Avellino: Chiacchio, parola alla difesa

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Come si può tentare di truccare una partita confidando sull'ipotetica complicità di un solo calciatore su un totale di ventotto scesi in campo? E' il primo di tanti interrogativi sollevati dai diretti interessati alla lettura dell'atto di conclusione delle indagini notificato dalla procura federale della Figc a quanti tra dirigenti e tesserati, «il 5 maggio del 2013, avrebbero concorso ad alterare il risultato tra Catanzaro e Avellino». Tra le persone invitate a nominarsi un legale e, eventualmente, chiedere di essere ascoltati o presentare memorie nei prossimi 19 giorni, infatti, l'unico calciatore indiziato è Andrea Russotto, 29enne attaccante oggi al Catania, che nella gara dei sospetti venne addirittura sostituito al 56′ con Giordano Fioretti. Nei suoi confronti la procura di Palmi e, in copia quasi conferme, la procura federale della Figc hanno «ipotizzato un contributo casuale decisivo per aver mancato, nei primi minuti, due reti decisive«. Ebbene, come si evince dal film della gara, a sbagliare le occasioni non fu Russotto bensì Masini, calciatore con il numero 9 sostituito al 70′ da Carboni. Un clamoroso scambio di persona che i legali di Catanzaro e Avellino contano di dimostrare in giudizio con filmati già acquisiti, selezionati e, stranamente, ignorati dagli inquirenti. Anche per questo, pur non essendo ancora stati deferiti, c'è in tutti gli interessati la consapevolezza di dover affrontare il processo davanti al Tribunale Federale: «Per quella che è la mia esperienza- ha commentato Edoardo Chiacchio legale dell'Avellino – il deferimento può dirsi matematico. Con la stessa sicurezza, però, vi dico che affronteremo questo processo senza alcun timore perché nulla è stato fatto da De Vito, Taccone e da qualsiasi tesserato dell'Avellino. Non esiste una intercettazione ambientale o telefonica che ci riguarda in maniera diretta. Quando affronto un processo sono sempre rispettoso e cauto, ma da quanto ho appurato in questi cinque mesi, onestamente, i biancoverdi possono stare tranquilli».



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