La denuncia di Gratteri: “Il processo telematico non funziona, l’App è vecchia”

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“La centralizzazione dei server per le intercettazioni telefoniche è pericolosa. Un’organizzazione criminale o terroristica può pagare un bravo hacker che buca il server e si appropria di tutte le intercettazioni di tutte le Procure d’Italia. Così per la centralizzazione di tutta l’informatica. Attenzione all’ossessione di centralizzare tutto”.

Lo ha affermato Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica di Napoli, durante un’audizione nella commissione Giustizia alla Camera, nell’ambito del decreto legislativo in materia di efficienza del processo penale, nonché di giustizia riparativa e disposizioni per la celere definizione dei procedimenti giudiziari.

Il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ha sottolineato che la giustizia riparativa “in Italia appare complessa e difficile da praticare” a causa delle pressioni esercitate dalla criminalità organizzata.

Nel corso dell’audizione in Commissione Giustizia alla Camera, durante l’esame dello Schema di decreto legislativo, Gratteri ha dichiarato che “in un contesto di criminalità organizzata, è ipotizzabile l’intimidazione o il condizionamento delle parti offese, tali da indurle a rinunciare alla pretesa punitiva e al risarcimento nel timore radicato di ritorsioni”.

Ha inoltre sottolineato che la giustizia riparativa sembra favorire ulteriormente l’imputato e sottrarlo alle conseguenze della sua condotta illecita, piuttosto che promuovere una reale riparazione per le vittime.

”Si è detto all’Europa che con il sistema App avremmo velocizzato i processi penali. Il sistema doveva entrare in funzione il 2 gennaio, ora non funziona o al massimo al 20%, ora l’archiviazione di un processo richiede due ore e il sistema App si utilizza solo per l’archiviazione, non l’intera informativa via telematica.

App è nato vecchio, farraginoso, non sono stati scelti tecnici, ingegneri informatici capaci di andare più veloce rispetto ai sistemi telematici precedenti. Quelli di prima erano più parziali, ma più veloci e nessuno si crea problemi”.

”Anche la centralizzazione dei server per le intercettazioni telefoniche è un rischio, le organizzazioni criminali possono pagare gli hacker, prendendosi server e avendo intercettazioni delle procure d’Italia, attenzione all’ossessione di centralizzare tutto – ha aggiunto Gratteri -, gli hacker, che entrano in aziende private, possono entrare nei ministeri, attenzione, a chi propone leggi va richiesto quale è il target di sicurezza, gli hacker sono la nuova frontiera del crimine, del riciclaggio e della sicurezza”.


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