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La camorra perse un camion carico con 900 chili di hashish nel crollo del Ponte Morandi

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Camorra e n’ndrangheta persero un camion carico di hashish nel crollo del Ponte Morandi di Genova. Le due organizzazioni criminali cercarono anche di recuperarlo.

La scoperta durante l’inchiesta sulla cosca di Rosarno in Calabria. In alcune intercettazioni i boss raccontano tutti i passi fatti ma inutilmente.

Nelle pagine dell’ordinanza dell’operazione “Blu notte” della Dda di Reggio Calabria che ieri ha portato all’arresto di 47 persone e 93 indagati in tutta Italia. Nelle intercettazioni parlano due degli indagati riferendosi al video del crollo. “Al primo pilone che cade, nel secondo c’è questo camion giallo… Lo vedi benissimo…”. I due parlano di 900 chili di fumo “da fottere ai neri” da cui li avevano comprati e a cui avevano detto di averli persi appunto nel crollo.

Gli indagati parlano anche di recuperare il camion tramite agganci nel mondo del recupero dei rottami. Una volta recuperata la droga sarebbe stata divisa a metà tra i due interlocutori.

A parlarne in un’intercettazione ambientale del 9 marzo 2020 sono due degli indagati, Francesco Benito Palaia e Rosario Caminiti, che discutono del “cargo frigo imbottito di numerosi chili di hashish – scrive il gip – che erano destinati a dei malavitosi campani” di Scampia e Secondigliano. In totale nel camion ci sarebbero stati 900 chili di hashish.

“Secondo quando riferito – si legge nell’ordinanza – i soggetti dell’hinterland partenopeo avevano ingaggiato il Palaia allo scopo di effettuare un tentativo di recupero della sostanza” grazie alle sue conoscenze nel “settore del recupero rottami” per “individuare e traspoertare la carcassa del mezzo”.

L’accordo avrebbe previsto in seguito una spartizione al 50% dei proventi derivanti dal carico di 900 chili di hashish. “Allora quando è caduto il Ponte Morandi, se tu vai al primo video”, “è caduto un furgone”, “sì il cargo. Ora questo marocchini sanno che il fumo non c’è più”.

E’ il tenore delle frasi intercettate dal Ros di Reggio Calabria fra Palaia e Caminiti a casa del primo. I due parlano del fatto che è “un Euro cargo giallo, se vai nel primo video quando cade la prima campata, il pilone che cade quello del Ponte Morandi, al secondo c’è questo camion. Giallo, un Euro cargo giallo con cella frigorifera, piccolino”.Il conducente non sarebbe morto nel disastro di Genova e il mezzo sarebbe stato portato nel Lazio.

“Ora il camion lo hanno spostato da Latina e lo hanno portato a Frosinone. L’altro ieri mattina ha chiamato se c’è la possibilità di un carrellone per andare a caricare e per arrivare direttamente in Calabria”, dice intercettato Francesco Benito Palaia parlando dell’operazione di recupero.

E aggiunge: “Ora io che sto facendo, siccome c’è un mio amico là dei Castelli Romani, che ha i pullman lui che fa le scuole, e ha un carrellone quello con la buca” dicendosi preoccupato che la cella deformata si possa aprire con il carico durante il trasporto e parlando (“ti sei giocato tutto e ti fai arrestare pure”) e che dunque “va fasciato e la cella deve stare chiusa. Ogni 200-250 chilometri.. Si ferma e deve fare i cricchetti un’altra volta”.

Non è chiaro dalle carte della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria se l’operazione di recupero del carico di droga sia mai andata in porto.


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