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Inchiesta Consip, il pg: ‘Woodcock disse a Vannoni: vuol fare vacanza in carcere?’

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Il pm di Napoli Henry John Woodcock “all’inizio dell’audizione di Vannoni, ha invitato la persona informata sui fatti a guardare dalla finestra il carcere di Poggioreale, chiedendogli se vi volesse fare una vacanza”. E’ quanto si legge nell’integrazione, formulata dal sostituto pg di Cassazione Mario Fresa, del capo di incolpazione nei confronti del pm Woodcock davanti alla disciplinare del Csm. E ancora: Woodcock “ha mostrato a Vannoni – scrive il pg nell’atto consegnato al ‘tribunale delle toghe’ – dei fili che gli disse essere microspie, facendogli percepire, senza che cio’ corrispondesse al vero, di essere stato intercettato”. In tal modo, si legge nell’incolpazione della Procura generale della Suprema Corte, “la persona informata dei fatti si e’ sentita ‘sconvolta’, ‘frastornata’ e ‘scioccata'”. Secondo il pg Fresa, inoltre, i pm Woodcock e Carrano “senza esercitare i poteri di direzione loro attribuiti per legge – si sottolinea nell’atto di incolpazione integrato dopo la richiesta di precisazione da parte della disciplinare del Csm – hanno consentito agli ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria presenti di svolgere, in maniera confusa e contemporaneamente, una molteplicita’ di domande, invitando Vannoni a ‘confessare'”. Ma su queste accuse è arrivata la replica di Marcello Maddalena, ex pg di Torino oggi in pensione, difensore del pm Henry John Woodcock, davanti alla sezione disciplinare del Csm: “Vannoni non e’ affidabile ne’ attendibile. Ecco perche’ abbiamo presentato un’ampia richiesta di testi”, ha aggiunto. Il difensore ha anche ricordato che Vannoni dichiaro’ che, al palazzo di giustizia di Napoli il giorno della sua audizione, era stato tenuto un’ora al freddo e poi di essere stato in una stanza piena di fumo: “Woodcock non fuma piu’ da anni”, ha rilevato Maddalena.

Va riscritta l’accusa a carico dei pm di Napoli Henry John Woodcock e Celeste Carrano, specificando meglio quale sia “la grave scorrettezza” che avrebbero commesso durante l’interrogatorio di uno degli indagati dell’inchiesta Consip,l’ex consigliere di palazzo Chigi Filippo Vannoni. Lo ha deciso la sezione disciplinare del Csm nel procedimento ai due sostituti napoletani, incaricando il pg della Cassazione a provvedere in tal senso. La Sezione disciplinare ha ritenuto dunque che su questo punto l’accusa fosse troppo generica. Un’obiezione che era stata sollevata dalla difesa dei due magistrati – l’ex procuratore di Torino Marcello Maddalena per Woodcock e il procuratore di La Spezia Antonio Patrono per Carrano – che aveva chiesto pero’ al tribunale delle toghe di andare oltre, dichiarando la nullita’ dell’accusa. La Sezione disciplinare ha scelto invece la via di una “precisazione” , “necessaria” – come scrive nella sua ordinanza per “valutare l’ammissibilita’ e la rilevanza delle prove richieste”. Il tribunale delle toghe, al termine di una lunga camera di consiglio, ha respinto invece altre istanze avanzate dalla difesa,che aveva posto un’eccezione di incostituzionalita’ rispetto alla mancanza di un divieto per chi siede nella Sezione disciplinare di far parte anche della Prima Commissione del Csm; Commissione che si sta occupando di Woodcock sempre in relazione all’inchiesta Consip. E aveva chiesto che per lo meno si astenessero due dei giudici disciplinari che di quella Commissione fanno o hanno fatto parte. La Sezione disciplinare ha ritenuto “manifestamente infondata” la questione di illegittimita’ costituzionale e ha escluso l’esistenza di “gravi ragioni di convenienza” che imponessero l’astensione di due suoi componenti: Antonio Leone, che e’ il presidente della Prima Commissione e Luca Palamara, che della Commissione ha fatto parte.


Articolo pubblicato il giorno 19 Febbraio 2018 - 17:04


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