Napoli, ora Arturo Borrelli vittima del prete pedofilo di Ponticelli annuncia lo sciopero della fame

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Napoli. Nella lettera indirizzata a tutta l’umanità a firma di Papa Francesco, pubblicata qualche giorno fa, il pontefice fa riferimento alla preghiera e al digiuno. Una lettera che viene dopo la pubblicazione di un “rapporto in cui si descrive l’esperienza di almeno mille persone che sono state vittime di abusi sessuali, di potere e di coscienza per mano di sacerdoti, in un arco di circa settant’anni. Benché si possa dire che la maggior parte dei casi riguarda il passato, tuttavia, col passare del tempo abbiamo conosciuto il dolore di molte delle vittime e constatiamo che le ferite non spariscono mai e ci obbligano a condannare con forza queste atrocità, come pure a concentrare gli sforzi per sradicare questa cultura di morte; le ferite “non vanno mai prescritte”. Invito – si legge nel testo – tutto il santo Popolo fedele di Dio all’esercizio penitenziale della preghiera e del digiuno secondo il comando del Signore, che risveglia la nostra coscienza, la nostra solidarietà e il nostro impegno per una cultura della protezione e del “mai più” verso ogni tipo e forma di abuso”. Ad annunciare lo sciopero della fame è Arturo Borrelli, vittima di un sacerdote che avrebbe abusato di lui quando aveva 13 anni. Arturo da quasi 10 anni conduce una battaglia per far conoscere la sua terribile storia e per avere giustizia. Qualche mese fa il 40enne proveniente da Ponticelli, quartiere di Napoli, ha anche incontrato Papa Francesco che gli ha chiesto scusa per il male ricevuto e che avrebbe fatto luce sulla vicenda. La storia di Diego è venuta fuori nel 2012 quando denunciò le violenze commesse da don Silverio, il parroco della sua chiesa. Diego da anni conduce una battaglia contro la Curia di Napoli e chiede la rimozione dell’arcivescovo Sepe che è giunto ormai al pensionamento. Il cardinale che non ha commentato la vicenda ha spostato il sacerdote mandandolo in un convento al nord Italia. A seguito della lettera del Pontefice arriva anche il commento dell’avvocato di Arturo Borrelli che ha affidato il suo pensiero ai social. “Che il digiuno e la preghiera aprano le nostre orecchie al dolore silenzioso dei bambini, dei giovani e dei disabili. Digiuno che ci procuri fame e sete di giustizia e ci spinga a camminare nella verità appoggiando tutte le mediazioni giudiziarie che siano necessarie. Un digiuno che ci scuota e ci porti a impegnarci nella verità e nella carità con tutti gli uomini di buona volontà e con la società in generale per lottare contro qualsiasi tipo di abuso sessuale, di potere e di coscienza”. Sono attonito! Queste parole attribuite a Papa Francesco spero siano, in realtà, scritte da qualche Vs. funzionario poco informato o completamente lontano dalla realtà attuale – dice l’avvocato – Non mi sembra possibile che l’autore di questo scritto non abbia avuto il tempo di riflettere sui casi di pedofilia in ambito clericale attualmente al vaglio dell’autorità giudiziaria e sul gran numero di vittime, psicologicamente fragili, in attesa di giustizia . Non mi sembra possibile che questo scritto non sia apparso offensivo nei confronti di tutte le vittime di abusi sessuali e, soprattutto, nei confronti di Arturo Borrelli vittima,ormai riconosciuta come tale anche dal Santo Padre in persona, degli abusi perpetrati da Don Silverio Mura e della negligenza del Clero napoletano. Arturo Borrelli ha piu’ volte digiunato per vedere riconosciuto il proprio diritto ad essere ascoltato dalla Chiesa e, poi, risarcito. Oggi è riuscito ad ottenere solo in parte cio’ che gli spetta di diritto e che è pronto a prendersi a qualunque costo, ed è per questo che, esortato dall’incauto e inopportuno comunicato del Papa, ha deciso di riprendere lo sciopero della fame, sciopero che lo staff legale e medico che lo assiste ininterrottamente, aveva fatto di tutto per evitare, viste le condizioni psicofisiche critiche in cui Arturo Borrelli attualmente si trova. Vi domando: era proprio necessario far giungere ai fedeli e alle vittime (già in condizioni deprecabili di salute) il messaggio che Dio e i suoi rappresentanti in terra agiscono solo dopo un tributo di privazioni e patimenti? Davvero non bastano ad una entità benevola e benefica il digiuno e la sofferenza già affrontati da Arturo per ricoonoscergli ogni suo diritto? Davvero Dio ha bisogno di vedere milioni di persone digiunare per decidersi ad agire, mentre il pianto, la sofferenza e il digiuno di una sola vittima (Arturo Borrelli) non vale a mettere nel cuore degli uomini che lo rappresentano in terra fame e sete di giustizia?”



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