Cronaca Nera

Ambulanze sponsorizzate dal clan dei Casalesi: due arresti ad Aversa

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Aversa.Utilizzava la propria amicizia con persona vicina al clan per gestire di fatto in monopolio l’utilizzo di ambulanze private per il trasporto di malati. Ma una indagine della Squadra Mobile di Caserta si e’ conclusa con il suo arresto e quello del suo ‘sponsor’ di camorra. La misura di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Napoli, riguarda Augusto Bianco, 27 anni, e Luigi Belfiore, 62 anni, che devono rispondere di concorso in estorsione aggravata dal metodo mafioso. Belfiore, titolare della ditta di trasporti denominata “Croce Aversana”, lasciava capire alle ditte concorrenti di avere ‘amicizie’ all’interno dell’ospedale di Aversa e, attraverso l’intercessione di Bianco, esponente di una famiglia contigua al gruppo Schiavone del clan dei Casalesi, imponeva le sue autoambulanze agli ospedali casertani per il trasporto dei degenti. Bianco e Belfiore, poi, sono indagati insieme ad altre quattro persone per illecita concorrenza ed estorsione, reati aggravati dall’aver agito con metodologia mafiosa.Gia’ lo scorso gennaio, la Squadra Mobile di Caserta aveva tratto in arresto il padre di Augusto, Cesare Bianco, 52 anni, affiliato storico del clan con precedenti per associazione a delinquere di stampo mafioso, omicidio ed estorsione, in quanto ritenuto responsabile, unitamente al boss Francesco Schiavone e al cugino di questi, Francesco Schiavone detto ‘Cicciariello’, quali mandanti, dell’omicidio di Giovanni Parente avvenuto il 26 settembre 1996 a Santa Maria La Fossa, nell’ambito della faida per il controllo dei territori di Grazzanise e Santa Maria La Fossa. L’inchiesta ha consentito di appurare come, proprio grazie alla ‘forza’ del clan, rappresentato da Augusto Bianco, Luigi Belfiore e il figlio Vincenzo, amministratori della Croce Aversana, societa’ attiva nel trasporto di degenti da e per l’Ospedale Civile Moscati di Aversa, abbiano, di fatto, operato in regime di assoluto monopolio, impedendo ad altri di operare in tale settore e controllando, al fine di escluderla, l’operativita’ di una impresa concorrente che era in grado di effettuare solo alcuni trasporti e solo previa ‘autorizzazione’ del Belfiore e quindi dell’associazione mafiosa. 


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