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Casertana: i segreti della scossa D’Angelo

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La miglior cura dalle crisi di risultati sono soltanto le vittorie, a prescindere dal modo con cui sono arrivate. Certo, le prime due reti contro il Cosenza (quello di Carriero, invece, è stato un gol da cineteca con il giovane centrocampista non nuovo a questo tipo di prodezze), sono state anche frutto di evidenti incertezze della difesa avversaria, anche se va dato atto sia ad Alfageme che a Galli di aver creduto nelle rispettive azioni che li hanno portati a bersaglio. Una vittoria, comunque, nata anche da quella che potrebbe essere la svolta decisiva per la Casertana, ovvero del cambio di modulo con il passaggio alla difesa a tre e a un centrocampo più folto ma in grado sia di coprire la difesa che di supportare adeguatamente le punte. Del resto, D'Angelo è arrivato proprio durante il tour de force imposto dal calendario, con due impegni ravvicinati, che l'hanno costretto a preparare i confronti con Virtus Francavilla e Cosenza, come lo stesso tecnico ha ammesso nel post partita di venerdì, con appena un allenamento prima dello svolgimento della singola partita. Per D'Angelo c'era la necessità di individuare quale potesse essere lo schieramento più idoneo a questa squadra per poter tornare a fare punti. Venerdì ha beneficiato del rientro di Galli che, gol a parte, ha macinato chilometri sulla fascia, come del resto ha fatto Ferrara dalla parte opposta, un giocatore che sembrava ormai ai margini del progetto con Scazzola in panchina ma che, invece, D'Angelo ha saputo rispolverare e, soprattutto, motivare, anche perché già con il Francavilla lo stesso terzino ex Pribram era stato uno dei pochi a meritare la sufficienza.


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