Arezzo. Una perquisizione in casa per verificare se aveva soldi rubati: questo lo stratagemma utilizzato da tre truffatori napoletani con un’anziana di San Giovanni Valdarno per convincerla ad aprire la porta di casa e prenderle tutti i suoi averi. Si erano finti carabinieri i tre e avevano convinto l’anziana di avere in casa soldi provenienti da furti in abitazioni, e che doveva consegnarli per fare una comparazione con altre banconote già sequestrate. Gli autori, una banda di tre persone residenti a Napoli, sono stati colti sul fatto e arrestate dai carabinieri di San Giovanni Valdarno per truffa aggravata e violazione di domicilio. La banda aveva già compiuto truffe simili e le modalità di azione erano sempre le stesse. Anche stavolta uno dei tre, con la complicità degli altri due che rimanevano all’esterno in due auto, qualificandosi come appartenente all’Arma si è introdotto nell’abitazione della 90enne sangiovannese, convincendola a consegnargli 650 euro. I veri carabinieri seguivano però da tempo la banda e sono intervenuti. I tre sono stati trovati in possesso di 2.890 euro, ritenuti possibile provento di reato, di cellulari e di carte bancomat, che sono stati tutti sequestrati. Sulla base di informazioni raccolte da telefoni cellulari, la perquisizione è stata estesa anche in un hotel di Montecatini Terme, dove, nelle tre camere in uso agli arrestati, sono stati rinvenuti altri 5.450 euro, un tablet, uno smartwatch ed un trolley chiuso.
Giugliano, tre banditi armati di coltello rapinano la Banca popolare di Bari: bottino di 100mila euro
Giugliano. Rapina con i coltelli alla Banca Popolare di Bari, sede di Giugliano: bottino di 100mila euro. E’ accaduto oggi pomeriggio in via Oasi del Sacro Cuore intorno alle 15. In tre armati di coltello hanno portato via il denaro nelle casse. Una donna ha visto i rapinatori in azione e ha dato l’allarme alla polizia, ma i tre erano già fuggiti. Indagini in corso.
Sarno, automobilista investe una donna all’incrocio
Incidente questa mattina in via G. Matteotti a Sarno. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, all’incrocio con la strada di via Onofrio Tortora, una donna stava attraversando la strada quando sarebbe stata travolta da un’automobile. Alcuni passanti avrebbero allertato il 118; una volta sul posto il personale medico ha prestato le prime cure alla vittima poi ha disposto il trasferimento della ferita in ospedale. Restano da chiarire le dinamiche del sinistro.
Scafati, il giudice ‘ritira’ la richiesta di interrogatorio per l’ex sindaco Aliberti: potrebbe essere scarcerato
Scafati. Scambio elettorale politico-mafioso: nessun interrogatorio per l’ex sindaco Angelo Pasqualino Aliberti e per il rampollo del clan Luigi Ridosso. A deciderlo, a sorpresa, il giudice per le indagini preliminari Giovanna Pacifico del Tribunale di Salerno. Una decisione che fa vacillare l’efficacia della misura cautelare e potrebbe portare alla scarcerazione dei tre indagati, Aliberti, Luigi e Gennaro Ridosso (per quest’ultimo erano stati disposti gli arresti domiciliari ma è già in carcere). Una questione di pura giurisprudenza che potrebbe offrire il fianco alla difesa. La legge prevede, infatti, che a seguito dell’esecuzione della misura cautelare in carcere, il Gip entro 5 giorni (10 per gli arresti domiciliari) debba procedere all’interrogatorio di garanzia dell’indagato. Un diritto che non può essere negato. In questa direzione andava la fissazione dell’interrogatorio per stamattina alle 13 nel carcere di Fuorni di Aliberti e Luigi Ridosso. Poi, il cambio di rotta. Il giudice ha ritenuto – seguendo l’iter giudiziario del processo in questione (rigetto dell’ordinanza di custodia cautelare da parte del Gip Donatella Mancini, appello al Riesame, Cassazione, rinvio al Riesame, Cassazione) – che l’interrogatorio di garanzia non si debba fare. E qui sopravviene il dubbio giurisprudenziale: la misura cautelare perderà efficacia allo scadere dei cinque giorni dalla notifica dell’ordinanza avvenuta la mattina del 24 gennaio scorso? Probabilmente la difesa dei tre indagati, Angelo Pasqualino Aliberti, Luigi e Gennaro Ridosso, ci sta pensando. Nel dubbio o nell’indecisione giurisprudenziale a nessuno sarebbe venuto in mente di appellarsi ad un ‘eccesso di difesa’ qualora l’interrogatorio non era necessario. Fatto sta che, per il momento, l’orientamento del tribunale e del Gip Pacifico è quello che l’interrogatorio di garanzia non si debba fare, anche se – nello specifico e in merito all’ordinanza notificata ad Aliberti e ai due cugini Ridosso – ai tre indagati non è mai stato concesso di difendersi.I tre indagati, insieme a Nello Maurizio Aliberti, fratello dell’ex sindaco, e a Monica Paolino, consigliere regionale e moglie di Pasquale Aliberti, sono accusati di scambio elettorale politico-mafioso, cioè per aver stretto un patto con esponenti del clan Loreto-Ridosso per ottenere voti alle amministrative del 2013, in cui Pasquale Aliberti fu eletto sindaco, e alle Regionali del 2015 in cui è stata eletta Monica Paolino al consiglio Regionale con Forza Italia.
