Spari al mercatino di Natale: ci sono due morti e almeno 11 feriti: numerosi italiani tra i quali europarlamentari asserragliati nei ristoranti. L’attentatore è stato identificato ed è ora braccato dalla polizia. Ritorna in Francia l’incubo attentati che riporta alla memoria Berlino, quando Anis Amri lanciò il suo camion contro le bancarelle natalizie nel centro città , il 19 dicembre 2016. La sparatoria è avvenuta a Strasburgo: poco dopo le 20, secondo una prima ricostruzione, un uomo, di circa 29 anni, ha aperto il fuoco sulla folla: per la locale prefettura ci sarebbero almeno due morti e almeno 11 feriti in gravi condizioni. Il presunto attentatore, che sarebbe rimasto ferito in uno scontro a fuoco con la polizia dopo essersi asserragliato in un edificio a rue d’Epinal, era già stato schedato come elemento ‘radicalizzato’, secondo quanto riporta il sito Nouvelles d’Alsace, spiegando che il suo dossier era segnato con la ‘S’ che indica, appunto, i radicalizzati islamici. È quindi presa in esame dagli inquirenti la pista del terrorismo L’uomo nella rue del Grandes Arcades, presso la Place Kleber, dove si trova il mercatino di Natale e si sarebbe poi dato alla fuga in direzione della Grand’Rue, dove testimoni avrebbero udito altri spari.Alcuni media locali parlano di altri due attacchi avvenuti in città effettuati da un commando terroristico: la notizia non trova al momento ancora riscontri da parte della Prefettura. Negli ospedali locali intanto è scattato il ‘piano bianco’, ovvero la massima allerta per le situazioni di crisi. Il presidente francese Emmanuel Macron ha lasciato in anticipo un ricevimento in corso all’Eliseo per seguire personalmente i fatti e ha inviato il ministro dell’Interno, Christophe Castaner, sul posto.La polizia ha isolato la zona, nel centro di Strasburgo, a circa 3 chilometri dalla sede del Parlamento europeo che è stato blindato. Lo stesso presidente Antonio Tajani ha annunciato che il palazzo dell’Assemblea è chiuso in entrata e in uscita ma proseguono invece i lavori dell’aula. Numerosi politici e giornalisti italiani hanno inviato le loro testimonianze attraverso i social.