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Coronavirus, New York dichiara stato di emergenza. In borsa crollano le big della Silicon Valley

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Il sindaco di New York, Bill de Blasio, dichiara lo stato di emergenza per la città in seguito “all’intenso” aumento dei casi di Coronavirus come aveva fatto nei giorni scorsi il governatore dello stato di New York, Andrew Cuomo. Nella metropoli statunitense potrebbero esserci 1.000 casi di coronavirus in una settimana. Lo ha detto il sindaco Bill del Blasio, sottolineando che la sua intenzione è quella di lasciare le scuole aperte. I casi di coronavirus sono raddoppiati in 24 ore, passando dai 42 di mercoledì ai 95 di oggi. Ha confermato Bill de Blasio, sottolineando che ci sono 29 persone in quarantena obbligatoria e 1.784 persone in quarantena volontaria.
L’emergenza non risparmia Wall Street e la Silicon Valley. Apple, Amazon, Alphabet, Facebook e Microsoft bruciano complessivamente 416,63 miliardi di dollari durante la seduta. Facebook ha perso il 9,30%, Apple il 9,88%, Amazon il 7,98%, Alphabet l’8,2% a Microsoft il 9,48. Si tratta di un duro colpo per le big dopo i 320 miliardi di dollari persi nella giornata di lunedì.
Anche i musei americani prendono provvedimenti in piena emergenza Coronavirus: sulla scia del Met hanno chiuso altri musei grandi e piccoli. A Boston da domani non accetteranno più visitatori l’Harvard Art Museums, l’Institute of Contemporary Art, l’Isabella Stewart Gardner Museum e il Museum of Fine Arts. Altre due chiusure, ma è probabilmente solo l’inizio, a New York con gli annunci della Frick Collection e del Jewish Museum. Chiuso da domani anche il Cima, Center for Italian Modern Art, e a Cold Springs, alle porte della Grande Mela, Magazzino for Italian Art, il museo privato dedicato all’Arte Povera nella valle dell’Hudson.


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