L’ordinanza applicata all’ex primo cittadino e ai cugini Ridosso mercoledì scorso ha avuto un iter travagliato, partito con il rigetto dell’arresto da parte del giudice Donatella Mancini per mancanza delle esigenze cautelari. Un rigetto al quale aveva fatto appello il pubblico ministero dell’antimafia Vincenzo Montemurro, e dopo due valutazioni del Tribunale del Riesame e della Cassazione, era stata applicata mercoledì scorso, quando gli uomini della sezione Dia di Salerno, guidati dal colonnello Giulio Pini e dal capitano Fausto Iannaccone, avevano eseguito l’ordinanza cautelare trasferendo Aliberti in carcere e notificando, in cella, il provvedimento ai due cugini Ridosso.
Ora, c’è il rischio che il mancato interrogatorio di garanzia possa nuovamente riportare la questione sul filo della giurisprudenza e non della sostanza delle accuse, quelle sono state più volte confermate dalla Cassazione. Forma più che sostanza, insomma, quella che potrebbe aprire le porte del carcere al sindaco Aliberti, l’unico detenuto solo per questo, di qui a pochi giorni. E’ una possibilità.
Rosaria Federico
Melito, la mamma di Alessandra ai genitori del fidanzato assassino: ‘ Siete senza sentimenti’
Melito. Denunciati per stalking i genitori di Alessandra Madonna, la ballerina di Melito morta in circostanze ancora da chiarire. E’ stato disposto il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dall’ex fidanzato Giuseppe Varriale. Il giovane è agli arresti domiciliari con l’accusa di omicidio volontario e la presenza dei genitori di Alessandra nel parco dove morì la giovane infastidisce la serenità dei familiari dell’ex fidanzato. Così il Tribunale ha disposto il divieto di comunica e di avvicinarsi a 500 metri dai luoghi frequentati dalla famiglia dell’ex fidanzato. La mamma di Alessandra ha scritto una lettera aperta che ha fatto, in poche ore, il giro del web.
“Salve a tutti, la cosa più difficile di questa lettera è cominciare l’intestazione, perché queste mie parole sono dirette a Francesco e Loredana, i genitori di un assassino che mi hanno strappato la cosa a me più cara: la vita di mia figlia. Solitamente una lettera si comincia con un gesto di cortesia come caro o con formalità, ma in questo caso non ho trovato nessuna parola. Volevo, in ogni caso, dare risposta a queste persone che in maniera disumana stanno continuando a coprirsi di vergogna, vivendo come se nulla fosse accaduto, calpestando la mia persona e quella della mia famiglia dopo essere passati fisicamente e moralmente sul corpo inerme di mia figlia, la cui unica colpa è stata quella di non potersi proteggere dalla furia di un assassino. Voglio raccontare al mondo intero come da parte vostra non è arrivato nessun gesto, solo indifferenza, anzi avete denunciato me e il papà di Alessandra di stalking. Il mondo deve sapere che la mia presenza fuori a quel sciagurato parco che è stata la tomba di mia figlia è solo perché non mi reco al cimitero, non ho la forza di fissare la lapide di mia figlia, allora trovo rifugio in quella strada, dove la immagino lì viva e dove trovo la forza di lasciare dei fiori. La vostra risposta è stata di aver fatto scomparire i fiori, così come avete tentato di rimuovere uno striscione che i ragazzi dello stadio San Paolo avevano affisso, in voi ho trovato il buio e la freddezza che avete insegnato a vostro figlio, quella freddezza omicida che si è scatenata sua mia figlia. Molte persone fuori al vostro parco si sono avvicinate a me per darmi una parola di conforto, la loro solidarietà, i più coraggiosi mi hanno anche informato che nessuno avrebbe mai firmato la vostra richiesta di allontanamento per non farci venire più. Avete addirittura puntato una telecamera sulla strada per controllare i nostri movimenti, per poi rimuovere l’inquadratura ogni qual volta chiamiamo le forze dell’ordine. Il mondo deve sapere che il 24 dicembre dal vostro terrazzo una persona della vostra famiglia ha lanciato ingiurie contro di me, chiedendomi di farvi fare Natale. A quel punto ho avuto delle reazioni, ma naturali per una mamma che ha perso tutto. Sulla querela che avete depositato avete scritto che sono cambiate LE VOSTRE ABITUDINI DI VITA!!! Volevo farvi riflettere su questo abominio che avete scritto, volevo invitarvi ad una riflessione: vostro figlio è imputato per omicidio VOLONTARIO, a noi le abitudini di vita non sono cambiate, si