La Polizia postale: ecco come evitare truffe online e telefoniche

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Sono in aumento le denunce e le segnalazioni di casi di violenza in rete, riconducibili al revenge porn, alla sex estorsion, alla diffamazione online, alle cosiddette ‘truffe sentimentali’, molestie e sostituzione di persona. Per questo, nel corso dell’estate 2019, l’attività della Polizia postale e delle comunicazioni si è concentrata sul contrasto della criminalità informatica, ponendo una particolare attenzione alla diffusione di materiale pedopornografico e adescamento di minori online. Inoltre, le sempre più evolute tecniche di hackeraggio, attraverso l’utilizzo di malware inoculati mediante tecniche di phishing, stanno facendo aumentare a dismisura il numero soggetti attaccati, soprattutto nell’ambito dei rapporti commerciali. “In tale contesto, si riscontra – spiega la Polizia postale – il verificarsi, anche in ambito locale, del fenomeno denominato Bec fraud (business email compromise) o ‘man in the middle’, in cui l’attaccante, dopo aver guadagnato informazioni relative alle attività dell’azienda – come ad esempio il pagamento di fatture a certi fornitori – fa pervenire alla vittima una email confezionata in modo da dirottare il pagamento verso conti correnti nella disponibilità dei malviventi. In questi casi è fondamentale la tempestività della denuncia, dal momento che vi può essere la possibilità di recuperare le somme illecitamente sottratte all’azienda grazie all’uso di piattaforme in collaborazione con il mondo bancario”. Secondo la Polizia postale, è consigliabile che le aziende pongano una particolare attenzione alle caselle di posta elettronica e alle email contenenti allegati, privilegiando il rapporto diretto anche telefonico con l’interlocutore per accertare la veridicità delle fatture allegate. E’ in continua evoluzione anche il fenomeno delle truffe ‘inverse’ che si configurano attraverso la ricarica delle carte di credito prepagate in seguito alla pubblicazione di un annuncio di vendita da parte della vittima. A fronte di un annuncio su una piattaforma online, la vittima viene contattata dal presunto acquirente che propone il pagamento tramite la ricarica della carta di credito del venditore stesso mentre in realtà viene ricaricata quella del truffatore presunto acquirente. “A tal proposito, si raccomanda – sottolinea la Polizia – di non cedere a proposte di pagamento non conosciute che prevedono la ricarica della carta bancomat, dal momento che attraverso tale strumento e’ possibile unicamente effettuare pagamenti e non ricevere ricariche di contante”. Tra i principali consigli per le vacanze estive, la Polizia postale raccomanda: di non pubblicare sui social foto che facciano capire agli utenti della rete di trovarsi in luoghi lontani – magari per un arco temporale piuttosto lungo – in quanto e’ evidente che in questo modo si forniscono informazioni relative all’assenza dalle proprie abitazioni ad eventuali malintenzionati; di fare attenzione ai falsi operatori telefonici i quali, con la scusa di offrire delle condizioni di contratto a condizioni più convenienti, riescono ad ottenere dagli utenti, dopo un primo contatto telefonico, l’invio dei documenti di identità tramite la piattaforma WhatsApp. E’ evidente che in questo caso i documenti inviati possono con facilita’ essere usati per commettere degli illeciti e pertanto la Polizia postale ne sconsiglia sempre l’invio. La Polizia segnala, infine, che sono stati riscontrati alcuni casi in cui viene ricevuta una mail da un amico che spiega di trovarsi in grande difficolta’ all’estero dopo aver subito il furto del portafoglio e dei documenti. In tali casi la persona avanza una richiesta di denaro alla controparte, raccomandando discrezione per non far preoccupare parenti e amici, con la promessa di restituire la somma non appena rientrato in Italia. “Fortunatamente – spiega la Polizia – nella maggior parte dei casi si tratta di mail scritte in italiano sgrammaticato e quindi difficilmente in grado di trarre realmente in inganno la vittima. In ogni caso il consiglio e’ sempre quello di diffidare da tali richieste di aiuto e in caso di dubbio di contattare direttamente l’interessato”. Da ultimo, vengono segnalati alcuni casi di singolari convocazioni provenienti da diversi Enti pubblici, rivelatesi poi inesistenti, che dovrebbero far sorgere almeno il sospetto che ignoti abbiano cercato di far allontanare dalla propria abitazione alcuni utenti al fine di avere a disposizione un discreto arco temporale per porre in essere qualche atto illecito.


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