Castellammare, Migliore in Parlamento accusa: ‘Il fratello del presidente del consiglio aveva schede telefoniche del clan’

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“Vorrei solo dire, al di la delle parentele con esponenti di clan all’interno degli eletti, che il fratello del Presidente del Consiglio Comunale è risultato essere il prestanome di schede telefoniche in disponibilità del clan. E’ questo il motivo per il quale abbiamo svolto questo tipo di richiesta e lo facciamo nel pieno rispetto dell’autorità giudiziaria ma nello stesso tempo con la preoccupazione e la raccomandazione che vi possa essere un sollecito intervento del Ministero dell’Interno”. A dirlo è il deputato del PD Gennaro Migliore durante l’assemblea della I Commissione Permanente alla Camera dei Deputati nella quale il Sottosegretario agli Interni ha risposto alle interrogazioni dei deputati. La settimana scorsa il deputato napoletano, eletto nei democratici, aveva presentato una richiesta al ministero degli Interni chiedendo l’invio della Commissione d’accesso. Non è stato l’unico. Qualche giorno prima anche il Movimento 5 Stelle con la deputata Carmen Di Lauro aveva presentato un’interpellanza al ministro Salvini chiedendo lo scioglimento del Consiglio Comunale.Abbiamo deciso di fare questa interrogazione –  dice Migliore – sulla base di una serie di inchieste e di notizie susseguenti che sono emerse dalla stampa relative al comune di Castellammare di Stabia” che “è un centro nevralgico per tutta la provincia”. La città di Castellammare di Stabia “è al centro del Grande Progetto Pompei e quindi di grandi trasformazioni dal carattere urbanistico, c’è un grande porto turistico insomma c’è una condizione che ne dovrebbe fare uno dei punti di maggiore sviluppo della nostra provincia. Sulla base di una serie di denunce che sono state fatte dal precedente sindaco Antonio Pannullo alla Dda e alla Commissione Parlamentare Antimafia e dal candidato sindaco, attuale consigliere comunale, andato al ballottaggio contro Cimmino, Andrea Di Martino, sono emerse una serie di denunce che hanno portato ad una serie di inchieste per per alterazione dei processi elettorali. Come l’irruzione durante un comizio del Di Martino di Giovanni Imparato che riteneva che non fosse gradita la presenza di un candidato e che in quel territorio che considerava di sua disponibilità e con la richiesta che si facesse un parcheggio”.La risposta del Ministero. Il Ministero ha risposto facendo sapere che il Comune di Castellammare di Stabia e la sua attività amministrativa è “attenzionata” dal Prefetto di Napoli in quanto figura delegata dal Ministero dell’Interno con poteri di invio di Commissione d’Accesso. “La vicenda segnalata – scrive nella risposta il Viminale – circa i possibili condizionamenti della criminalità organizzata sull’azione amministrativa del comune di Castellammare di Stabia viene costantemente seguita dal Prefetto di Napoli”. Per l’intervento quindi della Commissione d’Accesso occorre “effettuare valutazioni complesse, di carattere riservato, da condividere in sede di Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica con la partecipazione della Procura Distrettuale Antimafia”. Tuttavia, fa sapere il Ministero nella risposta, “il Comune e gli organi in questo è sottoposto a puntuale monitoraggio, attraverso le Forze dell’ordine e con un costante raccordo con l’Autorità giudiziaria per verificare la sussistenza di qualsivoglia forma di condizionamento che possano costituire il presupposto per l’eventuale avvio della procedura finalizzata allo scioglimento straordinario del Consiglio Comunale.Il sindaco. E’ arrivata anche la risposta del Sindaco Gaetano Cimmino che parla di sciacallaggio politico non finalizzato a fare chiarezza sull’azione amministrativa della sua amministrazione. “Voglio essere chiaro con i cittadini di Castellammare di Stabia: quanto portato in Parlamento da alcuni onorevoli ha il sapore di un’operazione esclusivamente politica, di sciacallaggio politico, tutt’altro che finalizzata a fare “chiarezza” sull’azione amministrativa messa in campo in città – dice il Sindaco – Questi personaggi, “animali politici”, manovrati a quanto pare sapientemente da altri personaggi che dovrebbero essere senza né padrini né padroni, hanno portato a Roma un elenco di fatti sconnessi, un collage raffazzonato di inchieste e stralci di inchieste. Un pot-pourri che lambisce approssimazione e diffamazione. Eppure gli onorevoli gli atti giudiziari dovrebbero leggerli con attenzione, senza lasciarsi imboccare da chissà chi.Non c’è alcuna volontà di fare chiarezza, alcuna reale preoccupazione da parte loro. C’è l’unica volontà di affossare ancora una volta la città come hanno già fatto in passato, di provare a spodestare, senza nessuna probabilità di riuscirci, un governo stabile, costantemente al lavoro per ridare dignità a tutti gli stabiesi. La pulizia la stiamo facendo noi dal momento esatto in cui ci siamo insediati a Palazzo Farnese. Loro, vogliono il caos. Noi mettiamo ordine”


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