Bimbo di cinque anni muore di meningite al Cotugno

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Bimbo di cinque anni muore a causa di meningite da meningococco. E’ accaduto la notte della Befana. Il bimbo si chiamava Pasquale Iazzerra ed era di Afragola. Era ricoverato al Cotugno dove era arrivato dal Santobono nella notte tra venerdì e sabato in condizioni disperate. Era già in corso la fase finale di un’infezione generalizzata provocata dal micidiale batterio, accusando una grave insufficienza multiorgano (ossia coagulazione intravasale disseminata), caratterizzata da macchie emorragiche presenti su tutto il corpo. Purtroppo il suo cuore non ha retto e il bimbo è morto poco dopo il ricovero. Dopo la segnalazione alla Asl Napoli 2 nord sono scattate le misure di profilassi tra amici e parenti. I funerali del piccolo saranno celebrati già stamattina nella chiesa san Marco all’Olmo ad Afragola.

Un altro paziente di 23 anni non vaccinato, con meningite da meningococco, è da due giorni ricoverato nella rianimazione del Cotugno. Nello stesso reparto ci sono anche due persone affette da meningiti da pneumococco, una da streptococco, due da encefaliti virali e una meningite da listeria, che hanno completamente saturato la ricettività del reparto. Per recuperare un posto è stata trasferita una donna con encefalite alla rianimazione del Cto. Migliorano le condizioni di un neonato di tre mesi ricoverato in reparto. Dilaga quindi l’epidemia influenzale in Campania, con molti casi complicati e a rischio di vita che affollano la maggior parte dei reparti di urgenza della città.

Ma a preoccupare è la situazione generale della rete dell’emergenza sanitaria campana. Pur non essendo stato  ancora raggiunto il picco epidemico influenzale si è ai limiti del collasso. Nella maggior parte dei pronto soccorso servirebbero medici, infermieri e Oss di supporto. Oltre a Cardarelli, Loreto Mare, San Giovanni Bosco, e Pellegrini la situazione è esplosiva anche in provincia a Pozzuoli, Giugliano, Frattamaggiore, Castellammare e nelle strutture accreditate con pronto soccorso come Fatebenefratelli, Villa Betania, Villa Dei Fiori di Acerra. L’ultimo allarme proviene dall’ospedale San Paolo di Fuorigrotta. Qui la sera della Befana sono terminate tutte le barelle. Pronto soccorso pieno, quattro pazienti in Osservazione breve in attesa di essere smistati in Medicina d’Urgenza (anch’essa zeppa di lettighe), così in Medicina generale (sei barelle) e in Ortopedia, Neurologia e Chirurgia. Per tamponare la situazione un paziente è stato trasferito all’Ospedale del mare, altri due all’Ascalesi, ma sorgono difficoltà legate al trasporto in ambulanza per mancanza di infermieri. Ieri l’ambulanza del presidio è stata utilizzata per recuperare cinque barelle dall’Ospedale del mare.
Non va meglio al Cardarelli dove l’affollamento dell’Osservazione breve conta dai 90-100 pazienti al mattino a circa 70 nel pomeriggio. Alle 15 di ieri si contavano diciassette barelle in Medicina d’Urgenza (nonostante sette trasferimenti), due in Gastroenterologia. Saturi da giorni i ventidue posti di rianimazione, i sei letti dell’unità fegato e gli 8 di terapia intensiva post-operatoria.
Il Cardarelli continua a macinare oltre 300 accessi al giorno superati dai i 410 in media del Ruggi di Salerno che dall’inizio dell’anno ha visto arrivare nel pronto soccorso 2.290 pazienti. Si tratta in genere di patologie croniche in fase acuta (cardiologiche, respiratorie, nefrologiche) ma prevalentemente complicazioni mediche. Raddoppio di turni, blocco ambulanze, dedizione degli infermieri non bastano più. Senza personale, posti letto e maggiore attenzione ai grandi ospedali si rischia di arretrare sui livelli di assistenza.



     


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