Edicole napoletane si rifiutano di vendere il quotidiano di Feltri

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Non accenna a diminuire la polemica tra i napoletani e Vittorio Feltri. Dopo le farneticanti esternazioni in tv del direttore di Libero e dopo la rivolta social e del mondo politico del Sud Italia da stamane alcune edicole napoletane hanno affisso i cartelli in cui dichiarano che si rifiutano di vendere il giornale diretto da Feltri. Tra i promotori di questa iniziativa vi sono l’edicolante Fabio Di Martino, titolare di un’edicola a Piazza Carolina: “Siamo davvero stufi di questa persona e delle sue offese a sfondo razzista.”; e Aldo Esposito segretario provinciale del sindacato Sinagi Slc-Cgil di Napoli, che gestisce un‘edicola a via Luca Giordano: “Non è la prima volta che diamo vita ad un’iniziativa del genere. Anche quando Feltri mise in prima pagina quel titolo ‘piagnisteo napoletano’ adottammo le stesse misure. Sinceramente questo signore ci ha stancato.”

“ E’ un’iniziativa che condividiamo e appoggiamo. Ci sembra il minimo come risposta alle offese del direttore di Libero. Abbiamo lanciato con il conduttore radiofonico Gianni Simioli una petizione per chiedere che Vittorio Feltri venga radiato dall’albo dei giornalisti della Lombardia, che in poche ore ha raggiunto le 15 mila firme. Chiediamo inoltre che la Meloni e Salvini chiedano scusa ai meridionali per aver candidato nel 2015 Feltri come presidente della Repubblica. Di quali nefandezze sarebbe stato capace un presidente razzista eletto grazie alla Lega e a Fratelli d’ Italia?”-ha dichiarato il Consigliere Regionale del sole che ride Francesco Emilio Borrelli.

E sulla vicenda è tornato oggi anche il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris: “Feltri è una persona che si commenta da sola per le cose che ha detto e ripetuto, perché non è affatto la prima volta. La reazione è stata adeguata, attraverso l’attivazione di moltissime proteste. Questa e’ la risposta più netta che va data a chi vive la propria vita con una subcultura. Il Sud non ha bisogno di nessuno”. Lo ha detto su Radio Crc. De Magistris ha sottolineato che “continuano i racconti, le narrazioni gravemente discriminatorie ed offensive verso il Mezzogiorno che sono diventate quasi di routine e accettabili. In piena pandemia vedere delle ricostruzioni su Napoli e sul Sud ci fa riflettere, essendo questo un periodo storico in cui c’è la necessità di unione. Di questi tempi di Feltri mi importa davvero poco”.


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