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Meluso: “Juve? Mai tifata. Supporto la squadra per cui lavoro e ora sono del Napoli”

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De Laurentiis non mi ha chiesto per chi tifo. Ma posso dire di non aver mai tifato per la Juventus. In generale tifo per la squadra per cui lavoro, ho avuto passione per il Lecce, allo Spezia e ora per il Napoli. Lo ha detto Mauro Meluso, nuovo direttore sportivo del Napoli, rispondendo a una domanda dei cronisti sulle simpatie bianconere rivelate dal suo predecessore Giuntoli dopo aver firmato per la Juve.

Una confessione, quella dell’ex ds azzurro, che ha colpito molto i tifosi azzurri. “Conosco De Laurentiis – ha aggiunto – da quando nel 2021 vincemmo con lo Spezia al Maradona e il presidente venne a farci i complimenti a fine gara. Da allora ci siamo sentiti qualche volta, poi il 13 luglio tra le sette e sette e mezzo del mattino mi ha chiamato chiedendomi di parlare con lui. Io corsi a Napoli, parlammo con Capri come panorama, mi diede un foglio con le condizioni e facemmo subito l’accordo. Alla sua telefonata fui felice, non lo prevedevo, non pensavo accadesse. Ora siamo pronti a lavorare”.

Meluso ha parlato del suo rapporto negli anni con Napoli: “Cominciò tutto quando avevo 13 anni – ricorda – venni selezionato per un provino al centro di Soccavo. Venne anche Sormani a convincere mia madre che però disse di no perché era troppo lontano. Negli anni sono sempre rimasto colpito della grande partecipazione della città di Napoli: a dicembre 2022 sono stato a Napoli l’ultima volta e la città era già al settimo cielo anche se ancora tanto fiume doveva passare. Le persone qui ti fanno sentire importante ma aumentano anche le responsabilità e la società di De Laurentiis ha lavorato benissimo in questi anni. Mi hanno detto che se contiamo i punti realizzati negli ultimi dieci anni, il Napoli ha fatto più punti di tutti dietro solo alla Juve”.

“Io faccio questo mestiere dal 1997 perché un infortunio chiuse la mia carriera da calciatore, cominciai nelle categorie inferiori, ora ho 58 anni ma in questi anni ho scalato la montagna fino alla serie A e ora so di conoscere bene le sfaccettature del calcio e mi sento sicuro per un impegno ulteriore economico del club da gestire e di tifosi ma questo rende più belle le responsabilità e di questo ringrazio De Laurentiis e l’ad Chiavelli”.

Il ds parla anche di quello che ha fatto negli ultimi due anni senza contratto: “Ho proseguito lo studio – dice – e la ricerca in giro. In questi anni sono stato in Brasile, in Argentina, in Turchia dove avevo visto Kim al Fenerbache. Ma se stai lavorando al Napoli sai che devi avere obiettivi diversi, se vuoi salvarti non cerchi giocatori massimi, qui cerchi giocatori per stare al top. Anche se ci piace scoprire sempre giocatori poco conosciuti ma che poi esplodono, come già avvenuto qui”. 


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