è annullata la nostra vita. Non ci saranno mai parole per descrivere il nostro dolore, quanto ci possa mancare Alessandra. Mia figlia, che avete ben conosciuto, era piena di vita, pronta a regalare un sorriso a chiunque, dando il suo supporto a chiunque avesse bisogno, che insieme a me svolgeva volontariato al reparto di oncologia pediatrica dove tutti i bambini la adoravano. Ricordo benissimo quando andavo a scuola e i professori prima di raccontarmi l’andamento scolastico si complimentavano per quanto fosse educata. A mia figlia da piccola raccontavo le favole, facevo vedere i cartoni della Disney per trasmettergli i valori, cosa che credo voi non abbiate, tanto da voler riservare alla mia bambina una favola senza lieto fine. Quello che avete insegnato a vostro figlio è la totale assenza di valori, la violenza più cruda e barbara e credo vi sia sfuggito di insegnargli cosa sia l’amore. Vostro figlio è lo specchio della vostra lucida indifferenza, della crudeltà più pura che ha tirato su un essere capace di togliere la vita al mio angelo. Ho scritto questa lettera perché il mondo deve sapere, perché le vostre abitudini di vita sono un’offesa alla memoria di Alessandra. Vorrei scrivervi e gridarvi vergogna, ma so che sarebbe fiato sprecato perché la totale assenza di sentimenti vi farebbe scivolare la parola vergogna addosso, così come il senso di colpa non ha mosso minimamente le vostre coscienze. Sono pronta ad andare in carcere per stalking, sarebbe il giusto controsenso di una vicenda che di naturale non ha niente, con vostro figlio comodamente a guardare la televisione in poltrona e mia figlia uccisa dalla sua furia omicida. Ho scritto perché il mondo deve sapere, per muovere le coscienze su una vicenda che non deve finire nell’oblio, lo stesso che vostro figlio ha deciso di regalare alla mia Alessandra. Ma il mondo è fatto di persone, di amore, di solidarietà, i vostri valori non ci uccideranno un’altra volta. E io sono qui, aspettando che alla vostra porta bussi la GIUSTIZIA, per mandare l’assassino di mia figlia in carcere. E sono convinta che è solo una questione di giorni, perchè i valori di chi ha professato per una vita l’amore non possono essere soffocati e uccisi da chi ha scelto l’odio”.
Frode informatica: un mese di libertà e nuova denuncia per la cugina dell’hacker Guerriero
Frode informatica: si dice che il lupo perde il pelo e non il vizio: E nel caso di Anna Sorrentino deve essere vero visto che le è bastato un mese di libertà per tornare a delinquere. La stabiese Anna Sorrentino è stata beccata e denunciata dai carabinieri a Cava de Tirreni. E’ accusata di frode informatica. La Sorrentino è la cugina del famoso hacker Carmine Guerriero, il “vescovo” uno dei più noti hacker del deep weeb o dark web e produttore e spacciatore di banconote false con le quali ha invaso il mercato di mezza Europa. . La donna era tornata in libertà il 22 dicembre scorso dopo un anno di arresti domiciliari (ad ottobre difesa dall’avvocato Olga Coda, come gran parte dei partecipanti alla truffa aveva patteggiato due anni e tre mesi di carcere) è stata fermata dai carabinieri di Cava de Tirreni presso un ufficio postale. Stava cercando di prelevare una grossa somma di denaro che si è scoperto provenire da varie frodi informatiche. I militari sono intervenuti dopo che gli operatori dell’ufficio postale si sono insospettiti per gli strani movimenti fatti sui conti correnti della Sorrentino. Le sono stati sequestrati circa 90 mila euro e la Sorrentino è stata denunciata a piede libero, in attesa che le indagini tecniche si concludano. Dai primi accertamenti fatti dagli investigatori la Sorrentino avrebbe compiuto delle frodi informatiche ai danni di ignari correntisti che si sono visti in alcuni casi diminuire i propri fondi ed in altri casi addirittura svuotare il conto corrente. Per giustificare il possesso di quella ingente somma di denaro Anna Sorrentino ha cercato di giustificarsi dicendo che erano il provento della vendita di una grossa imbarcazione. Ma i carabinieri hanno controllato e ne la donna ne suoi familiari prossimi risultavano intestatari o possessori di alcuna imbarcazione e per questo che per il momento è scattata la denuncia a piede libero con l’accusa di frode informatica. Ma si ipotizza anche il reato di riciclaggio. Della vicenda è stata informata anche la Procura della Repubblica.
