Camorra, il pentito: ”Nappello voleva comandare tutto lui e mi alleai con il gruppo Stabile”

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Il neo pentito del clan Lo Russo di Miano, Ciro Ferrara sta raccontando agli investigatori della Dda quelli che sono stati e che sono gli ultimi scenari criminali nei quartieri a Nord di napoli che erano controllati dalla cosca dei “Capitoni” decimata dagli arresti, dai pentiti di quasi tutti i capi e dal maxi blitz du due settimane fa con 40 arresti. I quartieri di Miano, Piscinola, don Guanella, Chiaiano e Marianella sono in balia degli emergenti e tra costoro ci sono uomini dello spessore criminale di Valerio Nappello che secondo il pentito sta facendo il bello e cattivo tempo nella zona.
Ha raccontato Ferrara agli investigatori: ”…Insomma si venne a creare un situazione di forte contrasto con il gruppo capeggiato da Valerio Nappello e si doveva quindi dare un segnale di forza….a Vasto era con me detenuto Gaetano Stabile con il quale dopo avere chiarito la vicenda relativa all’omicidio di mio suocero, episodio a cui ho già fatto cenno e su cui mi riservo di riferire in altra occasione, ho poi intessuto una sorta di accordo.
Mi spiego meglio: fino al pentimento di Carlo Lo Russo io ero a tutti gli effetti un Lo Russo, ho già detto in altro verbale anche degli incontri che ho avuto con Carlo Lo Russo, ero il suo referente per la zona di Chiaiano, e prima ancora per Mario Lo Russo.
Dopo il pentimento di Carlo ovviamente le cose cambiarono ed ho parlato con Gaetano Stabile per cacciare del tutto i Nappello e chiunque altro da Chiaiano, volevamo unire le forze, in questo senso prima ho definito il mio gruppo come Ferrara-Stabile. Gaetano Stabile è poi uscito dalla casa lavoro il 9 novembre ed è andato ad Avellino dove c’era anche il fratello Filippo ed anche il fratello Ciro che poi è tornato a Napoli”.
E ancora: …Ho incontrato Lino Torre, fratello di Mariano, nella sua abitazione nella Masseria Cardone e lui mi ha raccontato di essere stato seriamente minacciato dal gruppo di Valerio Nappello . In particolare Lino mi ha raccontato di essere stato attirato in una trappola in un appartamento a Miano dove Annunziata, Mango, Peluso Alessio, Ruggiero Gennaro, Checco e Carlo Nappello juionir cioè Cicchilotto , alla presenza anche di Valerio Nappello, lo legarono su una sedia e lo volevano uccidere. Lino mi ha detto anche che si è salvato solo perché Valerio gli ha detto che non lo avrebbe ucciso solo per timore che il fratello Mariano si sarebbe potuto pentire. Ho saputo anche che nell’occasione si sono impossessati di 150mila euro provento dei traffici di droga che aveva Lino Torre…”

Antonio Esposito

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