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Caserta, morto dopo 4 giorni in ospedal l'operaio caduto dal tetto ad Arienzo

Gennaro Nuzzo era caduto da sette metri d'altezza. I carabinieri sequestrano il cantiere, i sindacati: "Il lavoro continua a essere terreno di morte, servono più controlli".
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Caserta – Quattro giorni di agonia, una battaglia contro le lesioni troppo gravi. Un ultimo, inutile ricovero nell'ospedale Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta. Per Gennaro Nuzzo, 61 anni, originario di San Felice a Cancello, non c’è stato nulla da fare. Il suo cuore si è fermato, spegnendo la voce di un altro lavoratore stroncato da un incidente sul lavoro, l’ennesimo nome da aggiungere a una lista tragica e infinita.

La tragedia si era consumata martedì scorso, in un capannone di via Cappuccini, nel comune di Arienzo. Gennaro, come ogni giorno, era al lavoro. Si trovava sulla copertura dell’edificio, a circa sette metri d’altezza, quando all’improvviso il tetto ha ceduto sotto di lui. Non c’è stato scampo. La caduta è stata fatale.

Trasportato d’urgenza in ospedale, i medici non hanno potuto fare altro che assisterlo durante una lotta impari, protrattasi fino all’ultimo respiro.

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Per chiarire definitivamente la dinamica delle lesioni e le cause del decesso, sarà ora disposta l’autopsia.

Sul fronte delle indagini, i carabinieri sono al lavoro per ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente e accertare eventuali responsabilità. A seguito del dramma, il cantiere è stato immediatamente sequestrato.

La morte di Gennaro Nuzzo ha scatenato la voce indignata dei sindacati. Cgil, Cisl e Uil locali lanciano un grido d’allarme che suona come una lugubre litania ripetuta. “L’ennesima sconfitta collettiva”, dichiarano in una nota, “il lavoro continua ad essere terreno di morte. Non possiamo più assistere impotenti a queste stragi silenziose. È ora di destinare più risorse ai controlli, di pretendere il rispetto delle norme di sicurezza. Ogni vita spezzata sul lavoro è una sconfitta per l’intera società”.

Un altro operaio che non farà ritorno a casa. Un altro caso che riapre le ferite di un’emergenza nazionale, mentre si attende di conoscere il perché di un crollo e di una morte che, forse, si poteva evitare.

Articolo pubblicato il 27 Ottobre 2025 - 16:00 - A. Carlino

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