Carceri, in Campania 7400 detenuti e solo 32 posti negli ospedali

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In Campania ci sono 7.400 detenuti e soltanto 32 posti letto negli ospedali per la sicurezza penitenziaria, a fronte di centinaia di richiese di ricovero che arrivano non dai detenuti ma dai direttori dei penitenziari. E’ questa una delle ‘spie’ dello ‘stato di salute’ delle carceri della regione che soffrono di un sovraffollamento oramai divenuto strutturale e di emergenze dovute anche carenze igieniche nei penitenziari piu’ vecchi e di natura organizzativa per il numero troppo ridotto di agenti di polizia penitenziaria in tutti gli istituti penitenziari. A Napoli-Poggioreale c’e’ un buon reparto di Radiologia, ma manca la Tac, che potrebbe essere sistemava a Napoli-Secondigliano per consentire meno spostamenti, con un risparmio economico e di personale, “perche’ ogni volta che un detenuto esce per una visita specialistica deve essere accompagnato per sicurezza da tre agenti”, spiega il garante regionale dei detenuti, Samuele Ciambriello. Un’altra criticita’ e’ poi rappresentata dal fatto che non c’e’ la stabilizzazione degli operatori della sanita’ e questo genera sempre piu’ allarmi e sofferenze nelle strutture adibite alla ricezione dei detenuti ammalati o bisognosi di cure. In Campania c’e’ l’articolazione psichiatrica 80 posti, ma coloro che hanno grosse difficola’ dovrebbero uscire e andare nelle Rems, che sono due, una a San Nicola Baronia in provincia di Avellino e l’altra a Calvi Risorti in provincia di Caserta. L’anno scorso in Campania ci sono stati 5 suicidi e 77 tentativi di suicidio che non sono andati in porto grazie all’attenzione degli agenti di polizia penitenziaria e a qualche compagno di cella, con piu’ di 700 gesti di autolesionismo.

“Dopo la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari di Aversa e Napoli, si e’ posto il tema della salute mentale”. Lo ha detto Samuele Ciambriello, garante dei detenuti della Campania, in occasione del focus sulla sanita’ penitenziaria. “C’erano, in quelle strutture – ha affermato – 400 persone ricoverate che, purtroppo, per legge sono ancora dichiarate ‘internate'”. “L’organizzazione – ha aggiunto – ha consentito di avere 70 posti in alcune carceri: uno per ogni provincia. Qui c’e’ l’articolazione psichiatrica, questi posti sono per coloro che hanno grosse difficolta’, ma dovrebbero uscire e andare nelle Rems, che sono due: a San Nicola Baronia in provincia di Avellino e a Calvi Risorti in provincia di Caserta”. “Ci sono 40 posti in totale – ha sottolineato – Il rischio e’ un doppio danno: queste persone restano in carcere perche’ non ci sono posti fuori, nelle sezioni ordinarie, perche’ non ci sono posti per l’articolazione, bisogna mettere mano a un riordino complessivo della salute e questo convegno di oggi mette al centro dell’attenzione anche la responsabilita’ della politica”. “La Regione puo’ fare molto, perche’ le Asl a partire dei detenuti e dei tossicodipendenti fa dei programmi veri e bisogna incrementare personale, risorse e attrezzature – ha concluso – Bisogna fare anche un tipo di formazione particolare per queste persone e portare la stabilizzazione degli operatori sanitari dentro le carceri”.




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