Napoli, scarcerato il reggente dei Sequino al rione Sanità dopo le minacce alla polizia

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“Adesso volete vedere che vi combino? Qui non entrate più, prendo gli scooter 300 e non vi faccio entrare più”. Per questa minaccia il boss Silvestro detto Silvio Pellecchia attuale reggente del clan Sequino (con i quali è imparentato) ieri è stato fermato dalla polizia insieme con il figlio Salvatore di 21 anni. Il giovane viaggiava su uno scooter senza casco, con un amico e quando è stato fermato dalla polizia è andato in escandescenza. Ha minacciato la polizia e poi è arrivato il padre Silvestro che ha continuato con le minacce. I due sono stati portati in questura e, assistiti dall’avvocato Mario Bruno, sono stati liberati con i “termini a difesa”. Il fermo è stato convalidato e dovranno firmare in commissariato una volta al giorno fino a settembre. Poi subiranno il processo per resistenza. Silvestro Silvio Pellecchia è considerato dagli investigatori l’attuale reggente del clan Sequino, essendo cognato di uno dei fratelli. Di lui si parla spesso come uno dei personaggi che ha partecipato alla “cacciata” degli Esposito “Barbudos” Genidoni dal rione Sanità quando (prima della rottura) erano insieme ai Vastarella. Il suo nome compare spesso nelle intercettazioni ambientali a casa di Antonio Genidoni a Milano mentre preparavano la strage delle Fontanelle. Secondo gli investigatori il legame dei Pellecchia con i Sequino va oltre la parentela e non a caso sui profili social dei componenti della famiglia tutti hanno il doppio cognome Pellecchia-Sequino. In nottata sul profilo facebook di Silvestro Pellecchia è comparsa una foto a torso nudo con in bella mostra tutti i suoi tatuaggi di Hitler e Bin Laden e con la scritta: “La verità viene sempre a galla e come tutti gli stronzi come voi…..mi volevate vedere cadere ma mi rialzo sempre con dignità”.


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