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Allarme dei Pg: ‘A Napoli giustizia quasi paralizzata dal Covid’

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Udienze e sentenze in calo anche del 40%, come a Roma, rispetto al 2019. Magistrati di sorveglianza, a Milano, sommersi da +240% di ricorsi dei detenuti in ‘fuga’ dal coronavirus.

L’onda lunga del Covid ha travolto tribunali e Corti di Appello, gia’ in lotta contro l’arretrato. Quasi nessun distretto giudiziario si e’ salvato dall’effetto ‘paralisi’ del lockdown che ha chiuso l’Italia da marzo a maggio. Il drammatico report viene dai vertici della giustizia territoriale che oggi, nelle regioni, hanno inaugurato – con cerimonie ridotte all’osso per il rischio contagio, ma i penalisti vogliono tornare in aula – l’anno giudiziario 2021, dopo che ieri la Cassazione alla presenza del Presidente Sergio Mattarella aveva fotografato l’annus horribilis. Ma non per tutti. Le mafie ad esempio si stanno gettando sulla ‘torta’ della pandemia: a Napoli inchieste in corso su 3.500 cessioni sospette di aziende. Eccezioni alla stasi: a Torino, ufficio modello. Nonostante la ‘serrata’, “al 30 giugno 2020 la pendenza in appello e’ diminuita rispetto al 2019 sia in ambito penale che in quello civile”, ha detto il Presidente della Corte d’appello Edoardo Barelli Innocenti.

“E’ stato un anno orribile, che ci ha posto di fronte alle nostre fragilita’ individuali e collettive. Ma abbiamo imparato a fronteggiare l’emergenza. Non ci siamo mai completamente fermati”, ha sottolineato la toga piemontese. Insieme al Pg Francesco Saluzzo ha chiesto una legge per i giudici onorari che anche oggi hanno protestato. “Il legislatore, giustamente intervenuto a tutela dei cosiddetti rider, – ha detto Saluzzo – ben potrebbe intestarsi una soluzione legislativa” che permettesse di “ampliare” le tutele delle toghe onorarie. Basso profilo, data la crisi di governo, per il Guardasigilli Alfonso Bonafede. Dalla nuova aula bunker di Lametia Terme, all’anno giudiziario di Catanzaro, il ministro ha ricordato che “nel contesto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, e’ previsto lo stanziamento di 470 milioni per l’edilizia giudiziaria”.

Da Bari, il presidente degli avvocati Giovanni Stefani’ obietta che “le cifre per l’edilizia giudiziaria appaiono modeste, solo 450 milioni, sicuramente insufficienti: basti pensare, restando alla sola Puglia, che per completare il polo giudiziario di Bari occorrono 355 milioni, per quello di Lecce ne sono stati promessi 70 e anche la cittadella di Foggia, costera’ decine di milioni”. “Che nel piano vaccinale non sia stato previsto alcun canale preferenziale per le strutture carcerarie, per detenuti e agenti di custodia, e’ una grave mancanza”, ha rilevato da Firenze Alessandro Nencini presidente vicario della Corte di Appello. Non sono piu’ disposti a tollerare le restrizioni del Covid: avvocati sul piede di guerra. “Il diritto alla salute non puo’ diventare onnivoro, ma va contemperato con il diritto di difesa”, va garantito “il contraddittorio” nel processo, ha detto Vinicio Nardo, il leader degli avvocati di Milano che ha parlato di “fine della civilta’ giuridica” per la sospensione di tanti diritti dei carcerati, come i colloqui. Sulla stessa scia Vincenzo Comi, della Camera penale di Roma, che ha parlato di 124 contagi nel carcere di Rebibbia “a fronte dei 21 comunicati ufficialmente dalla Direzione solo pochi giorni fa”.

Sono 1500 le denunce presentate nel Lazio e legate al Covid, contestano – ha spiegato il Pg della Corte di Appello di Roma Antonio Mura – provvedimenti ritenuti troppo permissivi o troppo severi. Mura ha poi detto che la Capitale, dove la violenza di genere sale del 9%, “e’ uno snodo di affari leciti e illeciti” e “accanto alla vera e propria novita’ della presenza di organizzazioni mafiose di matrice autoctona”, c’e’ anche ‘ndrangheta, camorra e mafia. Da Palermo, il Pg Roberto Scarpinato parla di “illusione repressiva”. Nonostante gli arresti, il turn-over della manodopera mafiosa e’ continuo, e ora gestisce pure il ‘welfare’ del Covid. Da Trieste e’ allarme per i tanti minori migranti in transito verso l’Europa: 1.247 i provvedimenti emessi a loro tutela. Da Bologna, il presidente vicario della Corte di Appello Roberto Aponte ha difeso la giustizia minorile oggetto di “delegittimazione mediatica” per l’inchiesta sugli affidi di Bibbiano. Da Brescia, il Pg fa sapere che e’ vicina la chiusura delle indagini sull’ultimo indagato – all’epoca 17enne – per la strage di Piazza della Loggia.


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