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Camorra, duplice omicidio ”Cold case”: ergastolo per il boss Adinolfi

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È stato condannato all’ergastolo Umberto Adinolfi ‘ a scamarda il boss di San Marzano sul Sarno ritornato agli onori della cronaca nei mesi scorsi per i colloqui intercettati in carcere con il boss mafioso, Giuseppe Graviano in cui parlava di Berlusconi e di Gigi D’Alessio. E’ accusato  delduplice omicidio di Vincenzo Marrandino ed Antonio Sabia, avvenuto il 30 luglio 1986 a Capaccio e che dopo 31 anni rischiava di trasformarsi nell’ennesimo Cold Case di camorra. Stessa condanna arrivata anche per Salvatore Mercurio . dal processo è emerso che il giorno in cui vennero uccisi Vincenzo Marrandino (figlio del boss cutoliano Giovanni) e il suo autista Sabia, era ospite dello zio a Capaccio dove arrivò Salvatore Mercurio ufficialmente per fargli visita. Adinolfi, ha raccontato in aula, che non sapeva dell’idea di Mercurio di compiere il duplice omicidio. Arrivati a Ponte Barizzo, località di Capaccio, i due si fermarono e Mercurio con un binocolo individuò il Sabia che, essendo l’autista di Marrandino, era sempre in sua compagnia . Mercurio voleva uccidere il figlio del boss per i torti che aveva subito dallo stesso nel carcere di Poggioreale.Mercurio sparò diversi colpi di arma da fuoco. E quando la pistola si inceppò, esortò Adinolfi a portare a termine l’esecuzione. Marrandino morì sul colpo mentre Sabia riuscì ad uscire dall’auto e cercare riparo tra i campi ma Mercurio – recuperata una seconda pistola che aveva messo nell’auto – lo raggiunse uccidendolo.

 

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