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Paesaggi Possibili – Pensammo di plasmare il Vesuvio, ma fu il Vesuvio a plasmare noi

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Spesso si tende a considerare le discipline come compartimenti stagni, ciascuna con un proprio ambito di applicazione. Tuttavia, la storia, l’archeologia, l’antropologia, la botanica e la vulcanologia dialogano tra loro, intrecciandosi inevitabilmente nell’analisi dei fenomeni che studiano. I legami tra queste materie emergono in maniera spontanea, e solo attraverso uno sguardo attento e approfondito è possibile rivelarli.

Questa premessa si rivela essenziale per comprendere il background del documentario Paesaggi Possibili, un progetto artistico imbevuto di scienza, realizzato da Claudio Rodolfo Salerno, direttore dell’Istituto per la Diffusione delle Scienze Naturali. Il documentario nasce come un’indagine visiva e sonora sul territorio vesuviano, frutto di un lavoro di relazioni condiviso con le popolazioni che lo abitano.

Luoghi abbandonati, memoria e bellezza

Attraverso molteplici interventi, il progetto ha esplorato luoghi abbandonati, edifici consumati dal tempo e ruderi in cui il passato sembra essersi cristallizzato. La regia di Claudio Rodolfo Salerno restituisce un’opera di quarantacinque minuti che fonde arte e scienza in un viaggio visivo e sonoro.

La base teorica: L’evoluzione del Paesaggio Vesuviano

Alla base del docufilm vi è il testo *L’evoluzione del Paesaggio Vesuviano*, curato dallo stesso direttore dell’Istituto per la Diffusione delle Scienze Naturali. Questo volume raccoglie osservazioni e riflessioni sull’evoluzione, naturale e antropica, del paesaggio vesuviano, prendendo come riferimento l’eruzione del 79 d.C., i cui effetti si estesero su un’area molto vasta.

Un percorso condiviso tra studiosi e artisti

Le prime riflessioni sulla realizzazione del testo risalgono al 2017 e si sono sviluppate in un contesto di dialogo tra studiosi, artisti e ricercatori, culminando nel ciclo di conferenze Dialoghi sul Paesaggio Vesuviano del 2019. Paesaggi Possibili rappresenta l’estensione visiva e sonora di questa ricerca.

Un work in progress tra arte, luce e memoria

Il progetto è un work in progress che continua a indagare spazi carichi di memoria e di tracce di vita vissuta. Ambienti domestici, botteghe abbandonate, oggetti quotidiani ormai consumati dal tempo: ogni dettaglio restituisce la presenza dell’uomo e il fluire della storia.

Estetica della fragilità e tensione con la modernità

Il documentario restituisce la dimensione estetica della fragilità, in un dialogo continuo tra luce e materia, dove il paesaggio abbandonato si rivela attraverso il gioco mutevole delle ombre e delle luci naturali. Ma in questo processo di riscoperta si insinua una tensione: la modernizzazione, che spesso minaccia di svuotare i luoghi della loro memoria originaria.

Il team artistico e scientifico

Il docufilm è il risultato di un lavoro congiunto di artisti e professionisti:
– Raffaele Riccardi – video editor
– Lino Monaco e Nicola Buono – Vesuvian Soundscape
– Stefano Piancastelli – fotografo
– Anita Pagano – voce performativa
– Dario Macellaro, Luigi Buffone, Ilaria Cotarella – project management e media
– Con contributi artistici di Stefania Sabatino, Felix Policastro, Paola Ricciardi, Gabriele Pierro

Le voci scientifiche nel documentario

I docenti intervistati all’interno del docufilm:
– Giuseppe Luongo – vulcanologo
– Massimo Ricciardi – botanico
– Luciana Jacobelli – archeologa
– Maria Rosaria Senatore – paleo-sedimentologa

La presentazione ufficiale del documentario

In occasione della presentazione di *Paesaggi Possibili*, interverranno:
– Saluti istituzionali a cura dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici
– Nicola Caputo – Assessore Regione Campania
– Aldo Vella – Architetto, fondatore di *Quaderni Vesuviani*
– Raffaele De Luca – Presidente Ente Parco Nazionale del Vesuvio
– Antonio Varone – Ministero della Cultura, già Direttore Scavi di Pompei
– Giuseppe Luongo – Università degli Studi di Napoli “Federico II”
– Claudio Salerno – Presidente dell’Istituto per la Diffusione delle Scienze Naturali

Un intreccio tra scienza, arte e narrazione

Paesaggi Possibili raccoglie narrazioni scientifiche, artistiche e letterarie che costituiscono la base della pubblicazione L’evoluzione del Paesaggio Vesuviano. Lectio magistrali, interviste, reading, azioni artistiche, creazioni sound specific e momenti di socializzazione con la popolazione si intrecciano nel docufilm.

Tempo sospeso tra memoria e resistenza

Visitare questi luoghi significa immergersi in un tempo sospeso, tra fragilità e resistenza. Un’antica torre campanaria, un terrazzo affacciato sul mare, una casa in rovina: ogni spazio conserva la sua storia. L’arte diventa filo invisibile che ricuce i luoghi alla memoria collettiva.

Le opere presenti nel docufilm

Fatti d’acqua
Dedicato al fotografo Gabriele Pierro, il lavoro esplora un antico paesaggio vesuviano accompagnato dal suono di un temporale. L’installazione multischermo racconta il mondo antico attraverso compluvium e impluvium, restituendo alla memoria il lavoro e la sensibilità di Pierro.

La religione copre il paesaggio

Un viaggio visivo ed emotivo nella processione della Madonna della Neve a Torre Annunziata. Tra volti intensi, gesti rubati e abiti kitsch, si intrecciano religiosità e tradizione popolare. Il paesaggio marino osserva silenzioso la sceneggiatura di fede e devozione.

Le Vie Aperte

Installazione site-specific nelle zone marinaresche, esplora la connessione tra paese e porto attraverso rampe simboliche. Il pescatore diventa Glauco, figura mitologica e metafora della memoria e del cambiamento. Le immagini in bianco e nero di Stefano Piancastelli catturano l’anima del luogo.

Data e luogo della presentazione

Il docufilm sarà presentato nel pomeriggio del 9 maggio presso l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, al Palazzo Serra di Cassano a Napoli. L’incontro sarà moderato da Luigi Buffone, Project Management – Istituto per la Diffusione delle Scienze Naturali.


Articolo pubblicato il giorno 14 Aprile 2025 - 12:00



1 commento

  1. Ho trovato interessanti le intersezioni tra le varie discipline come la storia e l’archeologia, ma ho notato che ci sono alcuni errori grammaticali nel testo che potrebbero confondere il lettore. Sarebbe utile un controllo più attento.

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