Capodrise, la mamma aveva già denunciato il figlio assassino. E’ la sorella del vicario della Diocesi

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E' stata strangolata dal figlio con problemi psichiatrici solo per avergli ricordato di prendere le medicine. Lo aveva già denunciato ad agosto, ma due continuavano a vivere insieme.

E' morta così a , la 54enne . Il figlio di 29 anni, , è stato arrestato dalla del Commissariato di Marcianise per omicidio, su disposizione della procura di Santa Maria Capua Vetere, e condotto in carcere.

E' stato proprio lui ad avvertire telefonicamente il 113 di quello che aveva fatto. La 54enne è sorella di don Gianni Vella, vicario generale della Diocesi di Caserta, che vive nello stesso stabile di via Santa Maria Degli Angeli in cui risiedevano madre e figlio, ma in un appartamento diverso da quello in cui è avvenuta la tragedia.

    Don Gianni, disperato e sotto choc, conosceva bene la complicata situazione del nipote, con un passato di gravi problemi di tossicodipendenza e un presente fatto di cure presso il Centro di Salute Mentale dell'Asl di Caserta e presso un psichiatra di Casagiove.

    Con la madre, è emerso, Francesco litigava spesso, proprio perché la donna gli ricordava puntualmente di prendere le medicine, ma lui spesso non lo faceva. E così, ogni volta che saltava le cure, ricadeva in frequenti e pericolosi scatti d'ira.

    La 54enne usava però il bastone e la carota, severa ma anche comprensiva con quel figlio difficile, anche se ad agosto, dopo che le era stata incendiata l'auto, aveva rotto gli indugi e lo aveva denunciato ai poliziotti di Marcianise, cui aveva raccontato della lite che aveva avuto con Francesco prima che questi desse fuoco alla vettura.

    Anche stamani la donna, separata dal marito, aveva ricordato al figlio di prendere le medicine, ma lui aveva risposto picche: dalle indagini della Polizia non è emerso però che tra i due vi sia stata una lite in seguito al rifiuto, come successo in altre circostanze, ma è quasi certo che il 29enne abbia colto di sorpresa la madre, forse alle spalle, strangolandola a mani nude. Il delitto poco dopo le 9.

    “Venite a casa, ho strangolato mia madre”, ha detto al 113 Plumitallo. Poco dopo è giunta sul posto una volante del Commissariato di Marcianise e all'interno dell'appartamento i poliziotti hanno trovato il cadavere della donna e accanto il figlio che li aspettava.

    Condotto negli uffici del Commissariato, Plumitallo, assistito dagli avvocati Raffaele e Gaetano Crisileo, ha spiegato in lacrime di aver ucciso la madre in seguito ad un raptus e ad un profondo stato di confusione mentale, che gli era stato provocato dalla circostanza di non aver preso le medicine prescritte. “Non ho capito più nulla, sono pentito”, ha detto il giovane, il cui dovrà ora essere convalidato dal giudice per le indagini preliminari.



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