Camorra: l’imprenditore Carmine Maisto assolto da associazione mafiosa

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Il giudice delle indagini preliminari di Napoli Luca Della Ragione ha assolto dall’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso l’imprenditore Carmine Maisto (ritenuto dalla Dda partenopea un “riciclatore” del clan Mallardo).

Stessa decisione anche per i suoi tre figli Antonio, Massimo e Francesco, e Antonio Pirozzi, 50 anni, tutti accusati, insieme con altri imputati, dello stesso reato. Il giudice ha invece riconosciuto l’esistenza delle accuse di bancarotta fraudolenta in relazione a tre episodi, escludendo l’aggravante mafiosa.

Carmine Maisto (difeso dagli avvocati Dario Vannetiello e Marco Campora) è stato quindi condannato a due anni e 6 mesi, Antonio Maisto a 2 anni e 4 mesi, Francesco e Massimo Maisto, insieme con Antonio Pirozzi, Raffaele Carlino, Vincenzo Gallucci e Anna Pezone alla pena di due anni e tre mesi di reclusione.

A Maisto, vennero sequestrati beni per 50 milioni di euro. Numerose le decisioni che i giudici sono stati chiamati a prendere nel corso di questi anni nel procedimento giudiziario che ha visto nella veste di imputato Maisto: il Tribunale del riesame di Napoli ben sette volte e la Suprema Corte di Cassazione cinque volte.

L’imprenditore Maisto, i suoi familiari, i tecnici delle sue aziende, sono stati di fatto indagati per oltre un decennio: le prime misure cautelari, tra arresti e sequestri, risalgono al 2012.

    Prima il Tribunale del Riesame di Napoli e poi la Suprema Corte di Cassazione hanno annullato l’arresto di Carmine Maisto, che poi ha ottenuto il dissequestro di beni di ingentissimo valore (società, beni immobili, hotel, autovetture di lusso, orologi e preziosi) e, oggi, anche l’assoluzione dal reato di associazione a delinquere di stampo mafioso nonché dai reati di riciclaggio, autoriciclaggio e intestazione fittizia, contestazioni che avevano spinto gli inquirenti a chiedere una condanna a 12 anni di reclusione.



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