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Quattro cardinali protestano col papa per “no” a messe solitarie

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Quattro cardinali protestano col papa per “no” a messe solitarie. La disposizione in vigore a San Pietro dal 12 marzo Città del Vaticano

Quattro cardinali conservatori protestano con papa Francesco per la disposizione, emenata lo scorso 12 marzo dalla Segreteria di Stato, che vieta le messe “individuali” nella basilica di San Pietro.

I quattro cardinali sono tutti in pensione: Raymond Leo Burke, ex prefetto del tribunale della Segnatura apostolica, Walter Brandmueller, ex presidente del Pontificio comitato di scienze storiche, Gerhard Ludwig Mueller, ex prefetto della congregazione per la Dottrina della Fede, e Robert Sarah, da poco mandato in pensione dal papa dal ruolo di prefetto della congregazione per il Culto divino e la disciplina dei sacramenti.

Burke e Brandmueller, in particolare, insieme ai cardinali defunti Joachim Meisner e Carlo Caffara, avevano contestato Francesco, con alcuni dubbi (dubia), per le aperture contenute nell'esortazione apostolica sulla famiglia Amoris laetitia, in particolare la possibilità di ammettere all'eucaristia le coppie di persone divorziate e risposate civilmente.

Ora le critiche riguardano la disposizione, non firmata, in vigore dal 12 marzo. “Vorrei spontaneamente aggiungere la mia voce a quella dei cardinali Raymond L. Burke, Gerhard L. Mueller e Walter Brandmueller”, scrive ora Sarah a quanto riportato dal blog del vaticanista Sandro Magister, “i quali hanno già espresso il proprio pensiero riguardo alla disposizione emanata il 12 marzo scorso dalla segreteria di Stato vaticana, che proibisce la celebrazione individuale dell'Eucaristia sugli altari laterali della basilica di San Pietro”.

Il porporato guineano elenca una lunga serie di argomenti, tra i quali il fatto che “vi è come minimo la seria possibilità che, costringendo i sacerdoti a concelebrare e quindi riducendo il numero di Messe celebrate, si verifichi una diminuzione del dono di grazia fatto alla Chiesa e al mondo. Se così fosse, il danno spirituale sarebbe incalcolabile”. Inoltre, secondo il porporato conservatore, “le decisioni assunte dalla segreteria di Stato danno luogo anche a un'eterogenesi dei fini. Ad esempio, non sembra che il testo miri a un ampliamento dell'uso della forma straordinaria del rito romano (la messa in latino), la cui celebrazione viene relegata, dalle recenti disposizioni, nelle Grotte sottostanti la basilica. Ma in base alle nuove regole, cosa dovrebbe fare un sacerdote che desiderasse legittimamente continuare a celebrare la Messa individualmente? Egli non avrebbe altra scelta che celebrarla nella forma straordinaria, dato che gli viene impedito di celebrare individualmente nella forma ordinaria”. Il cardinale Sarah, conclude, facendo intendere che il dissenso è molto ampio: “Assieme a uno sconfinato numero di battezzati (molti dei quali non vogliono o non possono manifestare il proprio pensiero) supplico umilmente il Santo Padre di disporre il ritiro delle recenti norme emanate dalla segreteria di Stato, le quali mancano tanto di giustizia quanto di amore, non corrispondono alla verità né al diritto, non facilitano ma piuttosto mettono in pericolo il decoro della celebrazione, la partecipazione devota alla Messa e la libertà dei figli di Dio”.

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