E’ morto Gianluca Vialli

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E’ morto Gianluca Vialli.

Da tempo l’ex attaccante della Sampdoria e degli Azzurri stava curando un tumore al pancreas con il quale convive da ormai cinque anni.  L’ex attaccante di Juve e Sampdoria e capodelegazione della Nazionale azzurra aveva 58 anni e da cinque anni lottava contro un tumore al pancreas. VIALLI si è spento in una clinica di Londra dove era ricoverato.

Vialli lo aveva definito “un ospite indesiderato”, “un compagno di viaggio che avrei evitato volentieri”. Recentemente aveva annunciato lo stop agli impegni presenti e futuri con la Federcalcio proprio per il suo stato di salute.



    Gianluca Vialli, ex attaccante di Cremonese, Sampdoria, Juventus e Chelsea. Aveva 58 anni e da cinque “combatteva” contro un tumore al pancreas. Vialli, che tra il 1985 e il 1992 ha totalizzato 59 presenze e 16 reti nella Nazionale, prendendo parte a due Mondiali (Messico 1986 e Italia 1990) e un Europeo (Germania Ovest 1988), pochi giorni fa aveva annunciato alla FIGC la sua assenza da capo delegazione dell’Italia (incarico assunto nel novembre 2019 al posto di Gigi Riva) in vista delle gare del 2023 valide per le qualificazioni all’Europeo 2024.

    Come Mihajlovic, infatti, Vialli ha sempre affrontato a viso aperto la sua malattia: “Al termine di una lunga e difficoltosa ‘trattativa’ con il mio meraviglioso team di oncologi – aveva dichiarato – ho deciso di sospendere, spero in modo temporaneo, i miei impegni professionali presenti e futuri.

    L’obiettivo e’ quello di utilizzare tutte le energie psico-fisiche per aiutare il mio corpo a superare questa fase della malattia, in modo da essere in grado al piu’ presto di affrontare nuove avventure e condividerle con tutti voi. Un abbraccio”.

    Ad Alessandro Cattelan che lo aveva intervistato lo scorso marzo, Vialli si era lasciato andare ad alcune confessioni: “Io ho paura di morire. Non so quando si spegnera’ la luce che cosa ci sara’ dall’altra parte. Ma in un certo senso sono anche eccitato dal poterlo scoprire. Mi rendo anche conto che il concetto della morte serve per capire e apprezzare la vita”.

    Ecco, quell’abbraccio misto a lacrime con il suo amico di sempre nonche’ compagno di campo, il ct Roberto Mancini, a suggellare il successo della Nazionale agli ultimi Europei, e’ stato uno di quei momenti di un’intensita’ commovente, per cui davvero vale la pena vivere.


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