Richiesta di archiviazione della deputata Sgambato, le precisazioni della Procura
La richiesta di archiviazione della deputata del Pd, Camillo Sgambato richiesta dalla Procura di santa Maria Capua Vetere la scorsa settimana ha suscitato numerose polemiche e ora la stessa Procura invia una nota di precisazione a firma del Procuratore capo, Maria Antonietta Troncone:
La presente nota fa riferimento alla notizia di stampa apparsa in questi giorni sui media in merito alla richiesta di archiviazione avanzata, in tempi brevi, da quest’Ufficio nei confronti della deputata Camilla Sgambato, parlamentare casertana del Pd (indagata per abuso di ufficio in concorso con l’ex responsabile provinciale del Pd di Caserta, Raffaele Vitale), nell’ambito del procedimento che ha riguardato un’articolata attività investigativa diretta da questo Ufficio in merito, tra l’altro, alle irregolarità riscontrate nella gestione
del progetto di natura sociale denominato “Home Care Premium”, promosso dalPINPS e destinato agli ex dipendenti INPDAP.
Di fatti, a seguito di tale attività investigativa, su richiesta di quest’Ufficio, veniva emessa ordinanza di custodia cautelare da parte del Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere nei confronti di 7 indagati, ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla commissione dei reati di abuso d’ufficio, turbata libertà degli incanti, peculato, falso in atto pubblico, in materia elettorale, in materia di illecito trattamento dei dati personali e truffa in danno di ente pubblico. Contestualmente all’esecuzione dei provvedimenti di natura cautelare, sono stati notificati avvisi di garanzia e conclusione delle indagini a carico di ulteriori 28 indagati, nonché eseguiti sequestri preventivi di beni e conti bancari riconducibili alle cooperative e alle compagini sociali aggiudicatane dei progetti illecitamente condizionati nonché di beni riconducibili ad alcuni degli indagati. Nell’ambito del medesimo procedimento risultavano altresì iscritti la deputata Camilla Sgambato, parlamentare casertana del Pd in concorso con l’ex responsabile provinciale del Pd di Casetta, Raffaele Vitale, relativamente ad una condotta di una segnalazione in favore di un soggetto nel concorso per il reclutamento dei componenti dell’Ufficio di Piano di Santa Maria Capua Vetere. Si precisa che, nella medesima richiesta cautelare, è stata fatta applicazione del principio enunciato dalla Corte di Cassazione con le sentenze nn. 32025 del 21/07/2014 e n. 5895 del 9.1.2013, in cui viene affrontato il tema della “raccomandazione”, con esclusione della sussistenza del reato di abuso di ufficio nei casi in cui tale raccomandazione avvenga al di fuori dell’esercizio delle funzioni pubbliche e con modalità tali da lasciare autonomia decisionale alla commissione esaminatrice. Nella prospettiva segnata dalle due sentenze sopra richiamate, si deve rilevare, per l’importanza che assume, come all’epoca dello svolgimento della prova selettiva la Sgambato non rivestisse ancora la carica di
parlamentare. Tale circostanza ha imposto necessariamente di verificare la posizione della Sgambato e del Vitale secondo i principi generali che disciplinano in genere il concorso nel reato, morale e/o materiale, tra l’altro con riferimento a una fattispecie di reato ascrivibile solo al Pubblico Ufficiale. Pertanto, tenuto conto che la Sgambato non rivestiva la carica di parlamentare all’epoca dei fatti in
questione, non è stato contestato l’abuso della qualità o della funzione di parlamentare, non avendo peraltro alcuna rilevanza, ai fini della configurazione del reato, la circostanza che la stessa avesse sicuramente un rilevante spessore politico, quale esponente del PD a livello locale. La suindicata giurisprudenza della Corte Suprema ha orientato le conclusioni a cui è pervenuto l’Ufficio di Procura.
Si ritiene di porre in evidenza come vi sia stata l’esigenza da parte di questa Procura di definire i’intero procedimento penale in termini brevi, in ragione della presenza di indagati sottoposti a misura cautelare. Tale esigenza ha imposto anche di definire, con richiesta di archiviazione, le posizioni degli indagati per i quali gli elementi acquisiti non consentivano la sostenibilità dibattimentale dell’accusa.
A seguito delle risultanze investigative che avevano imposto l’iscrizione nel registro degli indagati della Sgambato e del Vitale da parte della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, il Gip del locale Tribunale, condividendo la richiesta di quest’Ufficio, ha disposto l’archiviazione delle accuse nei confronti della medesima e dell’ex responsabile provinciale del Pd di Caserta, Raffaele Vitale.
Santa Maria Capua Vetere, 26 gennaio 2018.
