A Sorrento un concorso per riqualificare i cisternoni romani

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Ai tempi degli antichi romani fornivano acqua a Surrentum: per anni lasciati nel dimenticatoio, ora il comune di Sorrento ha indetto un concorso per la stesura del progetto relativo al rilancio dell’area del centro storico nota ai residenti come “Spasiano”, che si sviluppa su una superficie di circa 2mila metri quadrati.

L’obiettivo è quello di valorizzare i cisternoni di epoca romana, in modo da garantirne la fruizione e lo sviluppo turistico ma anche riqualificare l’area sovrastante, ora in stato di abbandono, per la realizzazione di un parco urbano. La zona attualmente è quasi del tutto ricoperta dalla vegetazione cresciuta spontaneamente.

L’idea, quindi, è quella di rigenerare un sito oggi degradato ed abbandonato, per trasformarlo in un polo culturale, ricreativo e sociale. campi-gioco-abbandonati-sovrastanti-i-cisternoni Spazio che, nelle intenzioni dell’amministrazione, dovrà svolgere la funzione principale di parco urbano, caratterizzato dalla preminente presenza di vegetazione, compatibile con l’ambiente urbano, che accolga al suo interno la possibilità di svolgere sia attività di tipo ricreativo o culturale (proiezioni, rappresentazioni, ecc.) o fisiche di vario tipo, sia individuali che di gruppo, di accogliere attività di meditazione e attività agonistiche per sport poco diffusi (quali ad esempio li basketball) prestarsi ad accogliere attività didattiche con aree da adibire ad aule all’aperto.

    I cisternoni, invece, erano utilizzati nell’antichità per fornire acqua a sufficienza per il fabbisogno della popolazione. Costruiti con paramento in opera reticolata e rivestimento di malta idraulica, ubicati nell’area suburbana orientale a poca distanza dalla porta maggiore della città, si affacciano sull’attuale corso Italia e si dividono in cisterne alte e basse. I cisternoni alti sono costituiti da 9 concamerazioni con volte a botte alle quali è possibile accedere dal palazzo degli Spasiano presso il cinema Armida.

    Misurano poco meno di 32 metri di lunghezza, più di 5 di larghezza e 4,70 di altezza, e si riempivano fino ai 4 metri. In queste cisterne confluiva l’acqua delle sorgenti di Piano e Sant’Agnello, che poi finiva nell’acquedotto del Formiello. Le cisterne basse, invece, sono 11 e di dimensioni più piccole visto che hanno una capacita di 60mila ettolitri.

    A queste ne erano addossate ulteriori 4 più piccole. L’impianto dei cisternoni risale, con molta probabilità, all’età augustea. Tornò ad essere utilizzato nel secondo dopoguerra per l’acqua potabile e per l’irrigazione. Fino al 2016 è stato nella disponibilità della Gori, per poi tornare al Comune, che nel 2019 ha già avviato un primo intervento di recupero in collaborazione con la Fondazione Sorrento.

    Ora l’amministrazione del sindaco Massimo Coppola punta a riqualificare il sito dall’immenso valore archeologico e dal grande potenziale aggregativo. Interventi per i quali è prevista una spesa di 700mila euro. È stato quindi indetto un concorso riservato ad ingegneri ed architetti, anche in forma associata, per la stesura del progetto. Al vincitore andranno poco meno di 34mila euro, mentre al secondo ed al terzo classificato poco più di 7mila euro a testa.



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