Scafati. Ugo Foà incontra gli studenti della Martiri d’Ungheria

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Un incontro organizzato dalla Scuola media Martiri d’Ungheria con l’autore Ugo Foà, testimone delle leggi antiebraiche, per mantenere viva la memoria storica

Domani, mercoledì 10 febbraio alle ore 10, presentazione del libro di Ugo Foà “Il bambino che non poteva andare a scuola” (Manni editore, 96 pagg.).
Ne discuteranno con l’autore i ragazzi delle classi terze della Scuola media Martiri d’Ungheria, la dirigente Paola Vigogna, il preside Domenico D’Alessandro del Liceo di Scafati “Renato Caccioppoli”. Modera il dottor Biagio Adinolfi.

L’evento si svolgerà sulla piattaforma Zoom e in diretta sulla pagina Facebook della scuola

Ugo Foà, che sulla sua pelle ha subito l’ingiustizia, il terrore e la paura, racconterà la sua preziosa testimonianza agli studenti della Scuola media Martiri d’Ungheria di Scafati: “Mi piace molto stare trai giovani e poter raccontare, raccontando fatti concreti, quei terribili anni affinché la giornata della memoria non sia soltanto una giornata di ricordo, ma di reale consapevolezza.



    Ugo Foà

    Sinossi
    Quando vengono promulgate le leggi razziali, nel 1938, Ugo ha 10 anni, sta per iscriversi alle scuole medie. Ma all’inizio di settembre, prima che ricominci l’anno scolastico, sua madre gli comunica che, in quanto ebreo, non potrà tornare tra i banchi di scuola. Ugo e i suoi quattro fratelli, e tutti gli ebrei in Italia, non potranno fare sport, lavorare negli uffici pubblici, avere una radio in casa, farsi aiutare da una tata “di razza ariana”, e via via molti provvedimenti che mirano a estrometterli dalla vita sociale, economica e politica del Paese. Il padre di Ugo lavora in Eritrea, manda il denaro per il sostentamento della famiglia rimasta a Napoli; e lì Ugo vivrà i bombardamenti, la fame, gli stenti della guerra, e poi con le Quattro giornate di Napoli, finalmente, l’arrivo degli Alleati e la Liberazione. Per quarant’anni Ugo non ha raccontato questa storia. Poi ha capito che aveva il dovere di testimoniare, soprattutto davanti ai giovani. Adesso gira instancabile le scuole di tutta Italia e racconta la sua vicenda: è la vita di un bambino durante la guerra, un bambino che non può andare a scuola, che quando dà gli esami da privatista deve sedere all’ultimo banco. È il racconto festoso della Liberazione, e quello tragico dei parenti e degli amici deportati. È la storia di un uomo che deciderà di andare ad Auschwitz soltanto nel 2005 e lì, davanti al binario che conduceva ai forni crematori, non potrà fare a meno di inginocchiarsi e dire una preghiera. Il libro, pensato per un pubblico di ragazzi, è corredato da agili schede sui momenti salienti del fascismo e della Seconda guerra mondiale, sulla persecuzione razziale in Italia e Germania, su episodi e personaggi citati nel racconto di Foà.




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