IL PROCURATORE DELLA REPUBBLICA
Dottoressa Maria Antonietta Troncone
Portici, M5S: “Vitalizio e stipendio più alto, doppia mossa sindaco Cuomo”
“A parole annuncia che forse un giorno darà, comunque solo quando avrà raggiunto l’età della pensione-privilegio che il Pd ha garantito a tutti i suoi adepti prima di vedersi bocciato alla prova delle urne. Nel frattempo, con entrambe le mani si comincia a mettere in tasca un bel bottino a spese dei suoi concittatini. Con un’abile mossa, Vincenzo Cuomo ha aumentato lo stipendio per sé, per il suo vicesindaco e per tutti gli uomini della sua giunta. Dimostrando di essere degno del titolo che gli hanno meritatamente attribuito, quello di furbetto del privilegio”. E’ l’accusa lanciata dal senatore del Movimento 5 Stelle, Sergio Puglia. “Astuto nell’interpretazione delle norme quando si tratta di applicarle per il suo personale interesse – sottolinea Puglia – il sindaco di Portici fece scuola quanto riuscì a far scattare la decadenza dalla carica di senatore tre mesi dopo la sua elezione a primo cittadino, così da raggiungere la data in cui avrebbe maturato la pensione da parlamentare. Una mossa da manuale del perfetto poltronista, figura magistralmente interpretata da Cuomo, messa a segno sfidando norme, procedure e codicilli. Medesima abilità replicata ora nel Comune che amministra. Il primo cittadino democrat ha impegnato per giorni interi l’ufficio di dirigenza al solo scopo di dare fondo a una normativa che gli ha consentito di aumentarsi l’indennità del 10%, fino a portarla a quota 4.340 euro. Con buona pace per le tante famiglie porticesi con un reddito pari o al di sotto della soglia di povertà. Questi sono gli uomini che amministrano il nostro paese sotto la bandiera del Pd. Gente a cui noi parlamentari del Movimento 5 Stelle abbiamo impartito una sana lezione, restituendo in cinque anni la somma di oltre 37 milioni di euro dal taglio dei nostri stipendi. Denaro con il quale abbiamo finanziato la nascita di oltre 7mila imprese, dando lavoro a più di 15mila persone”.
Napoli: l’ospedale Santobono intitola tensostruttura a bimbo deportato in lager
In occasione della giornata della memoria, l’azienda ospedaliera Santobono Pausilipon di Napoli ha deliberato l’intitolazione del Palabimbo a Sergio De Simone, bambino napoletano del quartiere Vomero, che venne deportato prima ad Auschwitz e poi ad Amburgo e qui sottoposto a sperimentazioni pseudoscientifiche prima di essere ucciso. La cerimonia di intitolazione si svolgera’ il prossimo mercoledi’ 31 gennaio alle 10.30 all’ospedale Santobono in Via Mario Fiore, alla presenza del presidente della Giunta regionale Vincenzo De Luca, di Mario De Simone, fratello di Sergio e di tutti i direttori generali degli ospedali pediatrici italiani. Sergio De Simone e’ stato l’unico italiano, di un gruppo di 20 bambini, sottoposto a sperimentazioni da parte dei medici nazisti. Di padre napoletano e mamma istriana, dopo la deportazione in lager venne scelto quale cavia sperimentale e trasferito con altri 19 bambini in una struttura di Amburgo, a cui vennero inoculati dei bacilli tubercolari per verificare delle teorie sperimentali, senza alcun fondamento scientifico. Tutti i bambini vennero poi trucidati a pochi giorni dalla liberazione.
Museo Capodimonte, domani chiusura festival delle Vigne Metropolitane
Domani sabato 27 gennaio, dalle ore 10.30 alle 14.30 presso il Cellaio del Real Bosco di Capodimonte la seconda edizione del Festival delle Vigne Metropolitane di Napoli con un confronto sul tema delle vigne metropolitane e quelle di rilievo storico presenti in alcuni siti reali. Il Festival vuole colmare una lacuna di conoscenza relativa alla città di Napoli che è la seconda in Europa, dopo Vienna e prima di Parigi, per ettari vitati nel territorio comunale. In Europa, ormai da anni, si è creato un circuito esclusivo di realtà metropolitane che hanno saputo valorizzare questa risorsa come Parigi – con la Fête des Vendanges de Montmartre, giunta all’84esima edizione – e Torino – con la Vigna della Regina, nata dalla collaborazione virtuosa tra pubblico (Soprintendenza del Piemonte) e privato (azienda di produzione vitivinicola). La prima edizione ha promosso i vigneti esistenti tra Posillipo, Agnano, Chiaiano e i Camaldoli, con un ottimo riscontro tra il pubblico e gli addetti ai lavori; con la seconda edizione, la cabina di regia del Festival vorrebbe accendere i riflettori su quella che sicuramente è stata una delle vigne storiche della nostra città: la Real Vigna del Giardino dei Principi che era collocata all’interno della cosiddetta Delizia Reale. Dalle ricerche svolte presso l’Archivio dell’Orto Botanico risulta infatti che: “Il Giardino dei Principi, parte integrante della Delizia reale, ospitava alberi da frutta, agrumeti, un vivaio e – a mezzogiorno del Casino, a ridosso della muratura – una grande vigna”. Le tracce documentali in merito sono scarse, a causa della nuova sistemazione dell’area operata nel 1840 da Friedrich Dehnhardt, ma sono ulteriormente confermate dalla coeva esistenza di vigneti nelle grande tenute e masserie che occupavano l’area di Capodimonte. Per questo motivo proprio il Cellaio nel Real Bosco di Capodimonte sabato 27 gennaio 2018, ospita la giornata conclusiva del Festival. Dalle ore 10.30 si terrà il convegno dal tema “Il recupero e la valorizzazione delle Vigne storiche”, al quale interverranno Sylvain Bellenger, direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte, Nino Daniele, assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, Enrico Panini, assessore alle Attività Economiche del Comune di Napoli, Piero Mastroberardino che illustrerà il case history del vino “Villa dei Misteri”, progetto nato nel 1996 in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica di Pompei, Leonardo Ancona, responsabile del Parco dell’Acquedotto Carolino, che spiegherà il progetto di ripristino della coltivazione e della gestione dell’antica vigna borbonica denominata “Vigna di San Silvestro” nella Reggia di Caserta. L’incontro sarà moderato da Tommaso Luongo dell’AIS Napoli e direttore scientifico del Festival delle Vigne Metropolitane di Napoli.
