Controlli e sequestri a Napoli e in Campania: caccia al petardo “D10S”

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Meno sequestri rispetto agli anni scorsi, ma attenzione sempre altissima da parte di forze dell’ordine e istituzioni in vista del Capodanno a Napoli e in Campania sul fronte della vendita e dell’utilizzo di fuochi d’artificio illegali.

Un fenomeno in forte calo, come dimostra il bollettino dei feriti del giorno dopo con cifre per fortuna nettamente inferiori a quelle che si facevano registrare un tempo, ma sul quale comunque Finanza, Polizia e Carabinieri rivolgono costante attenzione.

E se un tempo si dava la caccia alla “Bomba Maradona” o, in tempi più recenti, ai botti “Spread”, “Bin Laden, “Cavani” e “Pipita”, quest’anno a preoccupare le forze dell’ordine è il petardo “D10s”, neologismo nato per indicare Diego Armando Maradona, gioco di parole tra il vocabolo spagnolo “dios” e il numero 10 che il Pibe de Oro, scomparso poco più di un anno fa, ha portato sulle spalle per tutta la sua carriera.



    A scoprire l’esistenza del petardo “D10s” sono stati i finanzieri del Comando provinciale di Napoli nel corso di un sequestro di una fabbrica clandestina di fuochi d’artificio a Nola, a inizio dicembre. Qui i finanzieri, che nell’ambito dell’operazione hanno arrestato 3 persone, hanno notato la presenza di botti confezionati con la scritta “D10s” e i colori biancocelesti della nazionale argentina, con la quale Maradona ha vinto il Mondiale 1986.

    Controlli e sequestri sono proseguiti per tutto il mese di dicembre non solo nel Napoletano, ma anche nel resto della regione con ottimi risultati. Ultimi in ordine di tempo i sequestri eseguiti proprio oggi dai finanzieri di Avellino e Salerno. Nel primo caso i militari hanno trovato, in un esercizio commerciale in un comune della provincia, 8.534 articoli di materiale pirotecnico immagazzinato in violazione delle norme di sicurezza, per un totale di circa 22 kg di massa attiva e peso lordo pari a 150 kg, tutto sottoposto a sequestro e affidato a una ditta specializzata.

    Ad Angri, in provincia di Salerno, i finanzieri hanno sequestrato oltre 3,5 tonnellate di fuochi d’artificio, conservati in un deposito nella disponibilità di una donna e del figlio. Secondo i finanzieri, la vendita del materiale pirotecnico avrebbe fruttato circa 200mila euro. Anche in provincia di Benevento sono stati eseguiti diversi sequestri, in un caso per complessivi 200 kg di materiale pirotecnico.

    In un casolare in disuso un 46enne di Paduli aveva allestito un vero e proprio laboratorio di fabbricazione di manufatti artigianali, con centinaia di manufatti semilavorati e “botti” già pronti per l’uso. Tra il materiale sottoposto sono stati trovati veri e propri ordini contenenti diversi kg di miscele esplodenti, tra cui i razzi “Kim ‘o coreano”, trac soprannominati “bomba Hamsik” e granate pirotecniche fino a un peso di 5 kg.

    Le istituzioni dal canto loro combattono il fenomeno con appelli, campagne di sensibilizzazione e ordinanze. Il Comune di Napoli ha affidato il messaggio a uno spot diffuso sul canale Youtube ufficiale. Testimonial dell’iniziativa sono gli attori Lorenzo Sarcinelli, Patrizio Rispo e Antonella Prisco, noti per i loro ruoli nella soap “Un posto al sole”, il coach del Napoli Basket Stefano Sacripanti, l’ex pugile medaglia d’oro olimpica Patrizio Oliva e l’ex calciatore Guglielmo Stendardo, tutti d’accordo nel dire “no ai botti pericolosi di Capodanno”.

    Un appello è arrivato anche da Arpac, agenzia ambientale della Campania, che ha sottolineato i danni provocati da petardi e fuochi d’artificio anche all’ambiente, in particolare alla qualità dell’aria, pubblicando un grafico dei valori delle concentrazioni di polveri sottili rilevate nella notte di Capodanno 2021 dalla stazione di monitoraggio situata presso il Museo archeologico nazionale di Napoli, con un picco impressionante registrato proprio nelle prime ore del 2021.

    Ci sono poi i sindaci hanno preferito mettere nero su bianco il divieto di esplodere fuochi d’artificio nella notte di Capodanno, come nel caso di Avellino o di Agropoli, Sarno e Pontecagnano nel Salernitano.


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