Raccolta Raee in calo in Campania nel 2022

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Nel 2022 la Campania ha raccolto 19.197 tonnellate di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee).

È quanto emerge dal rapporto regionale sui rifiuti tecnologici realizzato dal Centro di Coordinamento Raee, l’organismo che sintetizza i risultati ufficiali conseguiti da tutti i sistemi collettivi che si occupano del ritiro nei centri di raccolta e i luoghi di raggruppamento organizzati dalla distribuzione e della gestione dei rifiuti tecnologici in Italia.

Il risultato è in flessione del 7,1% rispetto al 2021, pur rispecchiando l’andamento complessivo del Paese, risulta peggiore sia rispetto alla media nazionale (-6,2%) sia al trend decrescente, ma molto più contenuto, della macroarea Sud Italia (-1,1%).



    Per questo motivo, la Campania perde un posto nella classifica nazionale per volumi di raccolta complessivi e si posiziona in nona posizione. La contrazione nella raccolta si riflette sul dato pro capite che registra una flessione del 5,9% per un totale di 3,41 kg per abitante. Si acuisce pertanto il divario con il resto del Paese che mediamente raccoglie 6,12 kg/ab e la regione si conferma ancora una volta all’ultimo posto nel ranking nazionale.

    Il calo dei volumi di Raee regionali interessa tutti e cinque i raggruppamenti nei quali vengono suddivisi e raccolti i rifiuti tecnologici. La raccolta di freddo e clima (R1) perde 748 tonnellate rispetto al 2021 (-8,8%) e scende a 7.789 tonnellate.

    Il trend è peggiore rispetto all’andamento medio del Sud Italia che regi-stra una contrazione dell’1,5%. A determinare il risultato concorrono le performance nega-tive di tutte le province campane, seppur con andamenti differenti: se Salerno registra una leggera flessione (-0,5%), Avellino perde il 4,3%, Napoli il 4,5%, molto male fanno Caserta (-19,2%) e Benevento (18,2%).

    Cala del 9,7% la raccolta di grandi bianchi (R2) per un totale di 2.649 tonnellate, anche in questo caso a impattare sul risultato sono le flessioni a doppia cifra della provincia di Napoli (-21,7%) e di Benevento (-19,6%). Crescono invece i volumi delle province di Salerno (+11,3%) e di Avellino (+5,3%).

    Tv e apparecchi con schermo (R3) si attestano a 6.234 tonnellate, in flessione del 2,6% rispetto al 2021. Nonostante le performance positive delle province di Caserta (+10,7%) e di Napoli (+10,8%), il venire meno di 565 tonnellate dalla raccolta di Salerno (-32,1%) de-termina il trend negativo del raggruppamento che risulta in controtendenza rispetto alla me-dia dell’area di riferimento (+4,3%).

    Peggiora anche la raccolta di elettronica di consumo e piccoli elettrodomestici (R4) che con il -10,1% scende a 2.409 tonnellate. Il risultato risente dei cali importanti delle province di Caserta (-20,5%), di Napoli (-12,9%) e di Benevento (-10,2%), mentre migliora legger-mente quella di Avellino (+0,7%), rimane invariata quella di Salerno.

    In flessione del 5,8%, ma ben di sotto sia della media nazionale (-9,9%), i volumi di sorgenti luminose (R5) per un totale di 116 tonnellate, valore che rimane in ogni caso il quantitativo più elevato raccolto dalle regioni meridionali.

    In termini di raccolta pro capite, la provincia di Caserta è l’unica al di sopra della media dell’area di appartenenza (5,15 kg/ab) con 5,96 kg/ab, ma non più del dato medio nazionale (6,12 kg/ab) a seguito di una flessione del 7,4% rispetto al 2021.

    Continuano ad essere distanti dalla raccolta media pro capite del Sud Italia e sempre nella parte bassa della classifica nazionale i valori delle restanti province campane: Avellino con 4,26 kg/ab (+1,8%), Benevento con 2,7 kg/ab (-8,4%), Salerno con 3,44 kg/ab (-11,6%). Ancora una volta Napoli spicca per la performance peggiore: con soli 2,58 kg/ab (-3%) è il quarto risultato più basso di tutto il Paese.

    “I dati della raccolta dei RAEE della Campania del 2022 raccontano una continuità nel segno della mancata corretta gestione che permane” commenta Fabrizio Longoni, direttore generale del Centro di Coordinamento Raee.

    “È facile purtroppo pensare a una gestione illegale diffusa in una regione dove rispetto all’obiettivo posto dalla Comunità Europea del 65% di tasso di ritorno si registrano dati del 10% per il raggruppamento dei grandi bianchi e addirittura del 4% del raggruppamento 4.

    Con questi risultati non si va da nessuna parte, in un panorama tanto desolato non si riesce a giustificare alcun investimento da parte delle aziende per il trattamento dei Raee”


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