Diesel e benzina più cari dal 5 febbraio: così aumenteranno i prezzi dei carburanti

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Arrivano tagli sui prezzi dei Carburanti. Secondo ‘Quotidiano energia’ sono in lieve discesa sia la benzina che il diesel: la media della super servita è 2,021 euro al litro, quella del diesel è 2,057 euro al litro.

Ma dalla prossima settimana la situazione peggiorerà per “colpa” dell’embargo europeo contro il petrolio russo: ciò significa che i prezzi di benzina e soprattutto diesel, che hanno già superato i 2 euro al litro alla modalità “servito”, saliranno ancora di più.

Ma vediamo la situazione di oggi: “Proseguono i movimenti al ribasso sulla rete Carburanti, in particolare sul diesel – rileva ‘Quotidiano energia’ – e i primi effetti si iniziano a vedere sulle medie prezzi. Le quotazioni internazionali sono ancora in discesa soprattutto sul diesel”.



     Oggi prezzi carburanti al ribasso

    In particolare – in base all’elaborazione di ‘Quotidiano energia’ sui dati comunicati dai gestori all’Osservaprezzi del ministero delle Imprese e del made in Italy – il prezzo medio della benzina in modalità self è 1,881 euro al litro; il prezzo medio del diesel self è 1,916 euro al litro.

    Per quanto riguarda la modalità con il servizio, per la benzina il prezzo medio è 2,021 euro al litro, per il diesel è 2,057 euro al litro. I prezzi praticati del Gpl si posizionano tra 0,792 e 0,805 euro al litro. Il prezzo medio del metano auto si colloca tra 1,962 e 2,232 al kg.

    Ma dal 5 febbraio i prezzi saliranno alle stelle

    L’Unione Europea -come riporta Il Messaggero- dall’inizio della guerra ha già dimezzato le importazioni di gasolio russo, aumentando quello importato dagli Stati Uniti e da altri Paesi. Dal 5 febbraio verrà vietata l’importazione: da quel giorno ci saranno un milione di barili in meno al giorno un quarto della domanda di tutta l’Ue.

    In questi ultimi due mesi c’è stata una vera e propria corsa all’acquisto di prodotti petroliferi raffinati: basti pensare che l’Europa nel 2022 ha importato dalla Russia una media di 600.000 barili al giorno di gasolio, nel mese di dicembre invece la media quotidiana è stata di circa 800.000.

    E nel frattempo sono stati “stressati” anche gli altri canali di approvvigionamento: dagli Usa ad esempio sempre a dicembre sono arrivati in Europa 210.000 barili al giorno in più. Si è fatta incetta anche dall’India e dalla Cina. Secondo analisti di settore l’import complessivo nell’Ue di gasolio/diesel non era mai stato così alto dal 2015.

    Un accaparramento continuato anche nelle prime due settimane di gennaio: secondo quanto riportato dalla Cnn che cita i dati Vortexa, i Paesi europei hanno raccolto quasi 8 milioni di barili di diesel russo.

    Da noi in Italia, invece, il discorso è completamente diverso: fino a giugno 2022 la Russia ci forniva soltanto il 5% di gasolio/diesel. Da luglio 2022 la quota è stata completamente azzerata: dalla raffinerie di Putin non è arrivato nemmeno più un barile.

    D’altronde con i nostri 13 impianti sparsi per la penisola siamo praticamente autonomi: a fronte di un consumo interno di prodotti raffinati pari a 55 milioni di tonnellate, ne raffiniamo quasi 71.

    E potremmo spingere ancora di più il pedale sull’acceleratore, visto che la capacità produttiva teorica arriva a 88 milioni di tonnellate (la Germania, invece, ne consuma 92 e nel produce 83). Anche i dati sul solo gasolio sono in linea: ne consumiamo 26 milioni di tonnellate e ne produciamo quasi 30.

    È abbastanza ovvio però ritenere che una parte della domanda di altri Paesi Ue possa rivolgersi anche alle raffinerie italiane (che già esportano oltre 27 milioni di tonnellate di prodotti) facendo quindi alzare i prezzi anche in Italia.



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