Napoli, de Magistris “cancella” Piazzale Tecchio e via Vittorio Emanuele III
Piazzale Tecchio, la piazza antistante lo stadio San Paolo di Napoli, diventerà piazza Giorgio Ascarelli. Lo ha annunciato il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, “nel giorno in cui ricordiamo Luciana Pacifici, una delle più piccole vittime della ferocia nazista, morta ad Auschwitz”. Non è casuale anche la proposta che il sindaco porterà in Commissione Toponomastica: Vincenzo Tecchio fu segretario provinciale del Partito nazionale fascista, mentre Giorgio Ascarelli, imprenditore napoletano di origini ebraiche, fu il fautore della fondazione del Calcio Napoli nel 1926 e ne fu primo presidente. Ascarelli fece costruire lo stadio Vesuvio, di proprietà privata del club, ribattezzato poi in suo onore stadio Ascarelli; dopo la sua morte, avvenuta nel 1930, lo stadio fu nuovamente ribattezzato e diventò stadio Partenopeo, nome con il quale ospitò alcune partite dei mondiali del 1934 e quelle del Napoli fino alla sua distruzione sotto le bombe nella Seconda Guerra Mondiale. De Magistris ha annunciato un altro cambio di nome: via Vittorio Emanuele III, “re che promulgò le leggi razziali”, diventerà via Salvatore Morelli, scrittore e deputato del Regno d’Italia, pioniere dei diritti civili e delle donne che già nell’800 presentò diverse proposte di legge per l’abolizione della schiavitù domestica, l’introduzione del divorzio e il principio di parità tra i coniugi.
Detenuto picchia agente penitenziario a Poggioreale
Un detenuto con problemi psichici picchia agente penitenziario. E’ accaduto ieri sera nel carcere di Poggioreale.Un detenuto con gravi problemi psichiatrici recluso nel padiglione Livorno del carcere napoletano di Poggioreale ha aggredito senza alcun motivo un assistente capo della polizia penitenziaria colpendolo ripetutamente al volto con pugni e schiaffi. Lo rende noto Ciro Auricchio, segretario regionale dell’Uspp. “Immediato l’intervento dei sanitari – fa ancora sapere Auricchio – che hanno trasportato il poliziotto al pronto soccorso. Li’ i sanitari hanno riscontrato la rottura del setto nasale ed ecchimosi all’occhio”. “Dopo la chiusura degli OPG – sostiene Auricchio – sono troppi i detenuti da gestire nelle sezioni psichiatriche delle carceri e pochi gli strumenti di sostegno terapeutico per questi soggetti nonostante la scarsita’ di risorse il personale di polizia penitenziaria sotto organico di 200 unita’ solo a Poggioreale riesce con enormi sacrifici a mantenere l’ordine e la sicurezza all’interno dell’istituto”.<7p>
Caserta: fermato con droga, arrestato pusher
Un’unità cinofila specializzata del Nucleo Operativo Pronto Impiego del Gruppo di Aversa, nel corso di una specifica attività di servizio finalizzata alla repressione dei traffici illeciti di stupefacenti, ha tratto in arresto un pusher residente a Marzano Appio , trovato in possesso di oltre 100 grammi di marijuana presso la Stazione Fs di Vairano-Caianello. Il ventenne, giunto con un treno proveniente da Napoli, non è sfuggito al fiuto dei cani antidroga ed è stato immediatamente sottoposto a controllo dai militari. Il giovane è stato trovato in possesso di 106,6 grammi di marijuana, nascosti all’interno degli slip, e di tutto l’occorrente per il confezionamento in dosi e il successivo spaccio della sostanza stupefacente: un bilancino di precisione e 15 bustine in cellophane. Subito è scattata la perquisizione presso la residenza del giovane, dove sono state rinvenute ulteriori bustine della medesima tipologia. La droga, insieme agli strumenti necessari per la successiva commercializzazione, è stata immediatamente posta sotto sequestro e il responsabile è stato tratto in arresto per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio.
