Diego Laurenti, lo “Iutubber” del web: “Sto realizzando un mio sogno e consiglio a tutti i giovani di inseguire i propri”

Sui social è molto seguito, produce quasi quotidianamente video che vengono visti e condivisi sempre più ed è napoletano. Stiamo parlando del giovane Diego Laurenti, in arte “Iutubber Diego”, che nel corso di un’intervista ci ha raccontato come si avvicina alla piattaforma “Youtube”, come nasce un suo video e ha spiegato quali sono le caratteristiche che un giovane, oggi per emergere, deve possedere. Diego non vuole affermarsi come “youtuber”, ma come un vero e proprio showman. Nei prossimi giorni, infatti, sarà in teatro per un talk show innovativo.
Ci racconti come ti avvicini al mondo del web ed alla piattaforma “Youtube”?
È stata casuale, in un momento di noia. Realizzai il primo video con un amico, ma non era creato volutamente per essere condiviso sui social. Poi, visto il risultato ottenuto, pensammo di caricarlo sul profilo di “Facebook”. Totalizzò circa 180/190 mi piace; risultato che negli anni passati era alt. Visto che ho sempre avuto la voglia di fare spettacolo e comunicazione, da quella volta capii che quella era la strada del futuro. Amo quello che faccio, che è il mio lavoro.
Come ti definisci per quello che fai?
Io non voglio essere definito” youtuber”, nonostante il fatto che il mio nome sui social sia proprio “Iutubber”. Oggi cerco di scrollarmelo ma non per una questione di disprezzo bensì per ciò che mi ha spinto a cominciare a fare video e cioè l’ammirazione per la musica ed il canto. Ho fatto teatro, e stranamente capita che quando si è in teatro non sei “youtuber” ma “quello che fa i video”.. Io nella vita vorrei fare l’artista non lo “youtuber”. Provo a portare la mia forma d’arte sui social. Quello che faccio che può essere semplice sotto alcuni punti di vista, perché sono dei semplici video pochi articolati ma comunque rispettano dei tempi comici, delle tonalità da seguire. Spero che un giorno possa diventare Diego Laurenti, “lo showman”, partito da “Youtube”.
Ci racconti come nasce un tuo video?
C’è un grande lavoro prima di ogni video, quello principale è di ricerca. Io faccio satira, critica, che è un diritto sancito dalla Costituzione. Non si può criticare ogni cosa ma solo ciò che si pensa sia opportuno criticare o ironizzare. Il lavoro è tanto, passo tanto tempo a cercare video in rete. Sono diventato per questo motivo anche un ascoltatore di musica neomelodica. Dopo la ricerca c’è la scelta di voci, inquadratura, luci. Curo la registrazione video, audio, il varietà, lo studio, il set che non è per niente approssimativo.” Youtube Italia” penso che sia una piattaforma interessante, i maggiori fruitori sono bambini piccoli che oggi, purtroppo, stanno perdendo la concezione di ciò che è fatto bene e questo fa sì che seguano dei personaggi spesso estremamente approssimativi perché partono con l’intento e la voglia di essere riconosciuti per strada o guadagnare facile. Mi riferisco anche ad alcuni che In città sono approssimativi dal punto di vista di preparazione sia artistica sia umana. Tra i colleghi che preferisco, posso menzionare il collettivo “The Jackal”, “Canesecco”, il “Signor Franz” o “FaviJ”.
Preferisci lavorare da solo o in un collettivo?
Lo chiedi ad uno che ha sempre giocato come “playmaker” sotto ogni punto di vista anche se oggi ho un collaboratore che mi affianca. Lui, però, arriva dopo quattro anni. A me piace che sia io a gestire perché ti rendi conto che quando raggiungi dei risultati lo fai da solo; mentre, quando prendi una caduta non c’è nessuno a tenderti la mano. È più difficile quando si è in gruppo perché viaggiare sulla stessa lunghezza d’onda diventa più complicato. Mi auguro, però, un giorno di trovare persone che viaggino sulla mia lunghezza d’onda, ma nel frattempo imparo a fare ciò che non so fare ancora.
Cosa ti differenzia dagli altri tuoi colleghi?
Forse l’esperienza di aver fatto tante cose diverse o aver dovuto sopravvivere a situazioni difficili come l’impossibilità da bambino di suonare uno strumento, di andare da un maestro. Credo che mi differenzia anche il fatto che oltre che in rete anche su un palco so come muovermi. Ho, infatti, avuto esperienze teatrali che mi hanno fatto crescere molto dal punto di vista dei video. La lungimiranza e la caparbietà sono due fattori che mi distinguono. Mi rendo conto che se vedo video miei passati sono diversi dagli attuali mentre se guardo video di alcuni colleghi del passato mi rendo conto che sono gli stessi.
Io ho lasciato un lavoro prima intraprendere questa strada. Ero allievo ufficiale di coperta, avrei avuto una carriera da comandante. Ho rinunciato perché credevo molto nei miei sogni. Oggi, forse, sarei diventato primo ufficiale di coperta anche perché la vita di mare mi piaceva tanto oppure avrei cercato un produttore per diventare cantante.
Tv o rete: cosa pensi a riguardo?
La televisione oggi rappresenta un contenitore di esempi negativi; programmi, tranne pochi, che possono essere guardati. Vorrei fare una piccola rivoluzione della comunicazione, non puntando alla televisione, ma a far diventare il web una televisione. Provare a convincere le grandi produzioni ad investire su un prodotto che sia prettamente web e che dia la possibilità al pubblico di interagire in maniera dinamica. Sto già lavorando per quattro puntate di un talk show, che si terranno nelle prossime settimane a teatro. L’idea è quella di avere un pubblico dal vivo ma allo stesso tempo trasmetterlo con regia televisiva sul web.
Sul web oggi, secondo te, i “youtuber” “transcendono” molto nei termini?
Io doso bene quello che devo dire, ma non dimentico anche il mio passato. Tutti siamo partiti da una base popolare e di assenza di freni inibitori. Poi col tempo si cresce. Meglio fare bene. Io in precedenza spesso dicevo “ Buccacc” poi ho capito che non c’è bisogno di dire parolacce per far ridere.
Con chi vorresti collaborare?
Ci sono diversepersone con cui vorrei collaborare: i “The Jacakl”, “CaneSecco”. “Guglielmo Scilla”, “Signor Franz”. Persone, queste, che seguo con interesse, anche per ammirazione. Io non ho mai collaborato quasi con nessuno in questi anni anche perché alcuni con cui ho collaborato, aiutato nel loro percorso e che oggi hanno numeri più alti non mi salutano più. Io preferirei collaborerei con qualcuno per la stima che provo verso un collega; oggi ci si cataloga per il numero di iscritti.
Cosa consigli ad un giovane che intende intraprendere la strada dello “youtuber” o che si è da poco avvicinato a questa realtà?
Il consiglio è di formarsi. Anche io avrei voluto avere la possibilità di studiare canto o recitazione. “Youtuber” può diventare chi è tenace, caparbio, determinato. Non mi sento ancora per niente arrivato, sono ancora ai primi passi da percorrere.

Giovanni Iodice

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