Napoli, Comune vince bando MiC: arte contemporanea al Maschio Angioino

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Napoli, Comune vince bando MiC: arte contemporanea al Maschio Angioino. Con un budget complessivo di oltre 3 milioni di euro, il Piano supporta e incoraggia l’incremento delle collezioni pubbliche d’arte contemporanea.

Una straordinaria opera d’arte contemporanea sarà esposta in maniera permanente al Maschio Angioino. Il Comune di Napoli, con il progetto Partenope, è stato infatti ammesso con il punteggio massimo al finanziamento della seconda edizione del PAC 2021 – Piano per l’Arte Contemporanea, della Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, l’Avviso pubblico per la selezione di proposte progettuali per l’acquisizione, la produzione e la valorizzazione di opere dell’arte e della creatività contemporanee destinate al patrimonio pubblico italiano.

Con un budget complessivo di oltre 3 milioni di euro, il Piano supporta e incoraggia l’incremento delle collezioni pubbliche d’arte contemporanea, tramite il finanziamento di acquisizioni, sostegno alla produzione di nuove opere, acquisizione di collezioni e archivi legati al contemporaneo e valorizzazione di donazioni già ricevute dai luoghi della cultura di appartenenza pubblica.



    Il progetto Partenope, curato da Vincenzo Trione e finanziato per un importo totale di 150mila euro, mira ad accrescere la collezione d’arte contemporanea del Comune di Napoli sostenendo la realizzazione di una scultura site-specific negli spazi di Castel Nuovo. L’opera dell’artista Francesco Vezzoli andrà a implementare l’offerta culturale del Museo Civico di Castel Nuovo, valorizzando il legame tra le opere antiche della collezione e quelle contemporanee.

    “Il contributo del Piano per l’Arte Contemporanea servirà a Castel Nuovo per acquisire un’opera di un artista vivente di grande rilievo, che possa valorizzare, insieme ai propri spazi e alla propria collezione, l’immagine di uno dei luoghi più rappresentativi di Napoli. Si arricchisce così l’offerta turistico-culturale della nostra città alzando ulteriormente la rispettiva qualità a livelli nazionali ed internazionali”, così il sindaco Gaetano Manfredi.

    La statua, situata su una terrazza panoramica del castello, sarà espressione del connubio tra antico e moderno e si legherà, oltre che alla collezione del museo, alla storia e alla cultura della città. Partenope, l’opera che sarà realizzata dall’artista Francesco Vezzoli per il Museo Civico di Castel Nuovo, è una scultura concepita come pezzo unico, ispirata alle figure “mitiche” della sirena Partenope e del coccodrillo, che richiamano al contempo la storia della città di Napoli e una leggenda legata a Castel Nuovo.

    La sirena Partenope rappresenta il simbolo della fondazione della città di Napoli. Come racconta Omero nel XII canto dell’Odissea, Partenope non accettò mai il rifiuto di Ulisse e, per il dolore, si suicidò gettandosi da una roccia.

    Le onde del mare portarono il suo corpo fino al golfo di Napoli e, più precisamente, sull’isolotto di Megaride, dove il corpo della sirena si dissolse prendendo la forma della città: la sua testa è la collina di Capodimonte e la sua coda si posa lungo la collina di Posillipo.

    La figura del coccodrillo, invece, è legata a una leggenda narrata da Benedetto Croce nel libro Miti e leggende napoletane (1919). In questo testo, il filosofo racconta come nei sotterranei del Maschio Angioino ci fosse un alligatore trasportato dall’Egitto dalla regina Giovanna II. Il coccodrillo, al quale la regina pare desse in pasto i suoi amanti, era solito sbranare i prigionieri rinchiusi nei sotterranei del castello. Fino al 1875, inoltre, come testimonia una celebre foto di Robert Rive, sulla sommità della porta bronzea di Castel Nuovo fu realmente esposto un coccodrillo.

    Si tratta di un soggetto cui, nel 2001, Nino Longobardi aveva dedicato un intervento parietale di grandi dimensioni (disegnato in una sala del Maschio Angioino). Una possibile collocazione dell’opera è la terrazza affacciata sul porto, al primo piano di Castel Nuovo.

    L’opera di Vezzoli si pone come obiettivo quello di riattivare queste due leggende legate alla città di Napoli, attraverso un dialogo diretto con il luogo d’esposizione e con la storia e la cultura napoletana.


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