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Vaiolo delle scimmie, accertati 257 casi: per l’Oms si prevede aumento

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Al 26 maggio i casi totali di vaiolo delle scimmie confermati sono 257; circa 120 i casi sospetti. Non sono stati invece segnalati decessi.

Ma “la situazione si sta evolvendo rapidamente e l’Oms prevede che i casi identificati aumenteranno man mano che la sorveglianza si espande nei Paesi non endemici, nonche’ in Paesi noti per essere endemici che non hanno segnalato casi di recente”.

Nel suo aggiornamento l’Organizzazione mondiale della Sanita’ sottolinea inoltre che dal 13 maggio scorso il vaiolo delle scimmie e’ stato segnalato all’Oms da 23 Stati membri che non sono endemici per il virus e che “le indagini epidemiologiche sono in corso. Intanto in Italia si registrano altri 2 casi, in Lombardia, dove salgono cosi’ a 7 nella regione.

Si tratta di un paziente italiano visitato al San Gerardo di Monza, che e’ stato dimesso ed e’ tornato al suo domicilio, dove osservera’ il periodo di quarantena, e di un turista straniero alloggiato in un albergo che, per questioni epidemiologiche, e’ stato ricoverato presso il Policlinico di Milano. Entrambi i pazienti sono in buone condizioni e vengono seguiti dal personale sanitario.

E dopo l’isolamento del virus al Sacco di Milano, dalle prime analisi sembra che l’epidemia in corso attualmente in Europa e’ dovuta al virus meno patogeno. Secondo l’Oms, poi, “la stragrande maggioranza dei casi segnalati finora non ha stabilito collegamenti di viaggio con un’area endemica e si e’ presentata tramite cure primarie o servizi di salute sessuale”.

L’Oms sottolinea poi che l’identificazione di casi confermati e sospetti di vaiolo delle scimmie senza collegamenti diretti con un’area endemica “e’ atipica” e un caso di vaiolo delle scimmie in un Paese non endemico “e’ considerato un focolaio”.

Inoltre l’Oms rileva che l’improvvisa comparsa simultanea del vaiolo delle scimmie in diversi Paesi non endemici “suggerisce che potrebbe esserci stata una trasmissione non rilevata per qualche tempo cosi’ come recenti eventi che hanno amplificato la diffusione del virus”.

Infine l’Organizzazione mondiale della Sanita’ ricorda che le azioni immediate da mettere in campo sono tre: fornire informazioni accurate a coloro che potrebbero essere piu’ a rischio; fermare un’ulteriore diffusione tra i gruppi a rischio; proteggere gli operatori sanitari in prima linea.

 


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