Europa e Italia contro le FakeNews sul Coronavirus

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Fakenews ai tempi del Coronavirus . Europa e Italia prendono nuovamente posizione nella lotta alle fakenews. La disinformazione è un fenomeno che da tempo incide negativamente sulla propagazione delle informazioni in rete, ma in occasione dell’emergenza sanitaria del coronavirus ha manifestato con ancora più chiarezza la sua pericolosità, proprio per la delicatezza degli argomenti trattati che riguardano un diritto essenziale come la salute.

“LA DISINFORMAZIONE AI TEMPI DEL CORONAVIRUS PUÒ UCCIDERE…..ABBIAMO IL DOVERE DI PROTEGGERE I NOSTRI CITTADINI RENDENDOLI CONSAPEVOLI DELLA DIFFUSIONE DI INFORMAZIONI FALSE E DENUNCIANDO I RESPONSABILI DI TALI PRATICHE”
JOSEP BORREL, VICEPRESIDENTE COMMISSIONE EUROPEA

EUROPA CONTRO LE FAKE NEWS SUL CORONAVIRUS (E NON SOLO)

La crisi sanitaria è stata definita dalla Commissione Europea come un importante banco di prova per dimostrare come l’UE sia in grado di affrontare la disinformazione. Il piano d’azione dell’Europa passa per sei punti fondamentali: comprensione, comunicazione, cooperazione, trasparenza, libertà di espressione e sensibilizzazione:

  • Il primo punto riguarda la capacità di distinguere tra contenuti illegali e contenuti dannosi ma non per questo illegali; in altri termini tra la disinformazione (volontaria) e la cattiva informazione (che può essere anche involontaria). Le ragioni che spingono a diffondere notizie false, dice la Commissione, possono essere differenti: da quelle di ordine economico alle azioni condotte da soggetti stranieri. Il riferimento in quest’ultimo caso è andato senza troppi giri di parole al ruolo che Russia e Cina hanno nel creare notizie false;
  • Durante la pandemia la UE ha intensificato le iniziative volte ad informare correttamente i cittadini e a contrastare le campagne di disinformazione messe in campo da soggetti stranieri. Si può citare ad esempio il sito ufficiale che sfata i miti sul coronavirus e l’intervento della task force East StratCom del SEAE che ha individuato e denunciato il sito EUvsDisinfo per il gran numero di notizie false provenienti da fonti pro-Russia;
  • Fondamentale è la cooperazione tra Parlamento europeo e Consiglio, tra istituzioni UE e Stati membri, con gli organismi internazionali (ad esempio l’OMS), i Paesi terzi e con gli stessi cittadini. Ad esempio, saranno ulteriormente rafforzate in futuro iniziative come la rete di cooperazione per la tutela dei consumatori, che mette in guardia sulle truffe collegate a Covid-19;
  • La Commissione Europea durante la pandemia ha monitorato le attività compiute dalle piattaforme digitali che, secondo il codice di buone pratiche sulla disinformazione (sottoscritto nell’ottobre del 2018), si impegnano a contrastare il fenomeno. Sul punto la UE invita questi soggetti ad intensificare gli sforzi e a evidenziare con maggiore chiarezza le azioni intraprese: per tale ragione Facebook, Google, Twitter e piattaforme analoghe dovrebbero inviare mensilmente una relazione con gli interventi adottati per promuovere i contenuti autorevoli e limitare la disinformazione sul coronavirus.
    • Sono sempre legati al tema della maggiore trasparenza e responsabilità nel combattere le fake news:
      • l’invito per sottoscrivere il codice delle buone pratiche sulla disinformazione rivolto agli altri soggetti interessati
      • il potenziamento dell’attività dell’osservatorio europeo dei media digitali (istituito all’inizio di giugno) con un maggior numero di verificatori di fatti e ricercatori
  • La UE continuerà a promuovere la buona informazione, quella portata avanti dai media e dai giornalisti indipendenti il cui servizio viene definito essenzialeL’UE intensificherà il proprio sostegno a media e giornalisti indipendenti nell’UE e a livello mondiale. La Commissione ha invitato gli Stati membri a moltiplicare gli sforzi per consentire ai giornalisti di lavorare in sicurezza e per sostenere i media colpiti dagli effetti economici della pandemia;
  • Da ultimo, la UE individua nei progetti di alfabetizzazione mediatica e negli interventi della società civile gli strumenti che contribuiranno a garantire ai cittadini l’accesso alle informazioni (con il giusto spirito critico) e la libertà di espressione

Queste azioni confluiranno nelle future attività della UE in materia di disinformazione, tra cui la legge sui servizi digitali.
IN ITALIA SI PENSA AD UNA COMMISSIONE D’INCHIESTA 

AGCOM favorevole alla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle fake news



    Le proposte di intervento elaborate in Italia per contrastare la diffusione delle notizie false in relazione al coronavirus sono confluite nella relazione pubblicata ieri sul sito del Dipartimento per l’Informazione e l’editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri e redatta dalla task force di 11 esperti formata i 4 aprile scorso.

    Gli interventi suggeriti si collocano in tre ambiti:

    • Misure per semplificare l’accesso ad un canale di comunicazione istituzionale e ai contenuti che vengono ritenuti scientificamente più attendibili. Tra le soluzioni prospettate c’è la creazione di un sito di riferimento per le fake news e la prosecuzione del lavoro di traduzione e adattamento del materiale fornito da istituzioni attendibili come l’OMS e l’Ecdc (Centro Europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie);
    • Misure volte a sensibilizzare i cittadini con l’obiettivo di renderli più consapevoli sui meccanismi alla base della fruizione delle notizie e dei rischi legati alla disinformazione. Si prospettano, ad esempio, nuove campagne di 30 secondi (sia in TV, sia sui social network), ma anche corsi di formazione per gli stessi comunicatori pubblici che per primi dovrebbero riconoscere le fake news;
    • Analisi quantitativa del fenomeno della disinformazione (es. quanto incide sul dibattito politico) e strategie di comunicazione che tengano conto dell’effettivo bisogno di informazione degli utenti – ad. esempio FAQ ufficiali predisposte in base agli argomenti più cercati in rete, ma anche un profilo WhatsApp, Messenger o Telegram che, tramite un bot, fornisce risposte standard alle domande più comuni.

    Prosegue inoltre il dibattito politico sull’istituzione di una Commissione Parlamentare d’inchiesta sulle fake news. L’ipotesi è stata approvata dal Presidente dell’AGCOM, Angelo Cardani, durante l’audizione presso le Commissioni riunite Cultura e Trasporti che stanno valutando le proposte di legge al riguardo.

    Secondo Cardani, la Commissione sulle fake news può solo aiutare in un momento come questo. Il fenomeno della disinformazione, ha aggiunto, è una materia destinata a richiedere interventi legislativi organici per un corretto bilanciamento tra diritti e valori in gioco. Da un lato c’è il ruolo attivo delle piattaforme digitali, richiamato anche dall’Europa (ved. sopra), dall’altro le questioni giuridiche ed etiche che nascono quando si interviene per rimuovere contenuti informativi nelle suddette piattaformefa


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