E’ on line Direct Impact, il videoclip del chitarrista Sebastiano Esposito

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È on line, dalle scorse ore, il videoclip “Direct Impact” del chitarrista napoletano Sebastiano Esposito. È il nuovo singolo estratto dal disco “24”, un progetto autoprodotto e registrato insieme al bassista Giovanni Macchiaverna e al batterista Elio Severino. La produzione del videoclip è della NoMods Film con la produzione esecutiva dell’associazione Musicando ed il patrocinio della Regione Campania, con la regia di Tony Ruggiero. Classe ’92, Sebastiano ha fatto parlare delle proprie qualità già da giovanissimo quando a soli 16 anni vince il premio “miglior chitarrista al Vomerock, festival di Napoli. Dopo gli studi al Conservatorio “San Pietro a Majella” collabora con musicisti come Steve Vai, Paul Gibert, Scott Henderson. Nel corso dell’intervista, Sebastiano ci ha raccontato dell’album e dei suoi prossimi progetti. E’ online dalle scorse ore il video di Direct impact dell’album “24”, disco autoprodotto. Quali sono le difficoltà che hai trovato nella fase produttiva del disco, dal momento che è “autoprodotto”? “Beh, la difficoltà più grande è stata sicuramente trovare le finanze per produrre un lavoro che fosse all’altezza delle mie ambizioni ed aspettative.Erano anni che progettavo la pubblicazione del mio primo disco, iniziando a lavorare in circuiti più remunerativi e, con i giusti sacrifici, sono riuscito finalmente a racimolare un budget di partenza che potesse sostenere il progetto. Da qui, un’altra difficoltà: trovare il giusto team di lavoro. La nostra terra ci offre dei grandissimi professionisti del settore, è stato quindi difficile scegliere “il vestito” da far indossare a “24”.Il resto, nonostante gli imprevisti che non mancano mai, è stata una strada in discesa.” Essendo autoprodotto possiamo dire che è compito dell’artista essere bravo nel presentarlo e nel promuoversi per potersi fare strada. Su quali caratteristiche hai puntato per attirare gli ascoltatori? “Personalmente non ho elaborato nessuna strategia ai fini commerciali, ho semplicemente prodotto la mia musica così come volevo che fosse realizzata. Produrre il disco registrando tutto in presa diretta e lavorando completamente in analogico durante il missaggio ed il mastering ha reso sicuramente questo lavoro “appetibile” per gli addetti ai lavori. Documentare le varie fasi di produzione nel Dvd allegato ha probabilmente incuriosito, insieme alla grafica ed il packaging, ascoltatori meno avvezzi all’ascolto di musica strumentale.” Tu che hai alle spalle un percorso di studi in ambito musicale, oggi con Internet, consiglieresti ad un giovane comunque di formarsi o di farsi prima vedere, quindi dare un’immagine di sè e della propria bravura, che a volte può essere notevole anche senza aver fatto studi approfonditi? “Credo che, come in tutte le cose, la virtù sia nel mezzo. Bisogna indubbiamente studiare per continuare a migliorarsi ma contemporaneamente non perdere mai di vista il proprio obbiettivo e la consapevolezza di ció che sono le proprie competenze. Studiare per un musicista è parte del proprio lavoro, la musica si evolve continuamente e questo significa che il percorso di studio è in continuo aggiornamento e, quindi, non ha mai fine.” 24 è un progetto autoprodotto che porti avanti con altri colleghi. Come li hai scelti? Come nasce questo progetto? “L’idea di vivere della mia musica mette radici già nella mia adolescenza quando, ascoltando i dischi di Carlos Santana, ho iniziato, prima ad immaginare, poi a costruire il mio futuro da solista.La scelta di collaborare con Elio Severino alla batteria e Giovanni Macchiaverna al basso è nata dall’esigenza di voler condividere la mia musica con due dei miei più grandi amici, nonchè grandi professionisti. Insieme, abbiamo sperimentato e consolidato il nostro sound attraverso innumerevoli ore di sala prove e concerti in giro.” Sei un chitarrista napoletano. Secondo te arriva prima la musica o prima la voce agli ascoltatori? Spesso il pubblico sceglie un qualsiasi artista per la voce, senza considerare che c’è un lavoro di suono e ritmica che è fondamentale. Possiamo dire che è un po’ più tortuosa la strada per un “musicista” per affermarsi? “Decisamente. Non avere una voce significa non avere un’identità alle orecchie di un ascoltatore “medio” ma, scegliendo questo percorso, ne sono stato sempre consapevole. La chitarra per me rappresenta quasi un estensione della mia personalità, la voce che non ho mai avuto. Spero che un giorno le persone possano riconoscere il suono della mia chitarra così come riconoscono la voce del loro cantante preferito.”
Tra le collaborazioni c’è quella con Sabba e Francesco Cicchella, talenti di Napoli, della Campania. C’è qualche tuo progetto solista a cui, dopo la promozione di “24”, stai già pensando? “Produrre “24” è stata un’ esperienza che mi ha arricchito sotto ogni punto di vista.Nonostante questo primo disco chiuda un ciclo della mia vita, non ho mai smesso di esplorare il mondo della chitarra e di scrivere nuove composizioni. Ci sono tante nuove idee in cantiere, alcune alle quali sto già lavorando. Spero di riuscire presto a realizzarle!” Giovanni Iodice


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