Smettere di fumare: la sigaretta elettronica aiuta?

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Sono decenni che si parla degli effetti negativi del fumo sulla salute delle persone. Mentre in alcuni paesi del mondo il consumo di tabacco è in rapida decrescita, motivato da politiche che incentivano i fumatori a smettere e il resto della popolazione a non iniziare proprio, in Italia si assiste ad una situazione diversa.

I numeri, infatti, si mantengono costanti da oltre un decennio, con una persona su 4 che si dichiara fumatore abituale.

Ma come smettere di fumare? La varietà liquidi tabaccosi su Terpy o altri shop online rappresenta davvero una soluzione?



    La domanda che la maggior parte dei fumatori italiani si pone è semplice: la sigaretta elettronica è un buon modo per smettere di fumare? O si tratta semplicemente di un nuovo metodo per mantenere inalterata la dipendenza da tabacco?

    Fumatori in Italia: questione di età?

    In Italia si assiste ad un fenomeno estremamente particolare: il consumo abituale di tabacco tramite sigarette si è mantenuto pressoché costante nel tempo. Con minime variazioni, infatti, di anno in anno, i fumatori costituiscono il 22% della popolazione.

    Coloro che smettono di fumare, invece, sono appena il 12% della popolazione.

    Come ci rivela l’inchiesta governativa fatta dal Ministero della Salute, una tale costanza nelle statistiche è da ricercare nell’esame delle fasce d’età dei fumatori.

    La maggior parte dei fumatori si concentra nella fascia d’età intermedia che va dai 25 anni ai 60 anni, con un consumo medio che oscilla tra le 15 e le 24 sigarette al giorno.

    Di queste, il 40% è costituito da sigarette con un contenuto di nicotina medio.

    Si tratta, dunque, di un consumo che assume caratteristiche ben determinate. La maggior parte dei fumatori ha dichiarato di aver iniziato come fumatore occasionale intorno ai 15 anni.

    Il consumo è poi diventato abituale intorno ai 25 anni mentre, una volta superata la soglia dei 45, iniziano i tentativi per smettere di fumare.

    Ma come smettono di fumare gli italiani?

    Sigaretta elettronica: aiuta a smettere di fumare?

    Il ricorso alla sigaretta elettronica come metodo per smettere di fumare si attesta al di là dei 40 anni. Il 44% dei fumatori dai 45 ai 64 anni, infatti, ricorre alla sigaretta elettronica come sostituto della sigaretta normale, a combustione.

    Ma come mai?

    Le motivazioni sono da ricercare nel fatto che la vaporizzazione di liquidi tabaccosi interviene positivamente sulla salute del fumatore. Non inalando gas ad alte temperature, misti a sostanze cancerogene (catrame in primis), infatti, i rischi sulla salute della sigaretta elettronica sono di gran lunga inferiori.

    Trattandosi esclusivamente di vapori e aromi non nocivi, i liquidi per sigaretta elettronica portano a immediati risultati sulla salute delle persone senza, d’altro canto, andare a interrompere abitudini e gestualità consolidate negli anni.

    Ma non è così semplice, né, d’altro canto, smettere di fumare è un’operazione che può essere condotta in poco tempo.

    Come smettere di fumare con la sigaretta elettronica: i liquidi tabaccosi

    La popolarità della sigaretta elettronica, o e-Cig, come viene anche detta, deriva dalla possibilità di controllare sia il sapore che le concentrazioni di nicotina nei liquidi.

    Dopo decine di anni di assidua assunzione di nicotina e di abitudine agli aromi del tabacco, infatti, il passaggio a liquidi che sono completamente privi di questa sostanza non è immediato.

    Per fasce d’età inferiori a quella dei 45-64 anni, infatti, è diffuso il ricorso occasionale e sporadico alla sigaretta elettronica come momentanea sostituta alla sigaretta normale.

    Un consumo, dunque, non abituale e sporadico che beneficia della novità e della grande varietà di liquidi presenti sul mercato e liberamente acquistabili sui tanti shop online, come quello di Terpy.

    Il ricorso alla sigaretta elettronica come efficace metodo per smettere di fumare è attestato per le persone tra i 45 e i 64 anni, per le quali l’attenzione alla salute diviene un problema di primaria importanza.

    La procedura che viene seguita è quella di affidarsi a liquidi tabaccosi che rispecchiano l’aroma delle sigarette che sono stati soliti consumare.

    Questi liquidi presentano concentrazioni di nicotina via via decrescenti. L’obiettivo, dunque, è quello di un passaggio non traumatico.

    Gli effetti della sigaretta elettronica: abitudine senza controindicazioni?

    Il ricorso alla sigaretta elettronica è ampiamente consigliato anche in ambito medico per i fumatori in quanto l’aspirazione di vapore risulta essere del 95% meno tossico rispetto alla sigaretta a combustione.

    Rimane, dunque, una certa tossicità?

    «Poca cosa rispetto al fumo passivo e al fumo di terza mano, cioè il particolato sottile e la radioattività che persistono nell’ambiente anche quando il fumatore ha finito da un pezzo la sua bionda. Il vapore non rilascia queste sostanze, resta la nicotina» afferma Fabio Beatrice, medico responsabile del Centro antifumo del San Giovanni Bosco di Torino.

    La sigaretta elettronica è facile da sostituire alle sigarette normali in quanto permette di mantenere inalterata la gestualità e la ritualità del fumatore. Un aspetto rilevante del processo di disintossicazione, infatti, è quello di non andare a stressare eccessivamente l’organismo ma di presentargli trasformazioni graduali.

    Ma smettere di fumare completamente è possibile?

    Dire addio alla nicotina: i liquidi per sigaretta elettronica

    Gli studi condotti dal Centro antifumo del San Giovanni Bosco di Torino portano a concludere che smettere di fumare con la sigaretta elettronica è possibile.

    Il processo, tuttavia, deve essere condotto andando a ridurre progressivamente non il ricorso alla sigaretta elettronica quanto ai liquidi con alte concentrazioni di nicotina.

    All’inizio un fumatore abituale, infatti, è solito ricorrere a liquidi tabaccosi che hanno concentrazioni di nicotina simili a quelli delle sigarette che era solito consumare. In media si varia dall’8% a salire, fino a picchi del 18%.

    In base alla concentrazione di partenza e alle risposte dell’organismo, il percorso per disintossicarsi dalla sostanza può prendere dai 6 mesi a vari anni, ma è assolutamente possibile.

    Il tutto deve essere compiuto gradualmente, evitando salti bruschi in quanto porterebbero alla rinascita del desiderio di ritornare alle sigarette normali e alla vanificazione dell’intero processo.

    Una scelta accurata, dunque, che risulta essere più facile consultando un esperto o il proprio medico curante.


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