Villaricca, rapinata mentre compra dolci: arrestato 37enne
In piena notte alcuni amici avevano parcheggiato la fiat 500 su cui viaggiavano e ne erano scesi per andare a comprare dei dolci. In auto era rimasta solo una ragazza della comitiva, per cui un malfattore di 37anni aveva approfittato avvicinandosi a lei e minacciandola con un punteruolo. l’ha costretta a scendere dalla macchina e si è dato alla fuga. ha anche investito il fidanzato della vittima e il proprietario dell’auto che aveva provato a fermarlo: i malcapitati hanno velocemente chiamato il 112 permettendo a una pattuglia dei carabinieri di marano di mettersi subito sulle sue tracce. dopo un breve inseguimento di stefano è stato così raggiunto, ma ha abbandonato l’auto continuando a fuggire a piedi; rincorso, è stato raggiunto e bloccato lungo il corso italia di Mugnano di Napoli. Arrestato per rapina aggravata e lesioni personali, è stato tradotto in carcere, l’arma è stata sequestrata mentre l’auto è stata restituita al proprietario.
Ercolano, dopo la rapina denunciarono il furto dell’auto: arrestati
Ercolano, dopo la rapina nei confronti di due donne, denunciarono il furto dell’auto per sviare le indagini: arrestati. Lo scorso aprile avrebbero rapinato due donne, una delle quali riporto’ nel cadere lievi traumi: questa mattina nei confronti di un 25enne, detenuto per altro motivo, e di un 23enne, entrambi di Ercolano e’ stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari. Il provvedimento e’ stato emesso dal gip di Napoli che ha condiviso le risultanze investigative dell’Arma ed eseguito dai Carabinieri della Compagnia di Torre del Greco. I fatti sono avvenuti il 22 aprile a Portici: secondo l’accusa, il 25 enne si e’ reso responsabile di due rapine: una ai danni di una casalinga 50enne alla quale avrebbe portato via circa 50euro in contanti oltre al telefonino e a due paia di occhiali; l’altra ai danni di una operaia ucraina 46enne, alla quale avrebbe rapinato 40 euro e il telefonino causandole una caduta a terra e lievi traumi guaribili in due giorni. Il 23enne e’ stato inoltre riconosciuto proprietario e conducente dell’auto utilizzata per la fuga dopo la rapina alla casalinga. Dovra’ rispondere anche di simulazione di reato perche’ aveva falsamente denunciato il furto della sua vettura, usata in quella occasione, per sviare le indagini.
Napoli, trova un telefonino e poi accoltella un uomo perché non vuole restituirlo: arrestato
Napoli. Gli agenti della Squadra Mobile Sezione Criminalità Diffusa hanno arrestato Gustavo Antonio Brito Vasquez, dominicano di 49 anni, responsabile del reato di lesioni aggravate.Ieri pomeriggio a Piazza Cavour a Napoli il 49enne aggrediva con due coltelli da macellaio, della lunghezza rispettivamente di 43 e 56 cm, il proprietario di uno chalet, il quale, avvedutosi che il dominicano aveva rinvenuto nei vicini giardinetti il telefonino di un giovane, lo aveva spinto a consegnargli l’apparecchio per restituirlo al giovane proprietario.A fronte di tale richiesta il Vasquez dapprima lo minacciava, per poi ferirlo ad una mano. Brandendo i due grossi coltelli aggrediva infatti la vittima, che solo grazie ai suoi riflessi evitava ferite più gravi e riusciva a recuperare il telefonino.I falchi della Squadra Mobile di Napoli, impegnati nel contrasto al fenomeno delle rapine e dei borseggi nella zona Sanità, inviati dalla Sala Operativa in Piazza Cavour, rintracciavano il dominicano, che era ancora nei giardinetti.In un frigorifero abbandonato gli agenti hanno rinvenuto e sequestrato i due coltelli utilizzati dall’aggressore nei confronti del proprietario dello chalet.I poliziotti sono stati quindi avvicinati dal ragazzino, a cui hanno restituito il telefono dopo che lo stesso lo sbloccava con il relativo codice.Gli agenti hanno immediatamente arrestato il Vasquez, che stamane sarà giudicato con rito direttissimo. L’uomo ferito invece è stato costretto alle cure mediche.
