Joan Miró. Il linguaggio dei segni: oltre 15 mila visitatori per il primo mese di esposizione al PAN

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La grande mostra “Joan Miró. Il linguaggio dei segni” al PAN Palazzo delle Arti Napoli, in via dei Mille 60, fino al 23 febbraio, è piaciuta tanto a cittadini, scuole e ai tanti turisti italiani, cinesi, giapponesi, inglesi, spagnoli e francesi in città. Oltre 15.000 visitatori hanno dato ampiamente ragione alla scelta dell’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, promotore dell’esposizione, organizzata dalla Fondazione Serralves di Porto con C.O.R. Creare Organizzare Realizzare.
La possibilità di visitare una mostra imponente e di potere ammirare il lungo periodo produttivo dell’artista catalano, dal 1924 al 1981, è stata colta come una grande opportunità, non solo dagli amanti dell’arte e di Miró ma anche dalle scuole, che ne hanno compreso il grande valore didattico, grazie alla straordinaria unicità dell’offerta formativa, ludica e creativa dei percorsi pensati e realizzati dagli operatori del Progetto PanKids, organizzati grazie alla collaborazione nata con la società organizzatrice dell’esposizione: C.O.R. Creare Organizzare Realizzare. PanKids infatti racconta (e gioca con) Joan Miró, attraverso una proposta diversificata di visite guidate, percorsi creativi e laboratori (per bambini, ragazzi, adolescenti, scuole di ogni ordine e grado, gruppi e famiglie).
Curata da Robert Lubar Messeri, professore di storia dell’arte all’Institute of Fine Arts della New York University, sotto la preziosa guida di Francesca Villanti, direttore scientifico C.O.R, la mostra propone una passeggiata composta da nove percorsi, da Il Linguaggio dei segni e la Ballerina del 1924, dove viene messo in evidenza come Miró sfrutta le molteplici funzioni della linea come contorno, come scrittura e, nel caso dell’orizzonte, come indicatore dello spazio, consentendo scambi produttivi di significato; fino a Le tele bruciate e la morte del segno, dov’è esposta una delle cinque tele esistenti al mondo, che Miró esegue con il tessitore Josep Royo, nel dicembre 1973,, insieme a una sequenza di fotografie che mostrano i passaggi di questo magnifico lavoro.



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