno cercato di nascondersi tra le auto in sosta. Sul posto le forze dell'ordine per i rilievi balistici. Gli investigatori ritengono che la clamorosa stesa di stasera rappresenti l'ennesimo atto di risposta da parte dei reduci del clan De Micco di Ponticelli contro il cartello di famiglia degli Aprea-Cuccaro e Minichini-Schisa che si sono alleati all'indomani del blitz del mese scorso che portò in carcere il boss Luigi De Micco e i suoi fedelissimi. Le altre famiglie malavitose della zona hanno creato un'allenaza per riprendersi la zona dalla quale erano state cacciacte negli ultimi anni dai "Bodo"e dal mese scorso si sono registrate una serie di stese. Quella di stasera vuole significare che si è alzato il tiro.

Tra lontri e lontre il corso del Fiume Sarno ha dipanato la sua grande storia di frontiera d’acqua

Tra Lontri e Lontre: l’incipit del titolo di questo articolo può apparire un po’ provocatorio. Ma esso non vuole mettere in discussione la “grande” storia di un “piccolo” fiume e della sua davvero piccola colonia di lontre le quali - come abbiamo già raccontato - popolano le sue acque più pulite.
Il Sarno è un fiume breve, una frontiera d’acqua lunga meno di 25 chilometri, che attraversa però ben tre province e vanta un bacino idrografico di tutto rispetto, esteso su un area di circa cinquecento chilometri quadrati. Insomma un primato.
Com’è suo purtroppo un altro indiscusso - ma triste - primato detenuto per decenni nella seconda metà “secolo breve”, il Novecento, e che detiene tuttora: il primato di fiume più inquinato d’Europa. Questo è un primato che però forse ha perso.
Ma solo perché l’inquinamento, non quello dei reflui urbani, ma quello più letale dei reflui tossici industriali si è apprezzabilmente attenuato, travolto anch’esso dalla crisi globale degli ultimi anni. E da quella della industria conciaria.
La Solofrana oggi non affonda più la sua lama liquida mortale nelle acque fredde del Dragone, a spegnerne la vita biologica che si era ridotta alle fetide tracce rossastre dell’industria del pomodoro, che sperò sempre meno ne punteggiano l’acqua color marrone, ora che la lavorazione dell’oro rosso si è spostata in Puglia.
Quello di Dragone è stato il nome più gettonato nei secoli, attribuito al fiume anche nelle sue forme più lievi e gentili, come Dragoncello o in quelle più impervie e strane, come Draco, Draconzio o anche Draconte.
Questo altalenare di nomignoli era sopravvenuto dopo che esso aveva perso il nome originario di Saron - da cui poi Sarno - portato qui da genti pelasgiche provenienti dal mare all’oriente del Peloponneso e attratte dalle fertili coste campane.
IL Lontro, in antico Linter o anche Lunter, era la tipica imbarcazione a fondo piatto del Sarno, presente però in altri fiumi del sud con leggere variazioni.
Esso era in realizzato normalmente in legno di quercia e lungo circa 5 metri. E il lontraio lo faceva avanzare silente manovrando una lunga pertica nell’acqua pescosa e trasparente.
Per bilanciare la poppa si ricorreva a un blocco una pietra in tufo imbibita di acqua. Gli attuali e superstiti lontri - forse ormai meno delle dita di una sola mano in tutto il corso del Sarno - richiamano nella loro essenzialità formale gli antichissimi lontri scoperti a Lòngola durante gli scavi del sito protostorico.
I battelli del “bronzo medio” longoliano erano però monossili, cioè formati da un unico tronco in cui erano “scavati”dalle sapienti mani sarrastre.
I lontri “moderni” erano invece formati da tavole inchiodate e connesse saldamente. Il Parco Archeofluviale di Lòngola potrà essere anche questo: contenitore e custode delle testimonianze antropiche della cultura materiale della Valle del Sarno, divenendo così un vero e proprio Museo Territoriale.