Younes: ‘Ho parlato con Sarri, la concorrenza non mi spaventa’
Younes anticipa il suo arrivo a Napoli con un’intervista a un giornale olandese: “Ho parlato con Sarri, la concorrenza con Callejon e Insigne non mi spaventa. Sì, ho parlato con Sarri, ma molto di più con il direttore sportivo Giuntoli, che mi ha trasmesso la sensazione che potrò trovare spazio in questi mesi. Ad ogni modo la concorrenza non mi spaventa, anzi: sono convinto che mi possa rendere un calciatore migliore”. Così il neo acquisto del Napoli Amin Younes intervistato oggi dal quotidiano olandese De Telegraaf. “Ho ricevuto tante offerte, in estate volevo andare in Germania ma non è stato possibile. Poi ci sono stati contatti sempre più frequenti con il Napoli e subito ho pensato che fosse la soluzione migliore per me-ha spiegato ancora Younes- La squadra azzurra è forte, la considero l’Ajax della serie A per il gioco che esprime. Cerca lo spettacolo ed è un club caldo. Certo, dovrò abituarmi alla lingua ed al paese, ma penso ci siano molti punti in comune con l’Ajax”.
Napoli, sparavano sui passanti con pistole a piombino: fermati due 12enni
Napoli. Continuano incessanti i controlli della Polizia di Stato nell’ambito del progetto “Sicurezza giovani”, volto alla prevenzione e controllo del fenomeno della violenza giovanile.Poco dopo le 20.00 i poliziotti del Reparto Prevenzione Crimine Campania sono intervenuti in Via Duomo, dove alcuni cittadini avevano segnalato due ragazzini che con pistole a piombino infastidivano i passanti.Gli agenti, prontamente intervenuti, hanno scovato i due ragazzini, entrambi 12enni, mentre tentavano di nascondersi all’interno di uno stabile. I due sono stati trovati in possesso di pistole giocattolo a piombino con tappo rosso.Le due pistole sono immediatamente state sequestrate ed i minori sono stati accompagnati in Questura e affidati alle rispettive madri.
Nella stessa serata di ieri, poco prima della mezzanotte, una pattuglia del Reparto Prevenzione Crimine Sicilia, giunta in via Foria nei pressi di Piazza Cavour, ha notato un giovane alla guida di un ciclomotore liberty 50, che alla vista della Polizia ha tentato di invertire il senso di marcia accelerando, ma è stato raggiunto e bloccato.Dal controllo effettuato, i poliziotti hanno rinvenuto all’interno del vano portaoggetti del ciclomotore un coltello con una lama da cm.12.Il coltello è stato sequestrato ed il giovane è stato denunciato per il reato di detenzione di arma da punta e taglio. Inoltre è emerso che il 16enne era alla guida del ciclomotore senza aver mai conseguito la patente, e che il mezzo era provvisto di assicurazione. Per questi motivi sono stati elevati verbali al Codice della Strada ed il ciclomotore sottoposto a sequestro e fermo amministrativo.
Scafati, confezionavano la droga seduti sul divano: 4 arresti
Scafati: 4 maggiorenni e 2 minorenni presi dai carabinieri a confezionare marijuana o a tenerla in tasca pronta per la vendita.
Nel corso di un servizio per la prevenzione di reati nei luoghi di aggregazione dei ragazzi, a Santa Maria la Carità i carabinieri della compagnia di Castellammare di Stabia hanno controllato un 17enne di scafati trovandogli addosso 50 grammi di marijuana e 60 euro in contante.
Dopo il controllo del minore i militari hanno perquisito un’abitazione di Pompei sorprendendovi un altro 17enne di Scafati e 4 ragazzi (uno dei quali abita lì) a confezionare in dosi 3 chili di marijuana. erano seduti su dei divanetti e sopra ad un tavolino avevano a portata di mano un bilancino e svariate bustine; in un cassetto, inoltre, i militari hanno rinvenuto 3.400 euro in contante.
I maggiorenni sono stati arrestati, i minori denunciati per detenzione di droga a fini di spaccio.
al termine delle formalità i minori sono stati affidati ai loro genitori, mentre a.d.r., 18enne, a.m., 19enne, p.d.a., 25enne e m.g., 23enne, l’unico già noto alle forze dell’ordine, tutti di scafati, sono stati portati in carcere.
Casoria, preso uomo dei Moccia: deve scontare 11 anni di carcere
Casoria, preso dai carabinieri un pericoloso affiliato al clan dei Moccia di Afragola: deve scontare 11 anni di carcere. I carabinieri della stazione di Casoria hanno dato esecuzione a un ordine di carcerazione emesso dalla procura di Napoli nei confronti di Claudio Carbone, un 45enne del borgo Sant’Antonio Abate ritenuto contiguo al gruppo criminale dei Moccia, già sottoposto agli arresti domiciliari. Il pregiudicato stamane è stato prelevato e portato al centro penitenziario di Secondigliano dove dovrà espiare 11 anni di carcere. Il pregiudicati è accusato di aver concorso, a Casoria, nel 2013, in un’estorsione aggravata da finalità mafiose ai danni di un imprenditore. La condanna è diventata definitiva e ora l’uomo è stato arrestato.