Morte di Maria Paola, dai social incoraggiamenti a Ciro. L’Arci Gay: ‘Erano stati minacciati di morte’

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Un vero e proprio boom di like – quasi 38mila – per le parole che il  22enne Ciro Migliore ha indirizzato su Instagram alla compagna Maria Paola Gaglione, la 18enne morta ad Acerra dopo essere stata spinta fuori strada con lo scooter dal fratello, che non accettava la relazione tra i due.

 

Un abbraccio virtuale, arrivato non solo dal mondo Lgbt, ma anche da tanti cittadini di Caivano, e dello stesso Parco Verde, da dove provenivano Ciro e Maria Paola, che pero’ da un po’ si erano trasferiti ad Acerra perche’ la famiglia della 18enne non accettava la relazione. Tanti post di solidarieta’ e sostegno a Ciro, ferito dal fratello di Maria Paola. “Non mollare, fallo per lei che non c’e’ piu'”. “Forza Ciro, siamo tutti con te”. “Maria Paola – scrive un utente di Caivano – amava ‘una’ che si sentiva ‘uno’ e che si faceva chiamare con un nome da maschio! E allora? Qual e’ il problema? ‘Una’ o ‘Uno’ che fosse, era una persona e questo basta e doveva bastare a tutti cosi’ come bastava a Lei, alla povera Maria Paola! Cosa abbiamo perso con questa ‘storiaccia’ da periferia degradata e degradante? Ancora una volta la possibilita’ di distinguerci ed evolverci!”.

Dalla piazza virtuale emerge la rabbia del mondo Lgbt, che si indirizza verso Michele Antonio Gaglione, fratello di Maria Paola, arrestato per l’omicidio della ragazza, e la stampa, colpevole di “raccontare le cose in modo sbagliato, senza alcuna sensibilita'”. “Le parole – si legge su un altro commento a firma del profilo therightsyougive – sono davvero la nostra arma piu’ potente, e non e’ un caso se certo giornalismo da 4 soldi abbia deciso di riportare questa vicenda in modo sbagliato, non dando le giuste informazioni e infangando la dignita’ di due persone. Scrivere di proposito sbagliando nomi e pronomi e’ un’ulteriore vergognosa mancanza di rispetto a chi ha appena perso la vita e a chi ha appena perso la persona che amava”.



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    Il commovente post di Ciro a Maria Paola: ‘Non immagino una vita senza di te’ 

    “Ho parlato con Ciro e mi ha descritto una situazione di grande negazione con i due ragazzi minacciati di morte ripetutamente. Quello che e’ successo l’altra notte era qualcosa che in qualche modo si aspettavano”. Parola di Daniela Falanga, presidente dell’Arcigay di Napoli, che ha fatto visita in ospedale a Ciro, il compagno trans di Maria Paola Gaglione, la 18enne uccisa dopo essere stata sbalzata dallo scooter al termine di un inseguimento e per la cui morte e’ accusato il fratello Michele.

    “La ragazza – come mi hanno riferito Ciro e sua madre – aveva il desiderio di parlare con la propria famiglia ma ha subito solamente minacce di morte. E’ una situazione devastante per tutti. Ciro non sta bene, sta vivendo una situazione drammatica. Per fortuna ha la madre che gli e’ vicino ed e’ per lui un grande pilastro in questo momento. Piangeva, ma non per le ferite riportate nell’incidente, ma perche’ chiedeva di poter rivedere la sua compagna. Mi ha detto che gli hanno rubato la vita e che vuole rivederla un’ultima volta”.


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