Federico L.I. Federico

Droga nelle federe dei cuscini, arrestata lady dello spaccio del rione Pazzigno

Napoli, Spaccio al Rione Pazzigno di San Giovanni a Teduccio: in manette Mariarca Marino. Questa mattina, gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato di ”Ponticelli”, hanno arrestato la donna di anni 30, per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Nell’ambito delle azioni di contrasto dello spaccio di stupefacenti nelle cosiddette “piazze di droga” del quartiere San Giovanni a Teduccio e precisamente nel rione “Pazzigno”, i poliziotti dopo un’attenta attività di indagine, con appostamenti e pedinamenti, sono riusciti a bloccare, al Corso San Giovanni, Marino Mariarca con addosso delle dosi, già confezionate, di eroina e cocaina. Gli agenti hanno effettuato un controllo presso l’abitazione della donna, dove all’interno delle federe per cuscini, sono state trovate altre dosi già confezionate. Le sostanze stupefacenti distinte in 694,45 grammi di eroina e 41,87 di cocaina sono state sequestrate.La donna è stata arrestata e condotta presso il carcere femminile di Pozzuoli.

Ex dirigente comunale corrotto da Romeo, Salzano era finito nell'inchiesta 'Global service' ma fu assolto

Napoli. Quell'ex dirigente era stato già coinvolto, dieci anni fa, nell'inchiesta sul 'sistema Romeo'. Vincenzo Salsano, 66 anni, destinatario oggi di un avviso di garanzia nell'ambito dell'inchiesta sugli appalti Romeo era già stato coinvolto nell'indagine 'Global Service, coordinata dalla Dda di Napoli. In quel processo era stata ipotizzata l'esistenza del cosiddetto ''Sistema Romeo'' che, secondo gli inquirenti avrebbe governato l'assegnazione degli appalti a Napoli grazie ad accordi illeciti con amministratori e funzionari pubblici. Tutti gli imputati, al termine del processo con rito abbreviato, furono assolti, compresi Romeo e Salzano, che all'epoca ricopriva la carica di dirigente del settore manutenzione stradale del Comune.
Le nuove indagini avviate dalla procura di Napoli - pm Celeste Carrano, Henry John Woodcock e Francesco Raffaele - hanno riproposto l'esistenza di un sistema corruttivo che farebbe capo ad Alfredo Romeo, una tesi che finora ha trovato conferme nelle decisioni del gip e del Tribunale del Riesame. E oggi, per un singolo presunto episodio corruttivo, è rispuntato il nome di Salzano, indagato in concorso con l'imprenditore napoletano per le autorizzazioni, in cambio di ''utilità'' come recita il decreto di perquisizione eseguito dai carabinieri, relative allo spostamento di due pali dell'illuminazione che erano situati davanti all'Hotel Romeo, in via Cristoforo Colombo, e alla pedonalizzazione della Piazzetta del Leone adiacente all'albergo. Una ipotesi che si regge su intercettazioni ambientali e telefoniche dalle quali, secondo i magistrati, emerge ''un 'pactum sceleris' di natura corruttiva tra Salzano e Romeo''.

Vomero-Arenella: materassi abbandonati per strada

“ Senza la collaborazione dei cittadini i problemi connessi ai rifiuti solidi a Napoli non potranno mai essere risolti – afferma Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari -. Per questo è auspicabile che le istituzioni preposte, oltre a mettere in campo tutti i controlli del caso, intensifichino campagne d’informazione e di sensibilizzazione lanciando l’appello a tutti affinché Napoli torni definitivamente pulita “.
“ Campagne di sensibilizzazione che coinvolgano tutti i quartieri del capoluogo partenopeo – continua Capodanno -. Anche quelli cosiddetti bene, dove però si verificano episodi che lasciano sconcertati “.
“ Come l’abbandono in strada di rifiuti ingombranti senza attivare l’apposito servizio messo gratuitamente a disposizione dall’azienda incaricata per il prelievo a domicilio - puntualizza Capodanno -. L’ultima testimonianza di questo inaccettabile stato di cose è costituita, in questi giorni, da due materassi, a poco distanza l'uno dall'altro, abbandonati per strada “.
“ E’ auspicabile – conclude Capodanno – che si provveda al più presto alla loro rimozione, mettendo inoltre in campo tutte le iniziative, anche individuando e sanzionando i trasgressori, affinché episodi del genere non abbiano più a ripetersi “.

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